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00lunedì 20 dicembre 2004 14:51
PERCHE' PIERI E BERTINI SONO LA ROVINA DELLA JUVE
CLAMOROSAMENTE DANNEGGIATI I BIANCONERI DA SCANDALOSI ARBITRAGGI COME QUELLI DI PIERI E BERTINI CHE GLI FARANNO VINCERE LO SCUDETTO, MA GLI IMPEDISCONO DI CAPIRE COS'E' IL VERO CALCIO EUROPEO.
NON A CASO LA JUVE IN TANTI ANNI HA VINTO LA CHAMPIONS SOLO DUE VOLTE: LA PRIMA PER NON AGGIUNGERE TRAGEDIA A TRAGEDIA E LA SECONDA NEL PERIODO IN CUI, SECONDO UNA SENTENZA DI UN TRIBUNALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, AI GIOCATORI VENIVANO SOMMINISTRATI FARMACI IN OVERDOSE E FORSE EPO.
QUELLI COME PIERI E BERTINI SONO LA ROVINA DELLA JUVE.
Altro che Ibrahimovic o Emerson, Del Piero o Buffon: i veri protagonisti di questo campionato sono i due arbitri che in due sole domenica hanno scucito dalle maglie del Milan almeno l’80 per cento dello scudetto vinto l’anno scorso per atttaccarlo su quelle della Juve.
Arbitri come loro danneggiano la Juventus, fanno credere ai bianconeri che tutto è permesso e quando si accorgono che in Europa tutto è diverso, è troppo tardi per rimediare.
In tanti anni di Campioni e Champions la Juve ha vinto solo due volte: una volta per un rigore inventato per non aggiungere tragedia a tragedia e un’altra volta nel periodo incriminato, cioè in quegli anni nei quali, secondo una sentenza del Tribunale di Torino, ai giocatori venivano somministrati farmaci in overdose e persino l’Epo.
Gli arbitri italiani danneggiano la Juve in maniera esiziale: la illudono e con clamorosi errori, in perfetta buonafede, ci mancherebbe altro, le fanno credere di essere forte, invincibile, imprendibile e impunibile.
QUELLI COME PIERI E BERTINI SONO LA ROVINA DELLA JUVE.
Se a uno come Nedved, che ha elevato l’agonismo (da agone, che non è un grosso ago, ma il luogo dove gli antichi greci si sfidavano per affermare la propria supremazia fisica) a valore assoluto, gli viene perdonato anche quando va oltre le regole, allora lo stesso giocatore fa le stesse cose anche in Europa, dove viene giustamente ammonito ed è costretto (giustamente) a non giocare la finale di Champions League.
Nesta, ad esempio, in Champions contro il Bruges l’anno scorso fu espulso per doppia ammonizione, la seconda delle quali sanzionata per un pallone gettato per terra con rabbia, gesto che in Italia a quelli come lui viene perdonato: ma il difensore ha subito capito la lezione e di gesti del genere non ne fa più nemmeno in campionato.
QUELLI COME PIERI E BERTINI SONO LA ROVINA DELLA JUVE.
Sabato sera Zebina ha tirato giù Crespo in area dopo pochi minuti e poco dopo ha preso per il collo Kaladze trascinandolo per terra: due falli che se li commettesse in Europa gli costerebbero un rigore: il primo, perché il secondo, venendo espulso matematicamente perché quella di Crespo era una chiara occasione da rete, l’arbitro non gli avrebbe dato la possibilità di commetterlo.
QUELLI COME PIERI E BERTINI SONO LA ROVINA E BASTA.
RECENSIONE DI UN ATTUALISSIMO LIBRO SULLA JUVENTUS INTITOLATO “ELOGIO DEL FURTO, VINCERE DA JUVENTINI RUBANDO SENZA RIMORSI”.
“Alzi la mano chi non ha mai sentito dire che la Juve ruba! E’ difficile, lo sappiamo, negare l’evidenza. Dopo Bologna –Juventus di domenica scorsa, poi, è difficile non poter parlare perlomeno di sudditanza psicologica. Insomma, c’è tanta carne al fuoco.
Talmente tanta che Simone Stenti, juventino doc, vicedirettore di GQ con un passato da umorista non indifferente, ha pensato di fare un mega barbecue con il suo “Elogio del furto – vincere da juventini rubando senza rimorsi” e dare in pasto ai carnivori assetati di vendette tutti i casi di furto della Juventus.
Nel suo ultimo, fortunatissimo libro (la prima edizione bruciata in poche settimane), infatti, Stenti esamina, uno per uno, tutti gli eventi più discussi degli ultimi quarant’anni di storia del calcio italiano.
Il titolo è un lapalissiano riferimento all’opera filosofica del ‘400 di Erasmo da Rotterdam, l’«Elogio della follia». L’accostamento ispiratore, che potrebbe apparire dissacrante ai più, è in realtà il punto di forza del libro.
Riferimento letterario di Erasmo fu Tommaso Moro. Per Stenti è Luciano Moggi, direttore generale della società torinese, il re del calciomercato.
Ne esce così un dialogo univoco, Stenti-Moggi, che è tutto da leggere e gustare. Lo sforzo potrebbe sembrare addirittura anti-juventino. In realtà non è così. Il succo del discorso è ben altro. «E’ vero, la Juventus ruba le partite e gli scudetti – ammette Stenti – ma la nostra vera forza, che è poi quello che ci inorgoglisce, è che rubiamo senza fare nulla d’illecito. Ci concedono vantaggi, ci fanno regali, ma non dobbiamo abbassarci a chiedere nulla. E’ la massima dimostrazione di potenza. Quella che fa infuriare gli avversari e fa tanto godere noi».
Un libro del genere è il perfetto regalo di Natale per i calciofili. Se il vostro amico è uno juventino riceverete grandi apprezzamenti, se è un anti-juventino potreste scorgere qualche smorfia. Ma non è certo di rancore, perché il passo è quello di un romanzo, capace di far ridere… anche le vittime.