È morto ieri, Manuel Fernández Pahiño, il grande Pahiño, forse il più grande attaccante galiziano della storia. Lasciatemi usare questo pezzo di forum per ofrirgli un piccolo omaggio, ora che mi sento triste perche è sparito un pezzo di storia del calcio. Mi sento nel dovere di scrivere questo articolo. Mio nonno mi dice sempre: "questo Adriano è forte, ma Pahiño segnava con quella potenza e non solo con un piede, usava tutti e due"
Pahiño nasce il 21 gennaio 1923. A 19 anni è acquistato dal Celta de Vigo, si tratta di un attaccante potente, con un buon gioco di testa ma sopratutto con una capacitá incredibile per fare gol, stiamo davanti a un giocatore che non si nasconde mai, uno che lotta fino alla fine...
Nella stagione 1944-45, la squadra -retrocessa l'anno prima- arriva al playoff di promozione alla Serie A. Partita secca a Madrid contro il Granada. La gara comincia con 2 gol di Pahiño, ma una botta di un avversario gli frattura il perone. L'allenatore gli chiede di continuare, gli mette la benda e Pahiño continua correndo e lottando come sempre. La partita finisce 4-1. Il Celta in Serie A. Dicono che quando è finita la partita la tibia del giocatore era visibile. D'ora in poi viene chiamato "El delantero valiente" -l'attaccante valoroso-
Pahiño si riprende del grave infortunio e gioca anni d'oro con la squadra celeste, risultando capocannoniere della Liga nella stagione 1947-48 con 23 reti in 22 partite, arrivando il Celta 4º in classifica e finalista di coppa. Quell'anno successe un fatto importante nella sua carriera, il suo esordio con la nazionale spagnola. Il 20 giugno 1948 sta per cominciare la partita contro la Svizzera e pochi minuti prima dell'inizio scende nello spogliatoio un importante militare, Gomez Zamalloa, inviato da Franco, che rivolgendosi ai giocatori dice questa frase urlando: " Y AHORA MUCHACHOS , COJONES Y ESPAÑOLÌA" ; chiedendo sentimento patriotico spagnolo...
Pahiño cominció a ridere ironicamente, mostrando la sua antipatia per il concetto di nazione spagnola e sopratutto la sua posizione contro il regime fascista di Franco. Quel giorno Pahiño segnò il gol del pareggio 3-3 e 10 giorni dopo il Real Madrid l'acquista, giocando 5 stagione a Madrid, essendo capocannoniere nella 52-53 con 28 gol, ma lottando sempre tutti questi anni col mitico Zarra in quella classifica.
Ma Pahiño non giocava con la nazionale, quel sorriso gli risultò molto costoso perche solo gioca da quel giorno in poi 1 partita con la nazionale A e 2 con una pseudo-nazionale B, anche se la stampa lo chiedeva, sapendo che era un fenomeno.
Un aneddoto curioso è quello successo in una partita tra real e barça a Madrid. Dopo una spinta del difensore del Barcelona Biosca, Pahiño rispose con un brutto intervento, molto duro.
Il giorno dopo, il giornale ARRIBA, che si poteva considerare con il giornale ufficiale del regime, titolava: "Che potete aspettare di uno che legge Tolstoi e Dostoyewski!"
Pahiño lascia la maglia numero 9 del Real a Alfredo di Stefano nel 1953 e si trasferisce a Coruña per giocare nel Deportivo. Nel 1954 spugna il Chamartin (antico nome del Bernabeu) 1-2, per la prima volta nella storia del deportivo, segnando lui 2 gol storici. La seconda vittoria al Bernabeu dei corognesi è stata 2 mesi fa, cioè 50 anni dopo.
Finalmente gioca una stagione nel Granada, ritirandosi nel 1957.
Pahiño giocò 125 partite di campionato segnando ben 108 reti.
Uno dei grandi della storia del calcio galiziano, un mito...RESTA IN PACE PAHIÑO