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[ALL] Layers of Fear

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2016 16:50
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Uscita: 2016
Tipologia: Adventure, Horror
Piattaforme: pc, xone, ps4
Sviluppato: Bloober Team
Distribuito: Steam
Uscita: 16 Febbraio 2016











[Modificato da li4m 15/02/2016 11:38]







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Layers of Fear - recensione
eurogamer

Il meraviglioso orrore dell'arte.

Versione provata: PlayStation 4

Prima di parlare in dettaglio di Layers of Fear, vale la pena togliersi un sassolino dalla scarpa: non reputo P.T. un'esperienza di assoluta qualità né, tanto meno, qualcosa in grado di rivoluzionare il genere horror. Per un'incredibile serie di fattori (essere legata a nomi come Del Toro, Kojima e Silent Hill in primis) questa sorta di demo è diventata un vero e proprio oggetto di culto inneggiato come capolavoro sotto ogni punto di vista.

P.T. è una "passeggiata" breve ma intensa in una casa e un universo incredibilmente coinvolgente ma evidentemente e necessariamente limitato. Da un punto di vista oggettivo, d'altronde, P.T. è solo un teaser e riesce pienamente nel proprio unico e vero intento: quello di colpire, di suscitare interesse, di disturbare e di intrattenere per presentare un progetto decisamente più grande.

Il progetto decisamente più grande, purtroppo, è stato cancellato da Konami ma il Playable Teaser ha avuto il pregio di svegliare una fetta di sviluppatori dimostrando con forza che il pubblico è interessato a un tipo di horror diverso sia dalla deriva action (Resident Evil, Dead Space, The Evil Within), sia da quella survival (Amnesia, Outlast, SOMA) che in questi anni hanno caratterizzato il genere.

I polacchi di Bloober Team hanno parlato chiaro in diverse occasioni: "il Playable Teaser, in un certo senso, ci ha aperto gli occhi. Abbiamo sentito la voce della gente e abbiamo capito che sul mercato c'era posto per un horror che non era survival. Il suo uso di 'spazi impossibili' è diventato una delle nostre ispirazioni per Layers of Fear."




Il nostro studio si rivelerà uno dei pochi punti fermi della nostra avventura, una sorta di santuario dove avviene la magia dell'arte.


Dopo essere sbarcato su Steam in Early Access, ottenendo un successo incredibile tra gli utenti (il 97% di recensioni positive su 2811 totali), il titolo horror si è spinto anche verso il mercato console assicurandosi l'arrivo su PS4 e Xbox One. Riuscirà Layers of Fear a rivelarsi un'opera originale e ispirata senza scadere in una raccolta informe di jumpscare?

La vita del nostro anonimo protagonista sembra perfetta: una bella moglie innamorata e invidiata, una figlia e un'appagante carriera come pittore richiesto per diversi lavori e acclamato dalla critica. La nostra casa è particolarmente spaziosa e accogliente ma non appena inizieremo la nostra avventura ci renderemo conto che c'è qualcosa che non va. Qualcosa non quadra e quella che sembrava la nostra accogliente dimora ben presto si trasformerà in un vero e proprio inferno personale che darà il via ad un viaggio psichedelico e ben al di là della ragione. Un'odissea con l'unico obiettivo di creare un'opera perfetta, il nostro capolavoro definitivo.

Layers of Fear decide di proporci una storia non particolarmente originale, quella di un uomo distrutto sull'orlo della pazzia, ma lo fa sfruttando un linguaggio davvero unico e con una scrittura invidiabile nei dialoghi e nei monologhi, e nei tanti documenti sparsi per le stanze della casa che farà da sfondo al nostro incedere incerto.

La narrazione utilizzata da Bloober Team sfrutta vie tradizionali come collezionabili (lettere e disegni) e delle sorte di cutscene in cui un certo oggetto attiverà delle particolari memorie del protagonista, facendoci ascoltare dialoghi o monologhi interiori del passato. Ma si avvale anche dell'ambiente di gioco stesso, che si anima senza preavviso al nostro passaggio o di fronte al nostro sguardo.




