da gazzetta.it
Dopo gli avvisi ecco le accuse della Procura: Gabriele e Palanca avrebbero favorito la formazione siciliana. E Dal Cin ai magistrati fa il nome di Moggi.
NAPOLI, 12 luglio 2004 - Due arbitri di serie A, Marco Gabriele e Luca Palanca, calciatori e dirigenti di società di tutt'Italia sono tra i destinatari di 14 nuove informazioni di garanzia emesse dalla Procura
della Repubblica di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sul calcio scommesse avviata nel maggio scorso. E per questo i due fischietti sono stati sospesi dall'Associazione italiana arbitri. Lo ha reso noto la Federcalcio spiegando che il provvedimento è da considerarsi un atto dovuto per il regolamento interno dell'Associazione.
Le accuse dei pubblici ministeri titolari dell'inchiesta, Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice, sono pesanti: i due direttori di gara risulterebbero coinvolti, secondo intercettazioni telefoniche e dichiarazioni fornite nel corso di interrogatori, per una loro attività "tesa a favorire il Messina Calcio". Più volte, in telefonate tra indagati alla ricerca di partite sicure sulle quali scommettere, ad esempio, è stata data per sicura la vittoria del Messina nel corso dell'incontro dell'ultimo campionato con il Venezia, arbitrato da Palanca. Il match ebbe sviluppi drammatici nel finale con l'espulsione di tre giocatori del Venezia dopo che si era generata una vera e propria rissa in campo ed era stato allontanato il tecnico del Venezia, Gregucci. Il Messina, dopo aver rimontato la rete di svantaggio subita nel primo tempo, era passato in vantaggio con un calcio di rigore concesso al 36' del secondo tempo. A proposito di questa gara, era stato sentito l'amministratore unico del Venezia Dal Cin che ai magistrati ha parlato di una "combriccola romana", un gruppo di arbitri legati alla Gea dunque alla famiglia Moggi (a lato il testo del decreto di perquisizione).
Indagati anche il presidente del Modena, Romano Amadei e il direttore sportivo della società, Doriano Tosi, il direttore sportivo del Cagliari Nicola Salerno, che per i pm rappresenterebbe il misterioso "Santone", e i calciatori Alberto Nocerino, Maurizio Caccavale, Giuseppe Alessi, Luca Gentili, Gianluca Luppi, Salvatore Aronica, Ivano Pastore, Pasquale Lo Giudice e Luis Landini. Perquisizioni sono state effettuate la scorsa notte dagli agenti della Direzione investigativa antimafia e dal reparto operativo dei carabinieri del comando provinciale di Napoli su disposizione dei pubblici ministeri.
Il legale del Modena, l'avvocato Mattia Grassani, ha confermato le perquisizioni compiute in mattinata nelle residenze di Amadei e Tosi, entrambe a Sorbolo in provincia di Parma. Amadei e Tosi si sono poi recati nella caserma dei carabinieri di Sorbolo per espletare le formalità del caso. "Le perquisizioni hanno avuto esito negativo", ha detto Grassani.
Il coinvolgimento di Amadei sarebbe in relazione alla partita Chievo-Modena giocata il 2 maggio di quest'anno e finita con la vittoria per 2-0 per gli emiliani. Amadei, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, avrebbe contribuito ad influenzarne il risultato, anche sulla scorta di alcuni crediti che avrebbe vantato nei confronti della squadra veneta. Il coinvolgimento di Amadei emerge dal contenuto di alcune intercettazioni telefoniche e in particolare da una conversazione tra Luigi Saracino, indicato come organizzatore di scommesse, e Salvatore Ambrosino, centrocampista del Grosseto, entrambi già indagati nella prima fase dell'inchiesta. Durante questa telefonata, a proposito della partita Chievo-Modena Saracino riferisce: "Ho saputo da Marasco (giocatore del Modena indagato nella prima tranche delle indagini, ndr) che il Chievo regala su un piatto d'argento il pareggio al Modena".