MALATO È IL CALCIO NON I TIFOSI

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slim
00giovedì 21 aprile 2005 19:59
di MASSIMO FINI
È perfettamente inutile che il Viminale e la Federcalcio adottino la "tolleranza zero", decidano la sospensione della gara, la sconfitta a tavolino per la squadra di casa e la squalifica del campo al primo petardo lanciato sul terreno di gioco, che il
questore abbia la facoltà di non autorizzare la partita se in città, prima del match,
sono avvenuti tafferugli, che gli ingressi siano aperti in anticipo per permettere
perquisizioni sempre più accurate,anche con personale femminile, che schiere di
poliziotti siano impegnati durante la settimana per la bonifica degli stadi e dei
loro dintorni, che si minaccino leggi e pene severissime per i trasgressori, più
severe di quelle che puniscono (o meglio non puniscono) gli autori di reati finanziari
gravissimi, che si vogliano addirittura proibire gli striscioni non "politically correct" e che, insomma, si cerchi di scoraggiare in tutti i modi i tifosi violenti.
È perfettamente inutile perché malati non sono i tifosi, malato è il calcio. Violenti non sono i tifosi, violento è diventato il calcio, per essere più precisi, la malattia e la violenza dei primi sono la conseguenza della malattia e della violenza del secondo.
Il calcio era una straordinaria festa nazionalpopolare, un rito collettivo che si celebrava la domenica come la messa, carico di significati simbolici, mitici, sentimentali, identitari. Ed era anche una pacifica metafora della guerra che, con le urla, gli insulti all'arbitro nella funzione farmaceutica di "capro espiatorio" (in greco il "capro espiatorio" era chiamato "pharmakos") gli striscioni anche truculenti, serviva a scaricare l'aggressività naturale che è in ciascuno di noi, a
canalizzarla in modo intelligente, a controllarla.
Nel corso del tempo tutti questi motivi rituali, mitici, simbolici, identitari sono stati spazzati via dallo show-business. Quell'antica festa è stata ridotta a una pura partita di denaro, a un affare colossale, con in gioco interessi economici enormi, televisivi e pubblicitari. Le partite sono state spalmate sull'intera settimana,
e quando non c'è il campionato, il martedì e il mercoledì c'è l'odiosa Champion's League al posto della vecchia, cara Coppa dei Campioni cui partecipavano ad eliminazione diretta solo le squadre che avevano vinto lo scudetto e quindi con un numero di incontri molto minore, il giovedì c'è l'Uefa. Di calcio si parla, invece che
il lunedì mattina negli uffici, nelle fabbriche, al bar, tutta la settimana in talk-show demenziali con protagonisti altrettanto demenziali. I giocatori non sono più solo giocatori, dei in campo e gente qualunque fuori, ma testimonial, sponsor, divi del jet set internazionale di cui i giornali raccontano amori, fidanzate, figli, famiglia (ma perché mai, perdio, devono sapere tutto delle scopate di Totti? Totti lo voglio, e lo devo, vedere solo in campo a fare le cose straordinarie che sa fare e stop).

Come si poteva pensare che proprio i tifosi, e in particolare il lumpenproletariat più
emarginato che si nutre solo di pallone, sfuggissero a questa enfiagione mostruosa del calcio, a questo autentico cancro che dirama ormai la sue metastasi in tutte le direzioni? Anche i tifosi vogliono sentirsi protagonisti di questo
Barnum e ritagliarsi la loro fetta di importanza. La loro violenza fisica è un riflesso della violenza economica che è ormai la vera cifra del calcio. Le partite, oggi, non sono più partite ma sopraffazione economica di chi ha più denaro e può comprarsi ogni anno i giocatori migliori, i più forti tecnicamente, i più attrezzati fisicamente, strappandoli alle altre squadre d'Italia, d'Europa, del mondo, su chi ne ha meno. Inoltre nel tifoso che getta oggetti sul campo, danneggiando la propria squadra, la "squadra del cuore", c'è, seppure inconscio, il sottile e masochistico piacere di
partecipare anch'egli alla definitiva demolizione di un meraviglioso giocattolo che gli è stato distrutto sotto gli occhi. Il tifoso violento è come il bambino che, per rabbia,
calpesta il giocattolo che qualcun altro gli ha rotto. E non è il peggiore in questa
storia. L'estate di due anni fa gli ultras di 78 squadre di A, B e C manifestarono, molto civilmente e senza dar luogo ad alcun incidente, sotto la sede della Federcalcio a Milano al grido di: «Ridateci il calcio di una volta». Con i numeri dall'1 all'11 come una volta, con le partite giocate solo il pomeriggio della
domenica come una volta, con giocatori che non passino da una squadra all'altra ogni campionato o addirittura durante il campionato, con meno peruviani, coreani, nigeriani in campo e più "enfants de pays" e così via. Ma non sono stati ascoltati. Sono stati anzi irrisi come individui fuori dal loro tempo. Bene, allora i tempi sono questi. Teneteveli.

