Simoni: "Zeman aveva ragione" C'era uso eccessivo di farmaci"

Simoni: "Zeman aveva ragione"
Doping:"C'era uso eccessivo di farmaci"

"Sapevamo un po' tutti nell'ambiente che Zeman aveva ragione". Lo ha affermato Gigi Simoni, parlando dello scandalo doping scoppiato nel mondo del calcio dopo le accuse del tecnico boemo. "C'è stato un periodo in cui c'è stato un grande uso di medicinali - ha proseguito Simoni - Tra i giovani c'è un uso di sostante non proprio normali. Ho dovuto rinunciare a portare dei Primavera in panchina perché non avrebbero passato il test antidoping".
Simoni (Infophoto)

L'ex tecnico del Siena, durante un'intervista rilasciata a "Dribbling", ha confermato le accuse di Zeman in materia di doping. "Quel che diceva Zeman lo sapevamo un po' tutti, ma non sai e hai paura a parlare. Era vero, come diceva Zeman, che il calcio andava troppo in farmacia - ha rivelato - Ho scoperto che c'è stato un periodo in cui si è fatto un grande uso di medicinali che poi studiati non risultavano alle analisi". A preoccupare Simoni, in particolare, il pianeta calcio dei giovanissimi. "Tra i giovani c'e' un' uso di sostanze diciamo non proprio normali... Bisogna stare attenti ai giovani, dai 14 ai 18 anni. Ho dovuto rinunciare un paio di volte a portare in panchina dei giovani della Primavera, perché mi era stato spiegato che avevano fatto festa con gli amici e non avrebbero potuto passare un controllo antidoping".

Il "j'accuse" di Simoni non si ferma qui e, dalla questione doping, si amplia al sistema calcio. "Succedono cose vergognose - ha raccontato - Prima della mia ultima panchina è arrivato un fax di una società svizzera che segue gli interessi di un allenatore italiano: visto che domenica il Siena probabilmente perderà ed esonererete Simoni, diceva, se volete ingaggiare il nostro assistito ecco il suo curriculum". "Poiché ora nel calcio entrano tanti soldi - ha anche aggiunto - ci sono presidenti che entrano con l'idea di guadagnarci: e allora diventa difficile, non hai più la voglia o il piacere di vincere, ma la necessità della vittoria".