Ma è quello dell'Atalanta, la nuova squadra dell'ex milanista e laziale. "Potevo andare in Qatar e guadagnare di più, invece ho scelto un progetto".
BERGAMO, 21 luglio 2004 - I tifosi lo hanno già eletto a capitano ideale, con la speranza che con il suo carisma e il suo passato riesca a rendere meno sofferta la stagione dell'Atalanta in serie A. Lui, Demetrio Albertini, ringrazia per i complimenti e per la stima, ma rinvia certe investiture.
"Sono qui appena da un giorno - ha glissato alla presentazione di oggi pomeriggio - e poi queste sono questioni interne. Lasciatemi prima conoscere i compagni. So che venendo all'Atalanta avrò certe responsabilità, ma non saranno né maggiori né minori di quelle che ho sempre avuto in passato. Non mi tiro certo indietro. Avevo la possibilità di andare a giocare in Qatar, dove avrei guadagnato di più, invece ho scelto un progetto. Quello di far parte di una squadra giovane, in una società tra le più serie del panorama calcistico italiano, e sapete bene che è sempre più difficile trovarne. Anche io sono stato un giovane calciatore, ho incominciato a giocare presto, e nella mia carriera ho sempre trovato gente più matura che mi ha aiutato. Adesso è arrivato il mio turno".
C'è chi lo vede come salvatore della Patria, chi nell'Atalanta gli ritaglia un ruolo simile a quello che Roberto Baggio ha avuto negli ultimi anni a Brescia, ma di fronte a certe aspettative Albertini si mette a ridere: "Ho detto che non ho paura delle responsabilità, ma salvatore della Patria mi serve davvero troppo. Non sarebbe neppure un vantaggio per la squadra legare i propri destini a una sola persona. In quanto a Baggio, beh, è stato un grande campione che ha sempre segnato 15-20 gol a stagione. Io ne ho segnati 35 in tutta la carriera, abbiate pazienza".
Una cosa Albertini si sente di promettere: "Sarò al servizio della squadra, come è sempre stato. Inoltre, mi piacerebbe trasmettere ai compagni la voglia di giocare all'attacco, sempre per vincere. E' meglio rischiare di perdere per cercare di vincere piuttosto che non provarci nemmeno. Questo modo di vedere le cose permette di creare consapevolezza nei propri mezzi. E per una squadra che punta alla salvezza è importante partire bene". Qualcuno sostiene che Albertini non sia più il giocatore del passato, che sia alla frutta. Il centrocampista non raccoglie la provocazione: "Questi sono dubbi che il presidente Ruggeri e il tecnico Mandorlini non hanno, quindi non vedo perché dovrei preoccuparmi io. Aspettatemi di vedermi in campo, poi giudicherete. Nella Lazio sono partito bene, poi Mancini ha preferito fare altre scelte, ha preferito puntare su giocatori con altre caratteristiche. Ne ho preso atto, senza polemiche".
Il presidente Ivan Ruggeri ha detto che Albertini non è stato ingaggiato "perché la piazza voleva il grande colpo, ma perché cercavamo un giocatore con quel tipo di caratteristiche. Qui da noi c'è aria buona, mi auguro che Albertini possa giocare fino a 40 anni, come è accaduto a Carrera".
IO POSO DIRE FORZA DEMETRIO