Bell'articolo. Finalmente qualcuno apre gli occhi.
Johncena a
00giovedì 21 aprile 2005 20:04
Cioè questo giustifica la violenza dei tifosi in questo modo? RIDICOLO!

JaMaIcAdue
00giovedì 21 aprile 2005 20:15
Finalmente qualcuno che in parte dice qualcosina di sensato
slim
00giovedì 21 aprile 2005 20:27
Re:

Scritto da: Johncena a 21/04/2005 20.04
Cioè questo giustifica la violenza dei tifosi in questo modo? RIDICOLO!




ma l'hai letto almeno? che centra la tua frase?...mah...[SM=x35299]
Ensarn
00giovedì 21 aprile 2005 20:44
Re:

Scritto da: slim 21/04/2005 19.59
di MASSIMO FINI
È perfettamente inutile che il Viminale e la Federcalcio adottino la "tolleranza zero", decidano la sospensione della gara, la sconfitta a tavolino per la squadra di casa e la squalifica del campo al primo petardo lanciato sul terreno di gioco, che il
questore abbia la facoltà di non autorizzare la partita se in città, prima del match,
sono avvenuti tafferugli, che gli ingressi siano aperti in anticipo per permettere
perquisizioni sempre più accurate,anche con personale femminile, che schiere di
poliziotti siano impegnati durante la settimana per la bonifica degli stadi e dei
loro dintorni, che si minaccino leggi e pene severissime per i trasgressori, più
severe di quelle che puniscono (o meglio non puniscono) gli autori di reati finanziari
gravissimi, che si vogliano addirittura proibire gli striscioni non "politically correct" e che, insomma, si cerchi di scoraggiare in tutti i modi i tifosi violenti.
È perfettamente inutile perché malati non sono i tifosi, malato è il calcio. Violenti non sono i tifosi, violento è diventato il calcio, per essere più precisi, la malattia e la violenza dei primi sono la conseguenza della malattia e della violenza del secondo.
Il calcio era una straordinaria festa nazionalpopolare, un rito collettivo che si celebrava la domenica come la messa, carico di significati simbolici, mitici, sentimentali, identitari. Ed era anche una pacifica metafora della guerra che, con le urla, gli insulti all'arbitro nella funzione farmaceutica di "capro espiatorio" (in greco il "capro espiatorio" era chiamato "pharmakos") gli striscioni anche truculenti, serviva a scaricare l'aggressività naturale che è in ciascuno di noi, a
canalizzarla in modo intelligente, a controllarla.
Nel corso del tempo tutti questi motivi rituali, mitici, simbolici, identitari sono stati spazzati via dallo show-business. Quell'antica festa è stata ridotta a una pura partita di denaro, a un affare colossale, con in gioco interessi economici enormi, televisivi e pubblicitari. Le partite sono state spalmate sull'intera settimana,
e quando non c'è il campionato, il martedì e il mercoledì c'è l'odiosa Champion's League al posto della vecchia, cara Coppa dei Campioni cui partecipavano ad eliminazione diretta solo le squadre che avevano vinto lo scudetto e quindi con un numero di incontri molto minore, il giovedì c'è l'Uefa. Di calcio si parla, invece che
il lunedì mattina negli uffici, nelle fabbriche, al bar, tutta la settimana in talk-show demenziali con protagonisti altrettanto demenziali. I giocatori non sono più solo giocatori, dei in campo e gente qualunque fuori, ma testimonial, sponsor, divi del jet set internazionale di cui i giornali raccontano amori, fidanzate, figli, famiglia (ma perché mai, perdio, devono sapere tutto delle scopate di Totti? Totti lo voglio, e lo devo, vedere solo in campo a fare le cose straordinarie che sa fare e stop).

