Ed eccola qui, la Prossima Generazione, quella vera. Non solo una montagna di poligoni in più e un po' di alta definizione appiccicati al solito gioco, ma un intero concetto di videogame finalmente oltre la portata di quanto abbiamo visto finora.
I primi assaggi di "Alan Wake", nuovo prodotto della Remedy (quelli di "Max Payne", mica noccioline), hanno lasciato a bocca spalancata chi li ha ammirati allo scorso E3. Perché la grafica, con i suoi straordinari cambi di luce tra notte e giorno, le ambientazioni dettagliatissime, i personaggi dotati di corpo e personalità, è semplicemente sensazionale. Ma soprattutto perché Alan Wake promette di regalare un'esperienza straordinaria: un'indagine in un mondo "vero" condotta da Alan, scrittore horror di successo che finisce in un paesino nello stato di Washington per curare la sua insonnia, e che si trova invece immerso in un mistero popolato dai suoi stessi incubi, da una ragazza che sembra la sua (scomparsa) ma non lo è, da monaci oscuri, da persone normali che conducono la loro vita di tutti i giorni.
Niente male.
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