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[ALL] Shadow of the Tomb Raider

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2018 17:37
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11/06/2018 13:17
 
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Shadow of the Tomb Raider: il capitolo finale della trilogia di Lara Croft
everyeye

Dopo la primissima prova preliminare dello scorso aprile, abbiamo potuto mettere nuovamente le mani su Shadow of the Tomb Raider, in arrivo a settembre.


provato Shadow of the Tomb Raider: il capitolo finale della trilogia di Lara Croft

Shadow of the Tomb Raider sarà l'ultimo atto della trilogia che ha segnato la rinascita ludica e creativa di Lara Croft. Il percorso avviato da Crystal Dynamics nel 2013 verrà tuttavia portato a compimento da Eidos Montreal, visto che il team dis viluppo originale è stato dirottato dal publisher Square-Enix su altri progetti (in particolare il misterioso titolo dedicato agli Avengers).

Il nuovo studio, dopo aver dimostrato le proprie qualità con il brand di Deus Ex, si è rimboccato le maniche ed ha deciso di puntare in alto: Shadow of the Tomb Raider, stando alle parole del team, presenterà miglioramenti relativi a tutti gli aspetti di gioco. Si parte da una trama più avvincente, in cui verranno messe in crisi le certezze della protagonista, per arrivare ad una componente stealth più varia ed elaborata, senza dimenticare un percepibile ampliamento della complessità, della vastità e della stratificazione delle mappe di gioco.

Sfortunatamente il primo contatto con la prossima avventura di Lara (che arriverà sul mercato il prossimo 14 settembre) non era riuscito a dar conto di tutte queste novità. La sequenza che avevamo potuto giocare, anzi, rappresentava una fase preliminare, utile più che altro a capire le atmosfere dell'ambientazione mesoamericana. Come abbiamo già avuto modo di ribadire nello scorso hands-on, siamo fermamente convinti che non siano certo le fasi lineari e cinematografiche a rappresentare il vero valore della produzione. Da questo punto di vista, anzi, miss Croft deve cedere il passo ai maestri dell'avventura interattiva, ovvero i "cagnacci" di Naughty Dog.

Per quanto si sforzi di mettere in scena sequenze movimentate, spettacolari e ritmate, Shadow of the Tomb Raider non riesce a raggiungere, in campo tecnico e scenografico, le vette degli ultimi Uncharted: gli manca il dinamismo della regia, la profondità delle inquadrature, la fluidità delle animazioni. E del resto va bene così: il nuovo corso di Tomb Raider ha saputo (per fortuna) distinguersi dalla formula dell'esclusiva Sony proponendo ambientazioni più aperte, un interessante sistema di progressione del personaggio, e persino qualche piacevole meccanica survival.
Fino ad oggi molti di questi elementi erano rimasti nascosti alla vista della stampa e del pubblico: per fortuna Eidos Montreal ha deciso di rimediare dandoci un'idea più chiara di quello che ci aspetta.

Metropoli amazzoniche

Shadow of the Tomb Raider, come accennato poco sopra, si ambienta nell'America Centrale e del Sud, scegliendo di recuperare la mitologia delle civiltà precolombiane. In particolare durante le prime fasi dell'avventura sarà proprio Lara che, accecata dalla sua lotta contro la Trinità, darà l'avvio ad un'apocalisse Maya.


La protagonista sarà personalmente responsabile dei disastri naturali che metteranno a rischio la vita di migliaia di innocenti, trovandosi per la prima volta a fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni.
Tralasciando per un attimo il racconto che farà da sfondo alla produzione, il team di sviluppo ha finalmente mostrato l'area che rappresenterà, probabilmente per buona parte del gioco, lo snodo centrale dell'avventura. Se nel primo Tomb Raider e nel suo seguito abbiamo dovuto accontentarci di accampamenti di fortuna e piccoli villaggi di esuli, stavolta ci aggireremo in una vera e propria città. Nascosta da qualche parte nella grande foresta amazzonica c'è infatti Paititi, mitologica città perduta del regno Inca, che Lara scoprirà essere ben più che una leggenda. Rimasto celato per secoli, il centro urbano è abitato da popolazioni indigene, e rappresenta a conti fatti il punto di contatto fra le principali culture mesoamericane dell'antichità. Nei vari distretti della città si possono riconoscere influenze Maya, Inca e Azteche, nelle architetture degli edifici, dei templi e delle varie strutture.

