Dopo la promozione in D col Cervia, Graziani punta più in alto: "Ho fatto tutto come se stessi allenando una squadra di A. Nessun problema le telecamere"
MILANO, 12 maggio 2005
— A gennaio, l’arrivo di Maradona junior, ha catalizzato l’attenzione.
«Diego ha buone doti tecniche, ma deve crescere dal punto di vista fisico. Gracilino? No, direi grassottello. Deve migliorare l'aspetto atletico, perché a calcio non si gioca più con la palla, ma facendo leva sulla velocità».
— Essere il figlio di un campione non è facile. Lei ne sa qualcosa...
«Mio figlio Gabriele ha trent’anni, a Mantova ha fatto un buon campionato e sono contento. Per Diego la situazione è diversa: è ancora giovane e non ha mai potuto contare sulla presenza del padre, un talento puro».
— Il suo amico Ancelotti come sta dopo Milan-Juve?
«Siamo stati a cena insieme a Milano Marittima e per ridargli morale ho impiegato fino all’1.30 di notte. Come ho fatto? Cercando il lato positivo di una situazione negativa e con il mio motto preferito».
— Quale?
«Il passato è un ladro: nulla può darti indietro, ma può rubarti l’avvenire».
— Lei ormai, con le sue massime buffe, del tipo, «e che è? T’hanno ammazzato la maestra da piccolo?», può farci un libro.
«Quando sei in panchina se ne dicono tante... so che qualcuno le sta raccogliendo. Comunque, ci tengo a sottolineare che non ho mai istigato nessuno a tuffarsi in area, però se uno veniva spinto, subiva fallo e stava per cadere non vedo perché doveva rimanere in piedi. Questo è il calcio, eh».
— Cosa l’ha stupita di questa esperienza?
«Il fatto che nelle amichevoli con le squadre di A chiedevano gli autografi ai nostri giocatori. Col Chievo è stato imbarazzante: la polizia proteggeva i miei dall’assalto dei tifosi mentre quelli del Chievo uscivano tranquilli».
— Nel Cervia c’è qualcuno in grado di emergere?
«Tre-quattro giocatori possono avere chances in C1 o C2: Arrieta, Borriello, Spagnoli e Giuffrida».
— I giovani cosa penseranno del video di Cannavaro?
«Si è iniettato un prodotto lecito, se non l’avesse fatto davanti alle telecamere sarebbe stato meglio. Ha commesso una leggerezza. Oggi i calciatori, anche quelli medi, hanno contratti talmente alti che possono mantenersi per tre generazioni: per quale motivo dovrebbero doparsi e mettere a rischio tutto quello che si sono conquistati?».
— Il suo sogno?
«Farei carte false pur di allenare la Roma. Stanno cercando un allenatore-tifoso? Io ho la tessera da tifoso. Il mio più grande rammarico è esserci arrivato troppo tardi, alla Roma. Mi dispiace per Bruno, ha accettato di stare sulla panchina giallorossa per affetto. L’ho sentito una settimana fa, era giù. Però sta valorizzando parecchi giovani».
— Juve e Milan?
«La tesi più probabile è campionato ai bianconeri e Champions ai rossoneri se giocano come sanno. Il Milan ha speso molto, ha sempre rincorso la Juve. Domenica sarà decisiva per le strategie. Se vincono entrambe ci sono ancora due partite, e a volte in due partite può succedere quello che non è successo in dieci».
— Stadi, tolleranza zero?
«Sì, chi sgarra paga. Ci vuole una legge dura, che si applichi. Stadi senza barriere: responsabilizziamo i tifosi, ma al minimo sgarbo in galera».
— La più grande difficoltà al Cervia?
«All’inizio. Assemblare 40 ragazzi non è stato facile. Ognuno guardava le telecamere, cercava lo striscioncino col suo nome, il messaggino personale e questo intaccava il gruppo. Poi il pallone ha preso il sopravvento sullo spettacolo ed è tornato l’equilibrio».
— Cosa si aspetta ora?
«Il futuro non mi preoccupa, basta la salute. Mi auguro che questa esperienza importante induca qualcuno a ricordarsi di me nel calcio professionistico».
TOTTI DEVI FA GO!!!!!!
[Modificato da robygr 12/05/2005 12.46]
[Modificato da robygr 12/05/2005 12.48]