Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

AS Roma: La situazione societaria

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2020 15:36
Email Scheda Utente
Post: 25.059
Registrato il: 29/02/2004
Città: FIUMICINO
Età: 32

Gaming XP User

OFFLINE
10/11/2009 17:52
 
Quota


GUERIN SPORTIVO
INTERVISTA ESCLUSIVA A ROSELLA SENSI
ADESSO PARLO IO: BASTA CON LE SPECULAZIONI di Augusto Ciardi

In pochi anni, da figlia di Franco Sensi si è ritrovata a essere presidente della Roma, poi moglie e mamma: come ha vissuto il cambiamento?
«Facendo coesistere i ruoli, ma non è sempre stato facile. La famiglia occupa il primo posto, era così anche per mio padre, che nonostante gli impegni è sempre stato presente nella nostra vita. Mi ha insegnato a essere umile, a rispettare il prossimo a non dimenticare mai le origini. Valori cui mi aggrappo soprattutto da quando ho assunto l’incarico di presidente, anche se per me il presidente resta lui».
È più difficile essere mamma o presidente della Roma?
«Entrambi gratificanti nella loro diversità, spesso mi tengono sveglia la notte. Ma basta un sorriso di mia figlia Livia a ripagarmi di tutti i sacrifici. A proposito, ogni nascita in casa Sensi coincide con un nuovo abbonamento allo stadio, anche Livia puntualmente è entrata a far parte della lista».
Un impero al femminile: lei, sua madre Maria, sua zia Angela, le sue sorelle Silvia e Maria Cristina. E ora Livia.
«Mia madre e mia zia, grandi tifose, sono sempre allo stadio, spesso anche per le trasferte europee. Siamo molto unite, dopo la scomparsa di papà lo siamo ancor di più, l’intuito femminile aiuta molto nella vita».
Che giudizio dà alla Rosella Sensi presidente?
«Preferisco che siano gli altri a giudicarmi».
Se tornasse indietro, cosa non rifarebbe?
«Sono abituata a guardare avanti, a non avere rimpianti. E a ripartire da eventuali errori per una crescita continua».
La più grande soddisfazione della sua gestione?
«L’emozione più intensa me l’ha regalata la vittoria della Coppa Italia nel 2007. Al ritorno da Milano a Fiumicino, l’immagine di mio padre ad aspettarci per festeggiare mi dà ancora i brividi».
E la più grande delusione?
«Non amo piangermi addosso, mi concentro sulle rivincite che ci dobbiamo prendere».
Qual è stata la cessione più dolorosa?
«Da presidente quella di Aquilani, nel passato senza dubbio quella di Samuel».
Progetto Roma. Svolgimento:
«Il nostro club trae spunto da ogni situazione per accumulare esperienza. Migliorando. Per questo abbiamo varato un Comitato tecnico che comprende la figura di Gian Paolo Montali. La Roma è in evoluzione, segue le nuove strade del calcio e le prospettive di diversificazione, che richiedono anche una crescita del livello dirigenziale. Ci stiamo preparando per il futuro, quando lo stadio di proprietà comporterà nuove politiche aziendali».
A distanza di circa un mese e mezzo, cosa si sente di dire sulla presentazione dell’idea di uno stadio interamente per la Roma?
«Noi abbiamo definito l’area in cui verrà costruito lo stadio e continuiamo a lavorare. Volevamo presentare i nostri studi di fattibilità e un modello di impianto pensato proprio in funzione delle nostre esigenze, in un momento delicato del calcio italiano ormai votato alla politica degli stadi di proprietà come soluzione di una crisi evidente. Abbiamo fatto e continuiamo a fare la parte di nostra competenza. Ora restiamo in attesa dell’emanazione della Legge sugli stadi, poi procederemo con l’iter formale, necessario per la presentazione ufficiale del progetto alle autorità competenti, che ci sembrano ben disposte a valutare con noi le soluzioni più opportune».
Perché il calcio italiano perde colpi in Europa?
