La nuova difesa lo affascina: "Io, Maldini e Stam soluzione preziosa". I rossoneri tornano dagli Usa con tante certezze e un progetto che si sta concretizzando
A . Nesta, 29 anni, uomo immagine-Adidas
NEW YORK (Usa), 2 agosto 2005 - Ha bloccato il traffico, dicono orgogliosi addetti stampa e fotografi che hanno accompagnato Alessandro Nesta sulla Quinta Strada per alcuni scatti pubblicitari. Un episodio che non prelude, pare, a una nuova fase nella carriera di uno dei calciatori più schivi d’Italia. «Siamo personaggi anche troppo pubblici, per i miei gusti. Finché posso, preferisco tenere qualcosa di privato e stare il meno possibile sotto i riflettori, altro che diventare un divo. Anche perché non mi va di dire sempre le stesse cose e ce ne sono altre che non possono mai essere dette per motivi di opportunità».
— Ci dica quello che può su un tema abbastanza neutro, allora: la difesa a tre.
«E’ molto diversa da quella a quattro e bisognerà lavorare molto per ottenere gli stessi risultati. Per noi sarà un’alternativa valida, soprattutto perché questa volta abbiamo deciso di provarla prima che la stagione inizi. Credo che in certe situazioni, ad esempio contro le squadre molto chiuse, sarà una buona soluzione».
— Anche perché il Milan ha giocatori adattissimi a questo tipo di modulo, e pareva che non utilizzarlo fosse uno spreco.
«Siamo adatti, ma gli equilibri vanno trovati comunque».
— Cambiare modulo è anche un modo per essere meno prevedibili?
«E’ un modo per avere sempre più possibilità. E siamo contenti di lavorare anche a questo, siamo contenti che arrivino nuove idee, perché l’atteggiamento delle avversarie è un po’ cambiato: ci sono sempre più squadre che se la giocano anche contro le grandi, più contromisure si hanno meglio è».
— Avere in squadra nell’anno del Mondiale due giocatori come Vieri e Gilardino, che lotteranno per un posto in Nazionale, sarà un vantaggio o uno svantaggio per il gruppo Milan?
«Non sarà una battaglia, sarà una normale concorrenza fra grandi attaccanti. Possono giocare tutti e due, sono ragazzi intelligenti e giocatori bravissimi: non vedo pericoli per l’equilibrio del gruppo».
— Dicono anche che Vieri sia un elemento ingombrante in uno spogliatoio.
«Quando c’è da lavorare, Bobo lavora. L’ho avuto con me alla Lazio oltre che in Nazionale e non ha mai dato problemi. Un ragazzo come lui in uno spogliatoio può fare soltanto piacere, perché è molto simpatico e socievole. Per i compagni è sempre stato una persona gradita».
— Ora che è stato fuori dal gruppo per un po’, con tante chiacchiere di mercato intorno, bisognerà coccolare Shevchenko?
«Shevchenko non ha bisogno di nulla, doveva soltanto recuperare dopo l’ultima operazione. Abbiamo passato insieme tanti anni e sa quanto gli vogliamo bene. Il rapporto è eccellente con tutti e noi speriamo soltanto che continui a fare quello che ha fatto sempre».
— Le piacerebbe trovarlo da avversario ai Mondiali?
«Mi piacerebbe per lui, perché so quanto ci tiene. Per l’Ucraina andare ai Mondiali significa avere un’occasione storica, per Sheva significa aggiungere un grande traguardo a una carriera tempestata di soddisfazioni».
— Però sarà una stagione dura per molti.
«Lo è stata anche l’ultima, e non c’erano i Mondiali».
— Ha ragione chi dice che si gioca troppo?
«Ha ragione, ma non vedo cosa si possa fare per cambiare. Noi giocatori scendiamo in campo spesso in condizioni non ottimali, ma tutti hanno voluto un calcio così. Non so chi può farlo tornare indietro».
— Preoccupato dalla solita estate di tribunali e ricorsi?
«E’ un momento difficile, speriamo passi in fretta. Comunque ha ragione Ancelotti, la passione della gente ci tiene su. I tribunali non fanno bene a nessuno, però il calcio è troppo amato per finire male».
— Come ha passato l’estate dopo la delusione di Istanbul?
«Sono partito subito, sono tornato in Italia dopo un mese. Il ricordo è brutto, ma ce ne sono anche tanti belli nella mia carriera. Abbiamo vinto una finale di Champions League ai rigori, questo deve farci riflettere, capire che bisogna sapere accettare la sconfitta. Anche perché il Milan ti dà la possibilità di riprovarci e questa è la cosa più importante».
— A giugno potrà riprovarci pure con l’Italia, dopo un Mondiale e un Europeo deludenti.
«Ci riproveremo ma è dura, ho visto il Brasile alla Confederations Cup e quelli sembrano proprio di un altro mondo. Questo Brasile è una squadra incredibile, arrivare a sfidarli sarebbe affascinante. Sarebbe come per una squadra italiana di basket andare a sfidare i Los Angeles Lakers».
— Anche in campionato vi sentite sfidanti?
«Direi che partiamo alla pari con Juve e Inter e mai come stavolta ci troviamo ai nastri di partenza in perfetto equilibrio. L’Inter ha fatto un bel mercato, la Juve pure, il Milan ha fatto grandi acquisti ed era già forte. Ripartiremo, ci divertiremo. E al Liverpool non penseremo più».