Sui muri e sui mobili troveremo delle enigmatiche scritte che commentano le azioni e la vita stessa del protagonista.


Utilizzando delle scritte inquietanti ed enigmatiche, degli oggetti e un particolare design, le stanze della casa prenderanno vita raccontandoci una storia fatta di disagio, di dolore, di incomprensioni e di orrori forse troppo difficili da sopportare senza sprofondare nella pazzia.

Se le tematiche e la trama si allontanano dall'immaginario di P.T., così come il comparto grafico, i tratti comuni tra le due produzioni sono decisamente più chiare se si analizza il gameplay. Come promesso gli sviluppatori polacchi non ci propongono un survival horror, né tanto meno un'esperienza dotata di elementi action.

Il game over è praticamente impossibile e per quanto siano presenti alcuni "nemici" non ci troveremo mai a dover lottare all'ultimo sangue per la nostra sopravvivenza o a fuggire a gambe levate per nasconderci da un pericoloso inseguitore. Potremo bloccarci in alcune situazioni e in un certo senso morire ma nonostante questi piccoli 'intoppi' il gioco ideato da Bloober Team scorre senza particolari problemi per tutte le 4-5 ore di durata complessiva.

Ma questo scorrere senza intoppi equivale a far rientrare il gioco all'interno della categoria dei walking simulator, aggiungendo alla formula qualche banale jumpscare? Fortunatamente no. Cammineremo tra le stanze della nostra casa (e della nostra mente?) alla ricerca di oggetti specifici raccogliendo collezionabili per far luce sulla storia del nostro protagonista e trovandoci di fronte a qualche piccolo puzzle ambientale ma soprattutto a un'atmosfera incredibilmente azzeccata. Siamo chiari: i jumpscare ci sono eccome ma saranno gestiti con estrema attenzione e, per così dire, giustificati dalle tematiche e dalle situazioni trattate dal titolo.




I ragazzi di Bloober Team dimostrano di avere un ottimo gusto artistico.


Può un gioco in cui non si può o quasi morire e in cui i nemici sono quasi assenti tenerci costantemente all'erta e con il fiato sospeso? La risposta probabilmente varia in base alla sensibilità di ogni giocatore ma Layers of Fear sa indubbiamente spaventare facendo leva innanzitutto su quel concetto di "spazi impossibili" ripreso direttamente da P.T. Il pregio più grande di questa produzione è la capacità di stupire costantemente distruggendo lentamente ogni logica e mettendo a dura prova ogni legge della realtà senza per questo sfociare con troppe esagerazioni nell'assurdo.

La paura che inevitabilmente si mischierà alla tensione è legata proprio alla mancanza di certezze, alle interessanti idee che caratterizzano il design delle stanze, soprattutto dalla seconda metà di gioco in avanti. Nonostante una interattività limitata e la mancanza di minacce vere e proprie, il team polacco è riuscito a sfornare un gioco zeppo di tanta originalità, a partire dal setting e dall'orribile e meravigliosa arte che sarà la costante protagonista dell'avventura.

Mai come in questo caso l'aspetto tecnico e quello artistico sono agli antipodi per qualità e cura dei dettagli. Bloober Team si è basata su tantissimi capolavori del XIX secolo per riempire la casa del nostro protagonista di opere d'arte bellissime ma chiaramente nate da una mente contorta e che ha perso completamente la lucidità a causa di indicibili eventi traumatici e di una continua e ossessiva ricerca della perfezione.

Se da un punto di vista artistico l'utilizzo di Unity dimostra ancora una volta la versatilità di questo engine, non si può negare che da un lato meramente tecnico ci siano diversi problemi soprattutto dal punto di vista del frame rate. Nelle sezioni più pesanti in cui il gioco dovrà gestire un maggior numero di effetti ci saranno, infatti, dei cali piuttosto evidenti che, seppur non intaccano il gameplay, fanno inevitabilmente storcere il naso.

