[Acquisti] Investire in borsa

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karma77
00venerdì 10 ottobre 2008 16:11
allora che sta succedendo?

cosa succederà secondo voi?

quali sono le cause?

e le conseguenze future?

intanto posto un articolo:


C'è di che stropicciarsi gli occhi (e le orecchie) a leggere i titoli dei giornali di questi giorni. A sentire i discorsi dei leader. Politici, imprenditori, imprenditori politici e politici imprenditori. Presidenti della Repubblica e di Banche internazionali - europee, americane e quant'altro. Super-ministri del tesoro e delle finanze.

Tutti quanti a invocare una nuova divinità, che, tuttavia, fa riemergere dalla nostra memoria qualche traccia, qualche ricordo. Ne avevamo sentito parlare altre volte, un tempo. Pare. Forse. Ma non ne siamo sicuri. Lo Stato. Rammentate: lo Stato? Proprio lui.

Quello che non poteva neppure essere pronunciato senza venire sommerso dalla riprovazione pubblica (pardon: generale). Lo Stato. Caduto in disgrazia dopo gli anni Ottanta. E negli anni Novanta: innominabile. L'unico "stato" possibile: il participio passato del verbo essere. Appunto: lo Stato? E' stato. Lo Stato imprenditore, lo Stato padrone. Che salva le aziende decotte. Lo Stato che fa i panettoni. Lo Stato che controlla i telefoni. E le poste. E le ferrovie. E la luce elettrica. Innominabile. Indicibile. Scacciato e sepolto dal Mercato. Dal Privato. Principio e pensiero unico del Mondo nuovo.

Dove a nessuno - ma proprio a nessuno - passava per la testa che il pubblico e lo stato potessero più competere, svolgere un ruolo regolatore, neppure di comando, o direzione. Meno stato e più Mercato. Meno pubblico e più Privato. Gli slogan dominanti li sentiamo ancora nelle orecchie. Era ieri. Ieri l'altro al massimo.

Per cui non sappiamo quando, perché e come sia successo. Ma una mattina mi son svegliato. E ho ritrovato lo Stato, insieme al Pubblico. Dovunque. Invocato da tutti: Garante e Salvatore. Esibito come un'icona, un'immagine sacra. Non sappiamo cosa sia successo - quando, come e perché. Ma tutto questo ci disorienta non poco, perché i sacerdoti del nuovo culto hanno volti e nomi noti. Sono gli stessi che hanno celebrato il culto dominante fino a ieri. Anzi: stamattina. Governi liberali e ministri liberisti. Presidenti imprenditori. E Imprenditori presidenti. Di uno stato Imprenditore. E partiti-azienda oppure leghe di piccoli produttori. Tutti quanti a celebrare il rito dello Stato. Che ci salverà. Che garantirà i nostri risparmi, i nostri fondi, le nostre banche, le nostre imprese - piccole e grandi. Perché nessuna banca fallirà e nessun risparmio sfumerà. Lo Stato che protegge i cittadini dovunque e comunque.

Lo Stato assicuratore e rassicuratore. A vegliare sulla quiete pubblica. A imporre l'ordine. L'esercito sparso dovunque. Sulle piazze e sulle strade. Nei luoghi di crisi. A presidiare le discariche e le periferie in degrado. Lo Stato ci salverà dal mondo che ci minaccia. Barboni, immigrati, puttane, scippatori, spacciatori, lavavetri. Ci vuole davvero uno sforzo grande per adeguarsi in fretta. Per non rischiare il cortocircuito cognitivo. E occorre tanta flessibilità - specialità del tempo presente - per cogliere l'attimo fuggente e già fuggito. Per riconoscere - senza perdersi - il nuovo paesaggio, al cui centro svetta lo Stato al posto del mercato. Il Pubblico al posto del privato. Quasi fossimo tornati indietro. Un ritorno al futuro. Anche se - a ben vedere - qualcosa manca nell'immagine del passato che ritorna. In particolare: lo Stato sociale, previdenziale e provvidenziale. Quello che garantiva - e spendeva tanto - per salute, lavoro, educazione, assistenza, pensioni. Quello Stato lì: non ritorna. O meglio: non "deve" tornare. Quello Stato lì: va aperto al mercato (che solo in questo caso torna ad essere considerato un valore). Pesa ancora troppo, si dice con rammarico. E - per questo - va ridimensionato. Troppi professori - perdipiù incapaci; troppi chirurghi macellai; e troppi maestri (torniamo ai maestri unici - e anche così sono troppi). Così la sensazione di essere proiettati all'indietro - nel vortice del passato - un poco sfuma. Non è lo Stato che domina il mercato, del pubblico che guida il privato.

