"Raikkonen andrà alla Ferrari"
E' la previsione di Bernie Ecclestone: "Se però Schumi continua, a Kimi non resterà che la Renault". Il patron della Formula Uno "assolve" Briatore: "Vittima di Alonso, ma anche Ron Dennis..."
Chissà se Alonso, ieri, ha letto i giornali con le reazioni all’annuncio-bomba del suo passaggio alla McLaren nel 2007. Di sicuro tutte le parole scritte in ogni angolo d’Europa sono state vivisezionate negli uffici di Renault Sport dalle poche persone che non sono ancora in vacanza. E poi passate, nel plico della rassegna-stampa, agli alti dirigenti. Se Alonso è un amore finito, il «caso» è Flavio Briatore, col suo duplice ruolo di responsabile della Renault F.1 e, cosa non trascurabile, di manager di Fernando Alonso. Che sia stato lui a vendere il campione del mondo alla McLaren? L’ipotesi è stata avanzata da molti, tanto che c’è chi ha ipotizzato una immediata crisi tra Briatore ed il presidente Carlos Ghosn. Al momento la situazione non è così al limite. Perché Briatore aveva già informato, tra martedì e mercoledì scorso, i vertici dell’industria francese del fatto che Alonso stesse per passare alla McLaren, in una operazione portata avanti direttamente dal pilota, senza il suo intervento. Briatore lo ha anche precisato ieri con un comunicato personale, diramato però dalla Renault. Poche righe che sarebbero state molto più gradite 24 ore prima, ma Briatore, in una condizione di evidente imbarazzo, ha preferito stare alla finestra. Anche perché un italiano che dirige un plotone di 850 uomini tra Viry Chatillon ed Enstone non può avere un consenso unanime. I francesi non hanno mai visto di buon occhi gli italiani, figurarsi uno vincente. Ma questo è un altro discorso. Dicono in Renault: «Briatore non è in pericolo, nessuno lo mette in discussione. Sarà sempre lui sul ponte di comando nella prossima stagione. Oggi preoccupa di più l’avvenire della F.1 e le relative politiche dei costi, che non la perdita di un pilota». Intanto, su questa vicenda straordinaria dal punto di vista sportivo e variamente interpretabile da quello umano (Briatore), ci è parso opportuno sentire un’opinione importante. Quella di Bernie Ecclestone, che della F.1 è il patron indiscusso, oltre che il manovratore occulto di tante situazioni, considerando che fu lui a portare alla Ferrari sia Schumacher sia Todt. Quindi è uno che di cambi di casacche se ne intende. «Mi viene in mente — dice Ecclestone partendo da lontano — quando io ero proprietario della Brabham e, nell’estate del 1977, contattai Lauda a Monza, offrendogli un posto per la stagione successiva. Lui mi rispose subito di sì. Ma io gli dissi: "Guarda Niki, non voglio avere nessuna questione con Enzo Ferrari. Spiegagli tu come sono andate le cose, poi daremo l’annuncio". Lo fece. In questo caso è stato Alonso a trattare con Dennis, evitando Briatore. So come sono andate le cose, non posso raccontare i dettagli. Flavio è rimasto, come dire, bidonato. Per giunta, essendo Dennis il più acerrimo nemico di Briatore, gli ha fatto il dispetto di esporre in piazza le cose per metterlo in difficoltà. Non è stato bello, anche se il furto di piloti tra team è normale. Dennis e Briatore avrebbero potuto concordare un comunicato ed entrambi ne sarebbero usciti molto meglio. La mossa di Dennis non è stata intelligente». Ecclestone, che resta un grande appassionato di corse, commenta poi lo stesso fatto da un’altra angolazione: «Non mi ha sorpreso che Alonso abbia deciso di lasciare la Renault. Suppongo che il suo nome fosse nella lista di tutti i grandi i team. Del resto la McLaren, sapendo che Raikkonen andrà alla Ferrari, ha fatto bene a prendere il meglio che c’era in circolazione, ossia Alonso...». Continua: «Sì, penso che Raikkonen andrà alla Ferrari. E’ nell’interesse di ambo le parti. Ma non è detto che finisca così. Perché se Schumacher continuerà oltre il 2006, sempre con la Ferrari, Raikkonen dovrà trovarsi un’altra sistemazione. A quel punto potrebbe magari finire alla...Renault!». Ecclestone è un ammiratore di Schumacher: «E’ sempre vincente e sarà lui il favorito del prossimo campionato. Non lo vedo stanco al punto di pensare a un abbandono. Corre perché si diverte, ha superato la barriera dei soldi. Con la Ferrari ed i suoi uomini ha instaurato un rapporto intenso, d’amore. Non correrà mai con un’altra squadra». Qualche battuta sul suo Natale a Londra, sulle figlie che subito dopo partiranno, un paio di pettegolezzi, poi Ecclestone torna su Briatore: «Mai e poi mai potrei pensare che ha ceduto un suo pilota, uno qualsiasi, a Dennis. In questo caso, un caso raro, Briatore si è trovato fuori dai giochi, impossibilitato a intervenire, perché Alonso non voleva più stare alla Renault». Ridacchia, Bernie, col sorrisino di chi ne ha viste tante. E commenta: «Io preferirei una F.1 con piloti che si fanno i loro affari direttamente. Come capitava con Lauda, Prost, Senna, Berger. Invece adesso non vivono se non hanno il manager alle spalle. Manie inutili. Avessi una squadra, non accetterei mai di trattare con un manager. Io ero abituato a guardare in faccia chi ingaggiavo, osservarlo nella trattative, scoprirlo. Chi era bravo a fare affari di solito andava anche forte. Ma la F.1 è cambiata e oggi capita che chi ha un team curi anche gli interessi di un suo pilota. Non c’è solo Briatore...».