«Paghiamo l’assenza di stadi da calcio. I nostri allontanano la gente, deteriorando pure la scenografia televisiva del prodotto virtuale. In Inghilterra, Germania e Spagna i club hanno ottenuto aree e permessi per realizzare impianti di proprietà. Abbiamo perso quote ingenti di fatturato, non potendo adeguarci ai tempi, dipendendo in eccesso dai diritti televisivi. Siamo inoltre penalizzati dalla fiscalità sfavorevole, soprattutto in confronto alla Spagna».
Intanto Platini intima ai club di non vivere di soli introiti derivanti dai risultati. Come si recupera il terreno perduto?
«Finalmente le problematiche del calcio italiano sono arrivate ai due rami del Parlamento, dopo la constatazione di Federcalcio e Coni. Con strutture di proprietà di club ci sarà un ritorno in auge del nostro calcio».
Cos’è cambiato dopo Calciopoli?
«C’è più trasparenza e mi sembra che ci sai voglia di rinnovamento».
Con quali dirigenti va maggiormente d’accordo?
«Rispettando i ruoli reciproci, vado d’accordo con tutti».
Associ un aggettivo a ogni suo “collega”.
«Moratti è indubbiamente generoso, Galliani rappresenta la competenza così come il suo presidente, Berlusconi, che è il vincente per antonomasia. Lotito loquace come nessun altro. Zamparini... ricco».
La vendita collettiva dei diritti tv che effetti avrà?
«Se riusciremo a completare nel modo migliore l’ultima fase di questa prima esperienza centralizzata, licenziando con buon esito anche i diritti esteri, il chiaro domestico e la Coppa Italia, penso che ci sarà un motivo in più per guardare con ottimismo al futuro del sistema».
E in questo sistema, come si colloca la sua società?
«La Roma negli ultimi dieci anni ha collezionato uno scudetto, cinque secondi posti e quattro coppe nazionali, ribadendo una posizione di rilievo degna della sua storia, che ci ha visto giocare in B solo una volta, come la Juventus. In virtù dei risultati conseguiti, secondo i nostri calcoli possiamo mantenere un buon rapporto di ricavi, in attesa di fare il salto di qualità attraverso lo stadio».
L’apertura alla trattativa con Fioranelli per la cessione della Roma, emersa nei comunicati stampa di Italpetroli, che controlla As Roma, aveva fugato i dubbi sulla cedibilità del club. Con il progetto stadio la situazione è mutata oppure è ancora disposta a trattare la vendita della società?
«Siamo sempre disposti e pronti ad ascoltare chi si presenterà con un progetto serio e che abbia intenzione di fare il bene della Roma. Cosa che finora non è avvenuta».
Soros, Fioranelli, Angelini, fra smentite e conferme, si sono avvicinati alla Roma. Ora si parla di una cordata di costruttori capitolini: chi realmente si è fatto avanti e perché sono tramontate queste ipotesi?
«È incredibile quanto credito abbiano dei rumors a volte privi di reale consistenza, anche dopo smentite pubbliche ufficiali. Ogni voce legata a situazioni più o meno reali ha avuto una sua evoluzione, dettagliatamente spiegata dai nostri comunicati».
Ma i tifosi seguono con passione e costanza anche le notizie sulla società...
«I tifosi della Roma, sono fantastici, ma devono pensare a sostenerla e proteggerla, senza dare importanza alle speculazioni. Una squadra di calcio ha bisogno di un ambiente compatto per dare il meglio di sè».
Si è chiesta perché lo scorso 20 giugno tutti i quotidiani, tutti i notiziari televisivi e le trasmissioni radiofoniche diedero per fatto il passaggio della Roma a Fioranelli?
«Qualcuno ha lanciato il sasso sbagliato nello stagno migliore, provocando una reazione a catena».
Cioè?
«Quel qualcuno si è dimenticato di chiedere qualcosa all’azionista di riferimento di As Roma, l’unica in diritto di decidere le sorti del club».
Progetto giovani: quando vi gioverete nuovamente di giocatori del calibro di De Rossi?
«Ho piena fiducia nello staff, la Roma ha sempre cresciuto giovani di valore. Il nostro futuro prevede Okaka e D’Alessandro, Crescenzi e Della Penna, in rampa di lancio c’è il giovanissimo Sini. Abbiamo scelto di avere un capitano romano, un vice capitano romano, un allenatore romano che rappresentano il valore aggiunto dell’ambiente, per senso di appartenenza. Non è casuale la scelta di Bruno Conti, che ha curato il settore giovanile e di Montella che si occupa dei nostri ragazzi. La Roma deve entrare nell’anima di chi ci gioca, da subito».
