Basket, Europeo: Ataman, "La mia Turchia, squadra vera"
L'ex coach di Siena che ci sfiderà nel debutto Europeo, presenta la sua formazione: "Punto a riportare la Turchia all'Olimpiade dopo più di 60 anni"
Per una squadra con potenzialità ma ancora senza certezze, al pari dell’Italia, anche per la Turchia l’esordio sarà la chiave che può orientare l’intero Europeo. «E’ una verità», dice Ergin Ataman, c.t. turco, che ci conosce bene per aver passato qui parte dell’infanzia e tre stagioni da allenatore. «Spagna e Serbia sono molto difficili da battere. Italia, Germania e Turchia si giocano il terzo posto, perché il quarto significa incrociare la Francia: sì, le partite tra noi tre saranno le più importanti. Ma non finisce tutto con la prima gara».
Ataman, il presidente del Fenerbahce ha minacciato di ritirare i suoi giocatori se lei non si dimette, poi ha congelato tutto fino a dopo l’Europeo. La indebolisce?
«Non mi vuole, per la grande rivalità tra loro e il Galatasaray che alleno. L’accusa è che io parli coi giocatori per prenderli nel club: stupidaggini, neanche ce li potremmo permettere. E non protestavano quando erano loro coinvolti dal doppio incarico, con Tanjevic. Io penso a riportare la Turchia all’Olimpiade dopo più di 60 anni».
Cosa le ha detto la preparazione?
«Più soddisfacente di quanto mi aspettassi dalla nazionale più giovane nella storia della Turchia. Avevo dubbi, invece l’ho vista diventare squadra: difende duro, senza stelle a parte forse Ilyasova, tutti allo stesso livello, combattono in dodici, cercano di superare i loro limiti, perché non siamo più la Turchia di Turkoglu e Asik».
Dopo spedizioni molto deludenti, l’anno scorso col suo arrivo e il ricambio generazionale siete tornati tra le prime otto al mondo. Cosa ha cambiato?
«Prima tante stelle non riuscivano a essere squadra, veniva prima l’ego. L’anno scorso, con veterani come Gonlum e Tunceri ma anche giovani come Osman, ho costruito una squadra di giocatori che stanno insieme in campo e fuori, senza ego, combattente».
L’Italia per la prima volta ha tutti i migliori. Quali difetti vede?
«Quelli che ho visto in campo non ve li posso dire. Però potrebbero essere quelli della Turchia del passato: con tanti big, c’è il rischio che escano dal gioco di squadra. I vantaggi possono essere svantaggi. Ma per la prima volta dopo tantissimi anni è un’Italia che può vincere l’Europeo: se vedo le sue stelle, davanti ha solo la Spagna e la Serbia. La verità si vedrà con le partite vere, ma l’Italia è tra le favorite, forse anche per vincere. Pianigiani è esperto, abituato al top».
Pianigiani è stato suo vice, l’ha visto da vicino quando allenò in Turchia, ora siete entrambi c.t.: lo conosce meglio di altri.
«Si è costruito una grande carriera su lavoro e serietà. Abbiamo avuto un percorso molto simile, non si è improvvisato, è arrivato dalle giovanili sapendo già tutto del basket, subito con grandi risultati: la sua carriera a Siena è una delle migliori in Europa, gli ha dato fiducia e il rispetto dei giocatori».