Come si poteva pensare che proprio i tifosi, e in particolare il lumpenproletariat più
emarginato che si nutre solo di pallone, sfuggissero a questa enfiagione mostruosa del calcio, a questo autentico cancro che dirama ormai la sue metastasi in tutte le direzioni? Anche i tifosi vogliono sentirsi protagonisti di questo
Barnum e ritagliarsi la loro fetta di importanza. La loro violenza fisica è un riflesso della violenza economica che è ormai la vera cifra del calcio. Le partite, oggi, non sono più partite ma sopraffazione economica di chi ha più denaro e può comprarsi ogni anno i giocatori migliori, i più forti tecnicamente, i più attrezzati fisicamente, strappandoli alle altre squadre d'Italia, d'Europa, del mondo, su chi ne ha meno. Inoltre nel tifoso che getta oggetti sul campo, danneggiando la propria squadra, la "squadra del cuore", c'è, seppure inconscio, il sottile e masochistico piacere di
partecipare anch'egli alla definitiva demolizione di un meraviglioso giocattolo che gli è stato distrutto sotto gli occhi. Il tifoso violento è come il bambino che, per rabbia,
calpesta il giocattolo che qualcun altro gli ha rotto. E non è il peggiore in questa
storia. L'estate di due anni fa gli ultras di 78 squadre di A, B e C manifestarono, molto civilmente e senza dar luogo ad alcun incidente, sotto la sede della Federcalcio a Milano al grido di: «Ridateci il calcio di una volta». Con i numeri dall'1 all'11 come una volta, con le partite giocate solo il pomeriggio della
domenica come una volta, con giocatori che non passino da una squadra all'altra ogni campionato o addirittura durante il campionato, con meno peruviani, coreani, nigeriani in campo e più "enfants de pays" e così via. Ma non sono stati ascoltati. Sono stati anzi irrisi come individui fuori dal loro tempo. Bene, allora i tempi sono questi. Teneteveli.

Bell'articolo. Finalmente qualcuno apre gli occhi.





Troppo lungo non lo leggerò mai, ma quoto il titolo, è il mio pensiero...
Scanto
00giovedì 21 aprile 2005 20:46
ma è il manifesto dei "ROSICONI"
Johncena a
00giovedì 21 aprile 2005 20:46
Re: Re:

Scritto da: slim 21/04/2005 20.27


ma l'hai letto almeno? che centra la tua frase?...mah...[SM=x35299]



ho letto tutto, e questa frase "La loro violenza fisica è un riflesso della violenza economica che è ormai la vera cifra del calcio" mi ha davvero irritato, non per ciò che dice ma per il fatto che giustifica la violenza negli stadi [SM=x35299]


[Modificato da Johncena a 21/04/2005 20.47]

Kimbo
00giovedì 21 aprile 2005 20:50
un conto è denunciare giustamente la stato pessimo del "sistema calcio" italiano ed europeo, un altro è sfruttare questa situazione tragica come paraculaggine verso i gesti di quei delinquenti travestiti da tifosi, caro Fini...

slim
00giovedì 21 aprile 2005 20:50
Re:

Scritto da: Scanto 21/04/2005 20.46
ma è il manifesto dei "ROSICONI"



massimo fini? [SM=x35281] ma che dici![SM=x35313]
mimmodugno
00giovedì 21 aprile 2005 20:54
Re: Re:

Scritto da: Ensarn 21/04/2005 20.44




Troppo lungo non lo leggerò mai, ma quoto il titolo, è il mio pensiero...

cosa quoti il titolo d un articolo che non hai letto[SM=x35294][SM=x35281]
Ensarn
00giovedì 21 aprile 2005 20:59
Re: Re: Re:

Scritto da: mimmodugno 21/04/2005 20.54
cosa quoti il titolo d un articolo che non hai letto[SM=x35294][SM=x35281]




del topic....non ci vuole una laurea a capirlo.....vabbeh a Lampedusa mi sa che c'è qualche cromosoma 21 in più....[SM=x35281]

