Strapazzata da una Carpisa elettrica e con la mano zingara, Roma troppo peccatrice torna a casa con tanto carbone nella sua calza. Troppo forte e troppo precisa Napoli per una Virtus che ha perso pesantemente, 90-74, nella sera in cui è stata davvero oscurata. Molle in difesa, Roma, incapace di prendere in mano una partita che desiderava conquistare per rimanere con pieno titolo tra le grandi del torneo. Uno stop che chiarisce come questa squadra debba ancora lavorare per essere di primissimo livello. Peccato non aver visto sul parquet Obinna Ekezie, seduto invece in tribuna, spedito da Pesic che ha trovato modo di bisticciare ancora con l’arbitro Facchini che lo ha punito con un tecnico, ma ieri contro una scatenata Carpisa che ha permesso al suo coach Piero Bucchi di prendersi la più grande rivincita, c’era poco da fare per chiunque. Difesa morbida, con il piumino, facilmente perforabile ma anche un attacco fasullo per la Lottomatica, 9 punti da Hawkins, 11 da Sconochini con un modesto 43% dal campo contro il 53% della Carpisa che, invece, ha avuto anche la forza di realizzare 10 triple sulle 23 tentate. Il male che ha colpito ieri la Lottomatica è stata la mancanza di idee per l’attacco.
L’artiglio di Napoli per piegare le spade di latta dei soldati di Pesic, mai arrendevoli come ieri sera. Solo Sconochini ha cercato, nei 18’ in campo, di essere francobollatore. Carpisa determinata, con un ritmo forsennato sulla sfida dal primo istante. Roma poco ha saputo fare in difesa, Sesay e Stefansson hanno preso a tirare anche da lontano con una mira micidiale. La Virtus sperava che la tempesta iniziale passasse in fretta per trovare cuore e il solito grande Bodiroga, il totem che sa trarre d’impaccio sempre la squadre. Era cominciata con la bagarre e con la bagarre è finita per la Virtus che s’è trovata in un autentico frullatore, sballottata di qua e di là dalla Carpisa che ha sempre tenuto in mano la situazione.
Roma ha cercato di organizzare il suo gioco ma senza riuscire a combinare granché: Napoli è sempre stata una furia. La barriera che gli uomini di Piero Bucchi hanno alzato nei confronti della Lottomatica è stata subito importante, 20-5 prima del 27-9 al 10’, con la Virtus capace di realizzare solo 4 canestri sui 14 tentati, ossia il 29% dal campo, sbattendo come non capita di raro contro la zona. Una miseria.
Difesa e attacco, marchi di fabbrica della Napoli di Bucchi. Roma ha cercato disperatamente di trovare in Bodiroga il faro. Dejan, marcato attentamente, poco ha potuto, come Ilievki che in regia non è riuscito a dare la sua personalità e, a dire il vero, è piaciuta di più la Virtus guidata da Giachetti. Napoli correva strigliata prima da Spinelli e poi da Greer, il play che alla fine è sceso in campo nonostante non fosse al meglio della condizione. E’ stato solo Righetti a tentare con i suoi tiri (3 bombe di fila) di ricucire un divario che aumentava paurosamente. Ma ogni volta che la Virtus ha cercato di reagire, Stefansson e Sesay spingevano avanti la Carpisa.
Napoli, un orologio di precisione capace di correre per 40’ e tenere un ritmo forsennato, è stata meravigliosa. Ilievki ma anche Hawkins si sono arresi sbattendo contro muri altissimi e contro una difesa davvero super. Nel terzo quarto +29 per Napoli (68-39) e poco è servito, un’apparenza perché la Carpisa di ieri è stata squadra formidabile, capace di alzare una mano e segnare. E’ durata un attimo solo l’illusione di un improbabile rientro, sul -12 per la Virtus (75-63) con quattro azioni della Virtus con Sconochini, Giachetti e Bodiroga. Napoli ha spinto sull’acceleratore, un colpo e via, alla sirena e alla festa.
CARLO SANTI