Di buona fattura anche il comparto sonoro con il tema principale particolarmente efficace a dispetto di una presenza piuttosto limitata delle musiche. Da questo punto di vista sono il doppiaggio (in Inglese e solo sottotitolato in Italiano) e gli effetti a far la parte del leone, contribuendo a creare quell'atmosfera che, come abbiamo spiegato, è il più grande pregio di questa produzione.

Layers of Fear è il primo gioco dichiaratamente ispirato a P.T. che sbarca sul mercato e lo fa nel migliore dei modi possibili: differenziandosi dalla propria fonte d'ispirazione. Il titolo dei Bloober Team riprende alcuni elementi del Playable Teaser di Silent Hills ma, cosa più importante, riesce a dimostrarsi un'esperienza originale. Non si tratta di un horror perfetto e adatto a tutti i palati a causa di evidenti limiti (poca sfida e poca interattività) ma i giocatori che sono alla ricerca di un'esperienza diversa dal sottogenere survival e da quello con contaminazioni da TPS, si troveranno tra le mani un titolo molto ispirato dal punto di vista artistico e delle atmosfere. Un folle dipinto che mostra un lato disturbante ma affascinante dell'arte.


8 / 10









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15/02/2016 11:45
 
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Layers of Fear - Recensione
multiplayer



Versione testata: PC Windows

Digital Delivery: Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo: 19.99 €





La vendetta di P.T.?

L'avventura horror di Bloober Team è pronta per esordire nella sua veste definitiva. Ecco le nostre impressioni dopo aver testato il codice completo

Nello scorso mese di settembre avevamo avuto modo di provare la versione Early Access di Layers of Fear ed esprimere le nostre prime impressioni a caldo. Come facevamo notare già in quel periodo, il progetto avviato dai ragazzi di Bloober Team disponeva di un ottimo potenziale, al punto da aver attirato su di sé l'attenzione e i consensi della community di Steam. Il giovane studio polacco non ha mai fatto mistero di essersi ispirato, in modo consistente, all'acclamato Playable Teaser proposto da Hideo Kojima e Guillermo del Toro prima della cancellazione di Silent Hills.

Come ha fatto notare in più occasioni Rafal Basaj, fondatore e leader di Bloober, le impressioni positive mostrate da parte degli utenti e l'impazzare del passaparola avvenuto sulla rete nelle ore successive alla pubblicazione di P.T., gli fece intuire che esisteva un certo interesse nei riguardi di un'esperienza horror dai profili non convenzionali, slegata dalle consuete meccaniche survival e incentrata su sensazioni claustrofobiche, forti implicazioni mentali e un uso molto attento di spazi e inquadrature. Layers of Fear è infatti un'avventura in prima persona, nella quale il giocatore sperimenta in presa diretta la follia di un artista maledetto. Vivere il dramma di quest'uomo significa anche entrare in contatto con le sue più brutali ossessioni e sfiorare un passato dai profili tristi ma al contempo inquietanti.

Trattandosi di un prodotto sperimentale Bloober ha avuto la necessità di ricevere feedback da parte del pubblico e di capire con un po' più di chiarezza cosa poteva funzionare e cosa invece avrebbe richiesto un cambio di rotta. Di conseguenza il gioco è stato proposto in accesso anticipato su Steam per tutta la parte finale del 2015 e adesso è pronto per fare il suo esordio su PC, PlayStation 4 e Xbox One, a partire dal 16 febbraio. Vediamo quindi di riassumere in via definitiva le emozioni che ci ha lasciato quest'opera, tenendo presente che alcune componenti hanno funzionato a dovere ma l'approfondimento di alcuni dettagli avrebbero donato una maggior completezza all'insieme.