A giudicare da questo primo sguardo alla città di Paititi (che in qualche caso è stata persino associata alla perduta El Dorado), sembra proprio che i ragazzi di Eidos Montreal abbiano messo a frutto l'esperienza maturata nella creazione degli hub di Deus Ex. L'area è infatti molto estesa, popolata da diversi NPC che portano avanti la propria vita e le proprie mansioni quotidiane, e sviluppata anche in verticale. Scambiare quattro chiacchiere con i locali ci permetterà anche di scoprire qualche aspetto in più della loro cultura, raccogliendo informazioni sui miti, sulle credenze e sul folklore delle antiche civiltà diffuse nell'America Centrale. L'interazione con i personaggi sarà fondamentale in questa nuova avventura, dal momento che molti di loro potrebbero assegnare a Lara qualche incarico secondario (ovviamente è troppo presto per giudicare la qualità delle side quest).

A Paititi troveremo anche dei mercanti, da cui potremo acquistare nuovi abiti (la personalizzazione estetica sarà un fattore molto importante, in Shadow of the Tomb Raider) e probabilmente anche qualche materiale per costruire munizioni e consumabili.



A tal proposito spiace che la presentazione non abbia svelato nessun dettaglio sul crafting e sui meccanismi che regoleranno lo sviluppo del personaggio. Crediamo che questi aspetti, importantissimi per garantire un buon senso di progressione, siano davvero fondamentali nel nuovo corso di Tomb Raider. Durante la nostra prova, tuttavia, la possibilità di raccogliere insetti e funghi con proprietà speciali ci ha dato l'idea che pure le dinamiche di crafting siano state in qualche modo approfondite.

È una giungla, là fuori

Allontanandosi dalle pertinenze di Paititi Lara si troverà catapultata nel bel mezzo della foresta tropicale. Un'area molto più selvaggia rispetto a quelle attraversate finora dalla nostra archeologa, letteralmente invasa dalla vegetazione e decisamente intricata dal punto di vista della struttura. A giudicare da quello che abbiamo visto lo sforzo per migliorare il design delle aree esplorabili è tangibile. Purtroppo le fasi esplorative seguono gli stessi schemi di sempre: scalate automatiche, oscillazioni con la corda, piccozze con cui aggrapparsi alle pareti rocciose, qualche minuscolo quick time event per recuperare l'equilibrio quando si perde la presa.

Shadow of the Tomb Raider, insomma, resta un titolo ludicamente molto affine ai suoi predecessori, e forse quello che gli manca oggi è un aumento del dinamismo delle situazioni, uno studio più attento delle animazioni (abbastanza ingessate), o magari qualche idea brillante sul fronte dei gadget utilizzabili (e non è detto che questa non possa arrivare).

Per gli estimatori della formula di gioco questo moderato conservatorismo non rappresenterà sicuramente un problema, ma è giusto mettere le mani avanti per chi invece da un sequel si aspetta un qualche cambio di rotta: Shadow of the Tomb Raider non rinnega l'eredità dei suoi predecessori, e lavora più che altro sulla vastità e sulla struttura dell'ambiente di gioco, lasciando quasi inalterato il gameplay.
Vista l'importanza che esplorazione e risoluzione di puzzle ambientali rivestono nell'economia di gioco, comunque, la presentazione ci ha lasciato impressioni positive. Il team di sviluppo ci ha portato all'interno di una cripta, lasciandoci intravedere per qualche istante la sua struttura labirintica. Se nei vecchi capitoli ci saremmo dovuti accontentare di una grande camera centrale con qualche tesoro nascosto e qualche iscrizione, qui ogni cripta avrà un'area esplorabile che potrebbe richiedere anche una mezz'ora di attenta speleologia virtuale.



