FONTE
so che è lunghetto, ma secondo me merita..
---------------------------------------
Leggo in giro che alcune fazioni politiche si ostinano ad un assurdo
dibattito circa il rispetto dei diritti umani in guerra. Secondo me ci
deve essere un qualche malinteso.
Per prima cosa, in guerra non si possono rispettare i diritti umani.
Per un motivo molto semplice: il primo tra i diritti umani e' quello
alla vita. Ogni uomo ha diritto a vivere senza interruzioni artificiali
tutto il corso della sua vita biologica.
Insomma, se uno vi ammazza viola ipso facto i vostri diritti umani.
Allora, poiche' la guerra e' una sequenza organizzata e sistematica di
omicidi, e' evidente come essa violi i diritti umani. E' assurdo
parlare di rispetto dei diritti umani in guerra.
E allo stesso modo, e' inutile parlare di "arma per la distruzione di
massa". Non conosco alcun'arma DA GUERRA il cui uso non sia previsto su
larga scala. Non conosco fucili che sparino una volta sola, bombe che
uccidano un uomo solo, e cosi' via. Ogni arma prodotta per la guerra
viene concepita per essere usata da grandi moltitudini di soldati, e su
grandi moltitudini di nemici, a meno che tutti non sparino su un solo
povero disgraziato.
A questo c'e' chi obietta dicendo che i militari sarebbero NON PIU'
soggetti ai diritti umani, in quanto tali. L'ipotesi e' ridicola: lo
stato puo' sempre reclutare la gente . Allora, se voglio sterminare una
minoranza li recluto, essi divengono militari, non valgono piu' i
diritti umani, e allora li posso ammazzare?
Credo che la cosa sia evidente: la guerra e' ipso facto una violazione
dei diritti umani. Punto.
A questo punto, l'imprecisione consiste nel confondere i diritti umani
per le convenzioni di guerra. Sebbene esse vengano normalmente vissute
con grande rispetto, bisognerebbe sottoporle ad un'analisi seria.
Fatte salve le norme tipo "non si spara sulla croce rossa", tutte
quelle relative al comportamento di guerra sono dettate da principi che
di umanitario non hanno nulla.
Quelle sul trattamento dei prigionieri, ad esempio, sono pleonastiche.
Per un motivo molto semplice: la stragrande maggioranza dei prigionieri
sono anonimi. A parte le guerre asimmetriche (USA-Iraq), laddove si
prendano moltissimi prigionieri, che genere di controllo abbiamo sul
loro destino?
E ancora, chi ci obbliga o ci ferma dallo sparare sul povero tizio che
alza le mani di fronte a noi? In realta' tale norma serve a proteggere
i prigionieri non-anonimi. Alti ufficiali, ad esempio.
MA il soldatino semplice e' indifendibile: lui alza le mani e qualcuno
gli spara. Cosa fai? Apri un'inchiesta?
In generale, la stragrande maggioranza delle norme di corretto
comportamento in guerra servono a proteggere la classe degli ufficiali.
Il cecchino sarebbe vietato. Su chi spara il cecchino? Sugli ufficiali,
in prevalenza, perche' il colpo vale di piu'.
"E' vietato sparare sui civili", e' in generale la norma piu' ridicola.
Perche' e' la piu' semplice da aggirare. La guerra non e' un sistema
deterministico. Semplicemente, e' avvenuto un errore.
Voglio dire, voi siete A e siete in guerra con B. B vi bombarda i
civili. Cosa fate, lo denunciate? Gli dichiarate guerra? Cosa fate?
Chiamate la maestra? I suoi genitori?
Ovviamente, in situazioni asimmetriche, tipo USA- Serbia, poi il
vincitore processa gli altri. Ma dimentichiamo di dire che
l'applicazione delle norme diviene allora un'azione del vincitore.
Abbiamo a che fare con un diritto che e' subordinato alla vittoria,
cioe' alla sopraffazione?