Non voltatevi indietro

La build definitiva di Layers of Fear presenta differenze strutturali rispetto alla composizione della prima versione Early Access sulla quale avevamo potuto mettere le mani. Anziché limitarsi a far provare la prima parte dell'avventura nella sua interezza, Bloober ha infatti preferito estrapolare alcune sequenze significative del gioco completo, al fine di sintetizzare il contenuto e offrire un'idea un po' più precisa di cosa sarebbe stato disponibile a lavori completati. Così facendo erano anche stati eliminati molti di quei riferimenti narrativi, di natura prevalentemente testuale, che avrebbero potuto fornire troppe anticipazioni ai giocatori. Nel corso del provato avevamo intuito che il tormento dell'artista riguardava la moglie, rimasta pesantemente menomata in seguito a un incendio divampato all'interno dell'abitazione.

In realtà dai documenti che possono essere scovati e letti all'interno dello scenario si fa strada un'ipotesi piuttosto evidente e altrettanto inquietante su cosa sia accaduto in seguito alla tragedia, e si inizia a comprendere che i problemi del protagonista nascono da colpevoli mancanze di attenzione, crescono sotto forma di paranoie assortite e infine sfociano nell'orrore autentico. In alcuni momenti questi particolari vengono svelati sottovoce, sorretti dai pericolosi brusii che abitano la mente malata dell'artista. Ma il silenzio e l'atmosfera ovattata sono solamente un lato della medaglia.

Presto si fanno largo la distorsione delle immagini, l'impeto sonoro, la ferocia verbale nei confronti di ricordi che nella mente dilaniata del protagonista sono una ferita sgorgante di dolore e sorretta da bieche perversioni. Layers of Fear si svolge interamente all'interno di una singola abitazione, che tuttavia si presenta secondo forme e colori sempre nuovi e distorti dalle contorte elucubrazioni del suo proprietario, come se ci si trovasse intrappolati in un'allucinazione. Tecniche già utilizzate in P.T., come ad esempio l'alternanza tra luci e suoni, la costante apertura di porte che conducono in stanze dall'aspetto sempre diverso e l'atmosfera enormemente claustrofobica, sono state arricchite da Bloober con un tocco personale, assumendo come riferimento la pittura.

L'atmosfera opprimente regna incontrastata, intervallata da efficaci tecniche sonore e di montaggio. In molti momenti si intuisce che sta per accadere qualcosa di significativo ma, nonostante tutto, capita di saltare sulla sedia e di provare un livello di inquietudine costante, specialmente se si decide di giocare indossando delle buone cuffie con audio posizionale. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che buona parte dei segmenti più significativi ed efficaci erano già stati proposti nella formula compressa dell'Early Access e le altre parti, collocate come intermezzo tra questi momenti, non sempre sono riuscite a mantenersi sui livelli di intensità che ci eravamo prefigurati.

Avendo già provato il gioco la sensazione è che alcune di queste fasi siano stati collocate come riempitivo e collante, al fine di rendere l'esperienza un po' più longeva, senza peraltro rappresentare un considerevole valore aggiunto nell'economia dell'esperienza globale. In buona sostanza ci saremmo aspettati momenti ancora più coinvolgenti e stranianti, che al contrario si presentano in forma ridotta solo verso la parte conclusiva del giocato.





Tanta tensione, pochi enigmi

Se da un lato la tensione che si respira in Layers of Fear è palpabile ad ogni nuova porta che viene varcata, la nostra prova definitiva ha confermato anche un altro dubbio che avevamo già avanzato nel nostro precedente articolo, ovvero i limiti interattivi.

Le azioni che il giocatore è in grado di svolgere all'interno di stanze e corridoi sono davvero ridotte ai minimi termini. Si cammina, aprendo una porta dopo l'altra, si leggono documenti per cercare di ricostruire il filo logico del racconto e si fa costantemente ritorno nella camera dove troneggia l'opera incompiuta, allo scopo di aggiungere il tassello successivo. In definitiva lo scopo unico è quello di intuire quali siano i motivi che hanno spinto il protagonista a perdere del tutto il contatto con la realtà e a fargli vedere la sua stessa abitazione così distorta, terrificante e labirintica.

