Il futuro della favola Chievo

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Stoneface
00martedì 4 gennaio 2005 11:41


Campedelli è in procinto di vendere il Chievo. Il più giovane proprietario e presidente di una squadra di serie A, dal volto e dagli occhiali alla Harry Potter pare aver deciso di smettere di volare con la fantasia e con la sua squadra di Verona. Franco Berardi, padrone di una finanziaria immobiliare, la Sarfisa di Brescia e già sponsor delle rondinelle, avrebbe firmato un compromesso con la società gialloblu per l'acquisto.

"Gli ho dato dei soldi, se si tira indietro mi dovrà restituire il doppio", queste le parole pesanti di Berardi e del suo uomo di fiducia, Stefano Tacconi, per cui si prevede l'incarico di presidente. Entro il dieci di gennaio si attende l'ufficialità dell'accordo.

Il progetto di Berardi pare avere le fondamenta solide, gli investimenti ci saranno, e la squadra pare già completa, con Angelo Inselvini amministratore delegato, Fabrizio Cabrini direttore generale, Tacconi appunto presidente e la conferma di Mario Beretta sulla panchina della squadra.

Il Chievo dei miracoli, che stupì tutti nella prima stagione di A nel 2001, raccogliendo l'ammirazione e la speranza di tutti i tifosi, delusi e stufi delle squadre bancarottiere infarcite di campioni strapagati e arroganti. Il Chievo dal calcio basato su duro lavoro, schemi precisi e umiltà che sembrava finalmente imporre un ritorno alle origine eroiche. Quel Chievo che tuttavia pareva man mano aver perso quell'aurea mitica. E con l'addio di Campedelli la trasformazione in squadra "normale" pare compiuta.

Da quella partita del dicembre 2001 a San Siro dove Del Neri sconfisse l'Inter per 2-1, portandosi in testa alla classifica spaventando non poco il calcio che conta è passato molto tempo. Il Chievo è rimasto invischiato nella faccenda Eriberto, nei trasferimenti difficili del medesimo, diventato Luciano, e di Manfredini e nel processo per le partite truccate.

Insomma il sogno di Campedelli rischiava di diventare un incubo, e da buon manager più attento all'azienda di pandori, la Paluani, che al pallone ha scelto di vendere. E di condannare il Chievo ad essere una squadra normale, che magari vince, ma fa sognare di meno.

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