Questo Stato non rimpiazza il mercato, ma lo soccorre. Sostiene le banche più delle scuole. Le borse molto più della sanità. E non promette più benessere sociale (come potrebbe?), ma sicurezza individuale. Sorveglia il nostro mondo, affronta le paure - senza dissolverle. E' lo Stato al servizio dei privati. Lo Stato che stigmatizza gli "statali" (fannulloni) e i servizi "pubblici" (inefficienti). Per cui non riesce a curare la nostra inquietudine, ma, anzi, la alimenta. Né può ricostruire la nostra fiducia. In noi stessi, nelle banche e nello Stato. Quando lo Stato è "stato": ridotto a un participio passato, d'altronde, come è possibile affidargli il nostro futuro?

E come credere nella sua forza, quando, per decenni, se ne è recitato il declino, anzi: la fine? Quando la globalizzazione - mitica - ne ha indebolito poteri e legittimità? Quando la finanza senza confini e senza bandiere ne ha fatto un dio minore: come si può pretendere che oggi possa fare miracoli? sconfiggere il panico finanziario? Ergersi al di sopra della paura? E' uno stato di necessità: non ha il fisico, tanto meno il carisma per recitare la parte del Leviatano.

wholly
00venerdì 10 ottobre 2008 16:38
Questi giorni in borsa c'è da divertirsi: è come al Casinò, niente di diverso...

Titoli che in pochi minuti si muovono del 5-10%!!!

E' la fine dell'era della finanza e dei finanzieri.

Spero si torni finalmente all'industria, quella vera, fatta di lavoro e capitale, non di carta, inchiostro e fantasia.

Cosa succederà non lo sa nessuno.

Il petrolio però oggi è a 80 dollari e la benzina costa sempre uguale.
Penso mi costruirò una raffineria personale.
Dzajcic
00venerdì 10 ottobre 2008 16:39
Andreejay
00venerdì 10 ottobre 2008 16:40
Re:
wholly, 10/10/2008 16.38:

Questi giorni in borsa c'è da divertirsi: è come al Casinò, niente di diverso...

Titoli che in pochi minuti si muovono del 5-10%!!!

E' la fine dell'era della finanza e dei finanzieri.

Spero si torni finalmente all'industria, quella vera, fatta di lavoro e capitale, non di carta, inchiostro e fantasia.

Cosa succederà non lo sa nessuno.

Il petrolio però oggi è a 80 dollari e la benzina costa sempre uguale.
Penso mi costruirò una raffineria personale.


aggiungi che il grano costa meno e il pane invece di più


+Vincent+
00venerdì 10 ottobre 2008 16:57

anni 30

aeiouipsilon
00venerdì 10 ottobre 2008 17:41
qui non c'entra niente, ma tanto della MIA situazione non se fotte nessuno, per cui...

questa estate tremonti ha deciso di fare un bel taglio nella nuova finanziara, eliminando il superfluo.

sempre questa estate, la gelmini ha proposto un decreto legge, diventata legge 133, per togliere i fondi alle università. una cosa allucinante. praticamente scomparirà l'università pubblica per come la intendiamo noi, e ci saranno solo università private.