Anche le ormai famose tombe hanno ricevuto un trattamento simile: adesso saranno più vaste, più minacciose e più complesse. Per darci un'idea di questo mutamento il team ci ha fatto dare un'occhiata ad un enorme meccanismo infernale, un enorme idolo rotante ricoperto di lame, insidiosa diavoleria a protezione di chissà quale tesoro celato. Purtroppo la qualità degli enigmi e la difficoltà della fasi di esplorazione è tutta da verificare.

L'ultima parte della presentazione si è focalizzata sulle nuove abilità stealth di Lara. Eidos Montreal sostiene che in questo capitolo la protagonista si trasformerà in una spietata predatrice: i suoi avversari si troveranno a fronteggiare un cacciatore invisibile, capace di diventare un tutt'uno con la giungla. Un po' come succede nei tritoli della serie Arkham, insomma, Lara utilizzerà qualche trucco per giocare con le deboli menti delle guardie che la braccheranno. Oltre a potersi appostare sugli alberi per poi balzare sul nemico come un rapace, l'avventuriera avrà a disposizione frecce avvelenate che metteranno le guardie in uno stato di ansia e agitazione: in questa maniera gli avversari spareranno a tutto quello che si muove, dovesse pure essere uno dei loro compagni.



Oltre a nascondersi tra cespugli e arbusti adesso Lara potrà usare i rampicanti che crescono sulle pareti per mimetizzarsi quando si trova schiacciata contro un muro. Le feroci uccisioni istantanee si potranno insomma attivare in un maggior numero di situazioni, inoltre sarà più facile spostarsi all'interno della mappa senza essere visti.

Nonostante la varietà delle situazioni di gioco sia sicuramente aumentata (e possa farlo ulteriormente grazie alle abilità dello skill tree), non ci è sembrato che il sapore delle fasi stealth sia mutato sostanzialmente rispetto al passato. A giudicare dalle parole del team di sviluppo potrebbero però esserci delle novità legate al sistema di crafting: Lara potrebbe ad esempio imparare a costruire delle trappole improvvisate, per mettere in difficoltà i drappelli nemici e utilizzare un più ampio ventaglio di strategie. Speriamo vivamente di incappare in qualche trovata del genere, che possa in qualche maniera ravvivare anche le fasi action.

La presentazione, purtroppo, non ci ha ancora rassicurato sullo stato di salute delle sparatorie: nel corso della prova con mano avevamo registrato un sistema di mira davvero troppo nervoso e poco gestibile; speriamo che il team abbia trovato il modo di risolvere.


Shadow of the Tomb Raider sembra abbracciare la filosofia dei sequel più conservativi. L'atto conclusivo della trilogia di Square-Enix si presenta come una versione "bigger and better" degli episodi precedenti, senza cambiare sostanza. Forse lo spazio per un ultimo capitolo c'è ancora: basta non avere la pretesa di trovarsi di fronte ad un titolo rivoluzionario. Per quello che abbiamo avuto modo di vedere la nuova avventura di Lara punterà tutto sul fascino dell'ambientazione e delle civiltà precolombiane, e sull'allargamento dei propri confini: avremo degli hub più grandi e stratificati, tombe più complesse, in maggio numero di aree secondarie, zone segrete e side quest. Questo basterà sicuramente a tutti i fan, mentre chi aveva avvertito segni di stanchezza giocando a Rise of the Tomb Raider potrebbe non gradire il classico mix fra scalate dinamiche, sparatorie e fasi stealth. Sicuramente il cambio al timone della produzione, passata da Crystal Dynamics a Eidos Montreal, non ha determinato oscillazioni qualitative: Shadow of the Tomb Raider resta sempre un kolossal ben sviluppato e con ottimi valori produttivi, una grande avventura che lascerà una traccia forte sul mercato autunnale. Resta per altro da scoprire qualcosa in più sul sistema di progressione e sulla trama: chissà che in questi settori il titolo non possa riservare qualche gradita sorpresa.



[Modificato da li4m 11/06/2018 13:17]







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