La rivista svedese Offside, una pubblicazione che non è tra le più autorevoli in Svezia, pubblica nel suo ultimo numero alcuni retroscena riguardanti alcuni scambi di battute tra i giocatori di Danimarca e Svezia durante l’ultimo incontro della fase eliminatoria dei campionati Europei. A riprendere il servizio è stata la tedesca Bild che nel titolo si chiede: «Gli italiani furono davvero truffati?». I retroscena riaprono le polemiche e faranno discutere ancora a lungo sull’eliminazione degli azzurri che contemporaneamente stavano giocando contro la Bulgaria. Chi non ricorda le lacrime di Cassano quando capì che il suo gol non serviva a nulla? Un paio le battute che hanno decisamente attirato l’attenzione soprattutto circa le polemiche della presunta combine tra danesi e svedesi per concludere la partita sul 2-2 come poi è avvenuto.
Lo svedese Erik Edman — scrive la Bild citando «Offside» — chiese al danese Daniel Jensen prima del fischio d’inizio: «Giochiamo per il 2 a 2?». E Jensen rispose «Sì, lo possiamo fare». Ancora Edman: «Allora prima voi ci dovete lasciar segnare un gol». Jensen si mise a ridere.
Nel corso della partita — sempre secondo la Bild che cita la rivista svedese — ci furono altri scambi di battute. Lo svedese Anders Andersen rivolto al danese Thomas Gravesen, sul risultato di 2 a 1 a favore della Danimarca: «Fateci fare un gol». Al che Gravesen gridò: «Sì, allora attacca e basta, al diavolo». Al termine della partita finita 2 a 2 Thomas Soerensen si avvicinò contento a Marcus Allbaeck, dicendo forte: «Amico mio, Amico mio». Ma Allbaeck urlò di rimando: «Lasciami stare, è una cosa penosa».
Questi gli elementi, su cui la Bild annuncia un interessamento immediato dell’Uefa. Ma fu vera combine? E, soprattutto, le frasi riportate sono reali? E se lo sono con quale spirito sono state pronunciate? Le scuole di pensiero sono due: quella della combine, appunto, o quella del principale quotidiano svedese Aftonbladet (la cui versione arriva per bocca di Jennifer Wegerup, giornalista che ha seguito da vicino tutte le partite dell’Italia in Portogallo) secondo cui si sarebbe trattato soltanto di provocazioni e di battute scherzose tra giocatori rivali ma spesso amici. A conferma di questa tesi ci sarebbe il fatto che le frasi non sarebbero state carpite all’insaputa dei giocatori ma ammesse candidamente dagli stessi e quindi sarebbe questa un’implicita conferma della natura scherzosa delle battute. Le interpretazioni sono diverse perché nessuno sa esattamente com’è andata. Non ci sono registrazioni, non ci sono prove. Le frasi sono ammesse dagli stessi giocatori: il che farebbe pensare a un intento scherzoso, o a una presa in giro nei confronti di noi italiani. Ma anche in questo caso non si tratterebbe di un atteggiamento in linea con l’etica sportiva. Da qualunque parte la si prenda, la vicenda assume contorni inquietanti.
Amaro il commento di Gigi Riva, team manager azzurro: «Cosa dovrebbe fare l’Uefa? Mi viene da ridere... Io di un 2-2 concordato tra Svezia e Danimarca ho sempre avuto la certezza. Da giocatore è capitato di arrivare al pari di comodo, ma quello fu davvero un brutto film. Succede che non si oltrepassi la metà campo per un pari che magari vale la salvezza. Però quel che ancora oggi non riesco a sopportare è la sceneggiata: sul gol del 2-2 gli svedesi hanno esultato entrando in campo. Bastava un po’ di dignità. Rimasero sorpresi dal fatto che a noi, con la Bulgaria, fossero stati concessi 5’ di recupero: per mettersi al sicuro segnarono il 2-2. Avessimo fatto noi quel risultato avremmo avuto problemi con l’opinione pubblica».