Ma questo avviene a posteriori. Problema: a posteriori, il vincitore
avrebbe problemi a sbattere in carcere quegli ufficiali della fazione
perdente? No, perche' ha vinto una guerra e fa quel che vuole.
La parte sulle armi di sterminio di massa e' la piu' ridicola.
Prendiamo le armi chimiche. La maggior parte di loro uccide in pochi
secondi.
Esse sono vietate perche' disumane.
Prendiamo un'arma anticarro. I soldati all'interno vengono sbudellati,
bruciati, o rimangono mutilati dentro il carro in fiamme , soffocati
dalle contromisure, bolliti nell'olio del carro....
Secondo quale ottica la morte rapida e quasi indolore di un'arma
chimica sarebbe "umanamente" peggiore ad essere sventrati da una
scheggia di cannone?
Se voi doveste scegliere tra una morte per gas letale, della durata di
qualche minuto, ed essere sbudellati da un colpo di 20 mm di un cobra,
cose scegliereste? Davvero preferireste rimanere qualche ora
agonizzanti su un campo di battaglia, osservando i vostri intestini
sparsi al suolo?
La legge contro le armi chimiche, in se', viene dettata da motivi
economici e politici.
I motivi politici sono che rendono qualsiasi nazione piccola potente
quanto una nazione grande. Siccome non serve molto a fabbricarle, il
risultato delle armi chimiche sarebbe che qualsiasi nazione avrebbe in
mano deterrenti piu' o meno simili.
In secondo luogo, le armi chimiche costano meno. Se sostituiamo una
divisione di carri con un mezzo arsenale di armi chimiche, abbiamo
risparmiato di uno a 100. Per cui, all'industria della guerra non
piacciono le armi chimiche.
Si dice che le armi chimiche e/o batteriologiche siano vietate perche'
non distinguono molto tra bersagli civili e militari. Il che e' solo
apparentemente vero.
Nel senso che nemmeno un fucile distingue tra civili e militari. A
distinguere e' il soldato. Cioe' chi usa il fucile.
La stessa cosa si puo' dire delle armi chimiche: sta a chi le usa
bombardarci delle citta' o degli eserciti.
Ovviamente, si obiettera' sul fatto che comunque si tratta di armi che
possono finire fuori controllo. Il concetto e' interessante, perche'
illusorio: secondo chi fa questa distinzione, la guerra in se' sarebbe
sempre "sotto controllo".
Il che e' vero SOLO per azioni molto asimmetriche stile USA- Serbia.
Nel resto dei casi, non risultano guerre che siano state "sotto
controllo". LA guerra e' un evento che entrambe le parti stentano a
controllare.
Sicuramente non e' sotto il controllo dei perdenti: se cosi' fosse, di
certo non si farebbero perdere da soli. A volte e' sotto controllo dei
vincitori, ma non del tutto: quasi mai le guerre hanno rispettato i
budget previsti all'inizio.
La realta' e' che, a differenza dei diritti umani, le convenzioni di
guerra sono scritte principalmente per ragioni di interesse.
La guerra e' crudele. Se io vado in una citta' , prendo degli studenti
universitari e li sbudello col mio carro, compio un crimine. Se gli
stessi ragazzi li schiaccio in guerra, e' solo una battaglia. Che senso
ha?
Piangeranno diversamente le madri, forse?
LA guerra e' fuori controllo. Una delle due fazioni , la perdente, di
certo non la controlla. Il vincente ne controlla una parte. Ma si porta
a casa dei morti, quindi non la controlla mai tutta.
LE armi vietate sono quelle piu' economiche , e piu' efficaci per le
nazioni piccole. Sono le meno costose.
Su questo possiamo parlare all'infinito, ma per favore non confondiamo
i diritti umani (che sono dichiarazioni di principio) con delle regole
fatte per proteggere gli interessi delle nazioni forti.
La guerra e' disumana.
Non vi piace? Inutile addolcirla con convenzioni internazionali.
Se non vi piace, non la fate. Punto.
Ci vuole tanto?