Questa l'analisi alla partita di Goal.com
Messina-Inter 2-1: nerazzurri beffati al novantesimo
L’Inter gioca bene a larghi tratti, passando in vantaggio con Cruz; ma prima Di Napoli poi Rafael ne mettono a nudo le incertezze difensive.
Dopo il rumoroso successo del Delle Alpi, l’enigmatica Inter di questa stagione scende a Messina in cerca di conferme. Nella sua inesausta ricerca della pietra filosofale Mancini propone un’ennesima versione della sua mediana; fuori il dinamico duo formato da Cristiano Zanetti e Cambiasso, i creativi Veron e Stankovic si accentrano nella loro posizione naturale, con Ze Maria e Kily esterni e il riaparecido Emre a svariare alle spalle dell’unica punta Cruz. Una formazione sulla carta molto poco protetta in fase di non possesso, che deve patire anche la defezione di Favalli che costringe Javier Zanetti a sinistra con l’inserimento di Materazzi al centro. Mutti deve fare i conti con una difesa decimata dalle squalifiche di Zoro e Cristante e dall’infortunio di Parisi; dentro D’Alterio con lo spostamento di Aronica in fascia. Il provvidenziale goal di Firenze vale a Di Napoli una maglia da titolare a fianco del rientrante Zampagna.
L’Inter parte fortissimo, capitalizzando la superiorità numerica a centrocampo per schiacciare il Messina nella propria tre quarti. E’ un guizzante Emre l’uomo in più dei nerazzurri in questo scorcio iniziale; la sua posizione tra le linee è illeggibile per gli avversari e porta spesso il turco nella possibilità di creare pericoli. Al 5’ prende palla a metà campo, avanza seminando avversari, e conclude con un sinistro su cui Storari comincia il suo frenetico pomeriggio. Poco dopo un doppio scambio Emre-Cruz è concluso dall’argentino con un tiro alto sulla trasversale. I padroni di casa sono chiusi a riccio; quando hanno palla avrebbero spazi per ripartire, ma non riescono a sfruttare le inevitabili falle di uno schieramento così offensivo come quello proposto da Mancini. All’11 Di Napoli scambia con Zampagna e scarica un sinistro di prima intenzione che termina alto. Ma è ancora l’Inter pericolosissima, prima con Emre, il cui stop con finta su Coppola e successivo tiro è fuori dallo specchio della porta, poi con Stankovic che incorna centralmente un cross del vivace Ze Maria. A metà tempo Mutti ne ha visto abbastanza, e passa anche lui a cinque a centrocampo, arretrando Di Napoli sulla fascia destra con lo spostamento del prezioso Giampà sull’altro lato e D’Agostino a ridosso di Zampagna; ora le due squadre sono schierate in perfetta fotocopia, e il Messina ne trae giovamento arrestando la montante marea nerazzurra. Alla mezz’ora Aronica vede Toldo leggermente fuori dai pali, e da una quarantina di metri cerca di uccellarlo con un sinistro teso che spiove oltre la trasversale. A cavallo del 35’ forcing degli ospiti che si rendono pericolosi a più riprese; prima Storari è miracoloso sulla deviazione da pochi passi di Materazzi, poi sventa in angolo il colpo di testa di Cordoba, infine vede sfilare sul fondo la conclusione di Emre. Un bel primo tempo si chiude con un fiammeggiante sinistro dal limite di D’Agostino su cui l’ottimo Toldo di questi tempi si esibisce in tuffo.
Dopo l’intervallo Mancini lascia negli spogliatoi un volenteroso ma inconcludente Kily Gonzalez, passando ad un 4-4-2 classico con l’inserimento di Martins; Emre ora è defilato a sinistra. Passano appena quaranta secondi e i nerazzurri sono in vantaggio; sul cross di Ze Maria, Zanchi e Martins saltano a vuoto mettendo fuori tempo D’Alterio, la palla arriva a Cruz che si gira prontamente e insacca da un paio di metri. Al 51’ Rezaei quasi combina un pasticcio facendosi bruciare da Martins, ma Storari è svelto nel metterci una pezza in precipitosa uscita. L’Inter appare ora sufficientemente padrona della situazione, facendo girare il pallone per abbassare i ritmi, e concludendo poi dalla distanza prima con Veron poi con Stankovic. Ma al quarto d’ora un errore difensivo la condanna; su preciso cross di D’Agostino Materazzi si fa trovare completamente fuori posizione, lasciando Mihajlovic solo contro Zampagna e Di Napoli, il cui stacco di testa in anticipo non lascia scampo a Toldo. Dopo il pari seguono alcuni minuti di accesa battaglia con ribaltamenti di fronte che sembrano preludere a nuovi colpi di sceneggiatura; per cercare di spegnere gli entusiasmi giallorossi Mancini innerva la mediana con l’inserimento di Cristiano Zanetti cui fa seguito quello più offensivo di Karagounis. L’equilibrio di forze che pare ora instaurato sul campo dura pochi minuti di calma apparente; l’ultimo quarto d’ora vede l’Inter riversarsi in massa nell’area avversaria alla ricerca rabbiosa della vittoria. Un clamoroso palo di Veron con una prodezza balistica da 35 metri ammutolisce il Celeste; nel momento di massima sofferenza dei padroni di casa è un eroico Storari, per giunta infortunato ad una spalla, a dire di no per due volte ad uno scatenato Martins. Mutti toglie Zampagna e Di Napoli per spezzare il ritmo e guadagnare preziosi secondi; il destino misterioso delle cose pallonare lo premia facendo confezionare a tempo scaduto ai due neoentrati Amoruso e Rafael il più classico dei mortiferi contropiedi. L’Inter perde una sanguinosa palla a centrocampo, Amoruso la fa filtrare sapientemente per Rafael, il cui incredulo sinistro batte Toldo e fa esplodere lo stadio di gioia incontenibile. I siciliani sono praticamente salvi, per i nerazzurri una battuta d’arresto indolore e non meritata che tuttavia nega ancora quella patente di continuità cercata da Mancini. Certo che finchè le idee sono così numerose e variegate…