[Modificato da Ensarn 21/04/2005 20.59]

Gnorkie
00venerdì 22 aprile 2005 00:42
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Ensarn 21/04/2005 20.59



del topic....non ci vuole una laurea a capirlo.....vabbeh a Lampedusa mi sa che c'è qualche cromosoma 21 in più....[SM=x35281]

[Modificato da Ensarn 21/04/2005 20.59]




[SM=x35304] [SM=x35304] [SM=x35304] [SM=x35304]
Husain
00venerdì 22 aprile 2005 00:44
Re:

Scritto da: Kimbo 21/04/2005 20.50
un conto è denunciare giustamente la stato pessimo del "sistema calcio" italiano ed europeo, un altro è sfruttare questa situazione tragica come paraculaggine verso i gesti di quei delinquenti travestiti da tifosi, caro Fini...




[SM=x35278]

Il titolo piu corretto è "Malato è il calcio, INSIEME AI tifosi" [SM=x35274]

[SM=x35273]
genomakiller
00venerdì 22 aprile 2005 01:39
Re: Re:

Scritto da: Husain 22/04/2005 0.44


[SM=x35278]

Il titolo piu corretto è "Malato è il calcio, INSIEME AI tifosi" [SM=x35274]

[SM=x35273]


Quoto...perchè sti cazzi, il calcio di ora sarà solo un totale interesse economico e basta, ma i minchioni che si menano, vandalizzano, distrugono, lanciano oggetti in campo, sui giocatori o arbitri non hanno motivo di esistere, quindi io quoto la tolleranza zero e quoto il fatto di punire le società...

Personalmente guardo gli stadi inglesi e mi si illuminano gli occhi e mi incazzo a morte, vedendo la stupidità che regna negli stadi italiani...e comunque rimpiango il campionato solo ed esclusivamente alla domenica pomeriggio, e poi quoto il discorso per la coppa campioni, ed il fatto delle trasmissioni monnezza...
Rahxephon
00venerdì 22 aprile 2005 02:02
Ogni discorso come questo,che partendo da basi ben condivisibili,arriva in modo strisciante a non dico giustificare,ma quantomeno motivare le violenze dei tifosi,va condannato come le violenze stesse.
Vogliamo il calcio di una volta?Più che giusto,anch'io lo vorrei,ma per favore non associamo questo discorso alla violenza PERCHE' NON C'ENTRA UN CAZZO.
Negli ultimi tempi in italia si è dimostrato che se c'è volontà politica si possono invertire brutte tendenze(le cinture di sicurezza o il fumo nei locali pubblici per fare un esempio):
si mostri la stessa volontà per la violenza negli stadi, NON MILLANTANDO,MA APPLICANDO SOLUZIONI CONCRETE.
e credo sia cosa buona e giusta anche non offrire tutta questa visibilità mediatica a questi imbecilli,perchè io credo che una bandiera con la svastica allo stadio venga sventolata ANCHE per lanciare un messaggio(per quanto folle) attraverso i media [SM=x35276] [SM=x35276]

[Modificato da Rahxephon 22/04/2005 2.03]

Ddevil
00venerdì 22 aprile 2005 09:34
la verità spesso sta nel mezzo!
Peticello
00venerdì 22 aprile 2005 10:52
Re:

Scritto da: Ddevil 22/04/2005 9.34
la verità spesso sta nel mezzo!



non esiste più la mezza stagione [SM=x35274]
Don Pablo
00venerdì 22 aprile 2005 11:06
Re: Re:

Scritto da: Peticello 22/04/2005 10.52


non esiste più la mezza stagione [SM=x35274]



Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere.
Scanto
00venerdì 22 aprile 2005 11:25
Re:

Scritto da: Ddevil 22/04/2005 9.34
la verità spesso sta nel mezzo!



la fessa [SM=x35282]
Kimbo
00venerdì 22 aprile 2005 11:55
Re: Re:

Scritto da: Peticello 22/04/2005 10.52


non esiste più la mezza stagione [SM=x35274]



in famiglia non si parla più
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