Al di là di questi fattori c'è davvero poco altro, si tratta soprattutto di un'esperienza visiva e sensoriale, dove musica e immagini giocano un ruolo dominante e possono influenzare anche i giocatori meno impressionabili. Sotto un certo punto di vista si sarebbe senza dubbio potuto spendere qualche sforzo in più sulla presenza degli enigmi, che al contrario viene solamente abbozzata. Nel provato ne era presente solamente uno ed era strutturato in modo molto basilare, pertanto ci eravamo dati il beneficio del dubbio.

In realtà anche i tentativi successivi si confermano sulla medesima linea, prevedendo per lo più la raccolta di oggetti per sbloccare i passaggi verso le stanze successive, oppure la semplice ricerca di combinazioni di numeri per l'attivazione di serrature e meccanismi segreti. In sintesi gli enigmi veri e propri sono davvero pochi e non sono affatto pensati per mettere in difficoltà il fruitore.

Tutto sommato avrebbe avuto senso rendere questi segmenti un po' più articolati - anche alla luce di una longevità piuttosto ridotta dell'insieme - sia sul piano prettamente organizzativo che dal punto di vista emotivo e psicologico. Niente da eccepire invece per quanto riguarda il comparto sonoro, a ben vedere tra i lati più riusciti della produzione. I suoni secchi, i lamenti e le distorsioni rappresentate dalla follia interiore dell'artista vengono magistralmente intervallate da momenti nei quali la musica cresce, con melodie dapprima malinconiche e improvvisamente sibilline, capaci di incutere un profondo senso di disagio nell'ascoltatore.






Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

Processore Intel Core i7 -4770
16 GB di RAM
Scheda video NVIDIA GeForce GTX 970
Sistema operativo Windows 10 Pro

Requisiti Minimi

Processore Quad Core Q8400
4GB di RAM
Scheda video GeForce GTX 560 1GB/Radeon R7 250X 1GB
5GB di spazio su HD




7.5

Layers of Fear è un'esperienza horror coinvolgente, capace di immedesimarci all'interno di un loop sempre più disturbato e raccapricciante. L'obiettivo di suscitare tensione e infondere spavento è riuscito a meraviglia, ciò nondimeno l'approccio scelto da Bloober ha tolto qualcosa in chiave interattiva, rendendo il fluire dei livelli molto lineare e per niente plasmabile da parte del giocatore. Gli enigmi avrebbero potuto sopperire a questa esigenza, donando un maggior bilanciamento complessivo, ma appare evidente che non si sia voluto osare più del dovuto. Il gioco rimane comunque caldamente consigliato a tutti gli estimatori di P.T. e a chi sia alla ricerca di una deriva horror un po' diversa dai grandi classici.

Pro

+ Ottimo utilizzo di inquadrature e distorsioni dell'immagine
+ Riesce a incutere forte tensione
+ La parte sonora gioca un ruolo cruciale

Contro

- Interazione ridotta ai minimi termini
- Enigmi solamente abbozzati



[Modificato da li4m 15/02/2016 11:55]







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15/02/2016 11:46
 
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Layers of Fear: i voti della stampa internazionale
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Sono disponibili da poco i primi voti che la stampa internazionale ha assegnato a Layers of Fear, horror game in arrivo il 16 febbraio su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Le valutazione sono nel complesso positive con una media che si attesa sopra la sufficienza.

Vi riportiamo qui di seguito i voti ottenuti da Layers of Fear:

PushSquare: 8/10
iDigitalTimes: 3/5
Hardcore Gamer: 3/5
Videogamer: 7/10
Time: 3/5
GameRadar: 5/5
GameSpot: 7/10
Destructoid: 7/10









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bell!








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15/02/2016 14:23
 
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Mi sto gia' cagando sotto!!
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Da quello che ho capito è solo un "viaggio" introspettivo....nel senso ...non ci sono enigmi,nemici o quant'altro giusto?
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