Quanto grava sulle finanze della Roma il contratto di Francesco Totti?
«Esattamente come tutti i contratti dei grandi calciatori per le altre squadre, con una differenza: Francesco è nato, cresciuto e maturato in questa società e non va sottovalutato. Ha battuto tutti i primati nella Roma e sta attaccando i record assoluti del campionato. È un campione del mondo, deve essere un modello positivo per i giovani del vivaio, per i compagni e per i tifosi. Non accetto che si misuri la carriera di Totti sulla base di un valore contrattuale: io guardo i risultati morali e tecnici e se li paragono ad altri atleti finisco per considerarmi in attivo. Francesco meriterebbe il Pallone d’Oro alla carriera».
Invece chi sarà a vincerlo?
«Messi, uno che mette sempre tutti d’accordo».
Qualcuno può duellare con l’Inter per lo scudetto?
«È evidente che la corsa riguardi solo una squadra. In compenso, la classifica corta offre a molte la possibilità di entrare in Europa».
Ha capito perché Spalletti ha rassegnato le dimissioni?
«Posso immaginare che avesse perso gli stimoli, ma non voglio lasciare spazio alle delusioni ripensando a lui come allenatore della Roma. Preferisco ricordare quando insieme abbiamo gioito per le vittorie».
Come giudica il lavoro di Ranieri?
«Molto positivo, mi sembra che abbia toccato le corde giuste per restituire stimoli ai ragazzi e anche nella difficoltà ambientale ha confermato personalità e amore per la maglia».
Risultati negativi, contestazione a società e squadra, Olimpico che non si sottrae alla dura legge della fuga dagli stadi. Cosa si sente di dire ai tifosi della Roma?
«I tifosi hanno sempre ragione, anche quando contestano, purché resti in ambiti civili e non si manchi di rispetto ai contestati. Da parte nostra però non c’è mai stata mancanza di chiarezza, sia quando ci siamo espressi per mezzo di comunicati scritti, sia quando ho parlato davanti ai microfoni. Capisco che dando spiegazioni non si possa accontentare tutti, ma molto spesso si tende a far finta di non capire ciò che diciamo. Sono tifosa anch’io e sarei felice di poter comprare ogni anno i campioni più forti per la Roma. Ma la squadra resta competitiva, è quella che due anni fa è stata a un passo dallo scudetto e ha espresso il miglior calcio. Ecco, questo gruppo è ancora in grado di sorprenderci in positivo. I tifosi devono essere ottimisti. Vorrei dire a chi contesta oggi che mi è chiarissimo il significato della protesta. Anche se non mi vogliono, chiedo loro di amare la Roma e di non abbandonarla. Io non lo farò mai, soprattutto nei momenti difficili».
Come si immagina fra dieci anni?
«Sono talmente impegnata nel presente che mi risulta difficile fare previsioni. Lo sa che da tre anni non vado in vacanza?».
Augusto Ciardi




ma non si fa schifo da sola quando parla dello stadio? [SM=g1431647] [SM=g1431647] [SM=g1431647]
la colpa dei non investimenti sarà della non-costruzione dello stadio

co la storia del padre ha stancato...
moratti generoso [SM=g1431647]

riguardoalla frase che ho evidenziato (Da parte nostra però non c’è mai stata mancanza di chiarezza, sia quando ci siamo espressi per mezzo di comunicati scritti, sia quando ho parlato davanti ai microfoni.) [SM=x35281] [SM=x35281] [SM=x35281] [SM=x35281]

l'ultima frase, basta con lo scudetto vinto per un'ora troia [SM=x35294]
la squadra è la stessa di 2 anni fa, brava zoccola
l'inter è stronza che continua a comprare???

non ci abbandonerà mai [SM=x1759143] [SM=x1759143]







Lo sai che mi diceva Lady D nel 79 prima di conoscere Carlo?
Arberto, quanno baci tu non c'hai na lingua c'hai n pennello mortacci tua
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com