perché dico questo? (si parla di crisi. da qualche parte, per tappare i buchi, bisognerà togliere spese)

perché qui a firenze sono giorni che le università protestano, e stamani hanno deciso di non fare i corsi per almeno fino a novembre (considerate che questa, sempre per protesta, era la prima settimana). e io adesso che cazzo faccio? che cazzo racconto a gennaio, durante gli esami?

e intanto tutti a protestare, tra studenti professori e ricercatori.

sia chiaro, non me ne può fottere di meno delle ideologie politiche, e nemmeno andrò mai alle manifestazioni. volevo solo farvi sapere che sto cazzo di paese fa schifo, visto che i giornali parlano dell'isola dei famosi e non delle università (firenze sembra la più colpita d'italia) che a breve chiuderanno.





allwinning
00venerdì 10 ottobre 2008 17:51
Re:
aeiouipsilon, 10/10/2008 17.41:

qui non c'entra niente, ma tanto della MIA situazione non se fotte nessuno, per cui...

questa estate tremonti ha deciso di fare un bel taglio nella nuova finanziara, eliminando il superfluo.

sempre questa estate, la gelmini ha proposto un decreto legge, diventata legge 133, per togliere i fondi alle università. una cosa allucinante. praticamente scomparirà l'università pubblica per come la intendiamo noi, e ci saranno solo università private.

perché dico questo? (si parla di crisi. da qualche parte, per tappare i buchi, bisognerà togliere spese)

perché qui a firenze sono giorni che le università protestano, e stamani hanno deciso di non fare i corsi per almeno fino a novembre (considerate che questa, sempre per protesta, era la prima settimana). e io adesso che cazzo faccio? che cazzo racconto a gennaio, durante gli esami?

e intanto tutti a protestare, tra studenti professori e ricercatori.

sia chiaro, non me ne può fottere di meno delle ideologie politiche, e nemmeno andrò mai alle manifestazioni. volevo solo farvi sapere che sto cazzo di paese fa schifo, visto che i giornali parlano dell'isola dei famosi e non delle università (firenze sembra la più colpita d'italia) che a breve chiuderanno.









No ma oltre al taglio delle spese all' istruzione il colmo è il taglio alle spese nella sanità, e il decreto Gelmini andrà anche in questa direzione sembra!

Comunque non credo sia paragonabile al crollo di Wall Street del '29, la domanda è se quello a cui stiamo assistendo è solo uno degli inevitabili periodi di magra, oppure se siamo di fronte all' inizio del crollo del capitalismo.

Se fosse vera la seconda, si salvi chi può ragazzi.

Ps: Marx starà gongolando...
wholly
00venerdì 10 ottobre 2008 17:52
Re:
aeiouipsilon, 10/10/2008 17.41:

qui non c'entra niente, ma tanto della MIA situazione non se fotte nessuno, per cui...

questa estate tremonti ha deciso di fare un bel taglio nella nuova finanziara, eliminando il superfluo.

sempre questa estate, la gelmini ha proposto un decreto legge, diventata legge 133, per togliere i fondi alle università. una cosa allucinante. praticamente scomparirà l'università pubblica per come la intendiamo noi, e ci saranno solo università private.

perché dico questo? (si parla di crisi. da qualche parte, per tappare i buchi, bisognerà togliere spese)

perché qui a firenze sono giorni che le università protestano, e stamani hanno deciso di non fare i corsi per almeno fino a novembre (considerate che questa, sempre per protesta, era la prima settimana). e io adesso che cazzo faccio? che cazzo racconto a gennaio, durante gli esami?

e intanto tutti a protestare, tra studenti professori e ricercatori.

sia chiaro, non me ne può fottere di meno delle ideologie politiche, e nemmeno andrò mai alle manifestazioni. volevo solo farvi sapere che sto cazzo di paese fa schifo, visto che i giornali parlano dell'isola dei famosi e non delle università (firenze sembra la più colpita d'italia) che a breve chiuderanno.



L'Università italiana è marcia e lo sanno tutti.

Ma la soluzione non è chiudere l'Università pubblica, ma cacciare a pedate nel culo chi non lavora.

Solo che nessuno ha coraggio di calciare culi importanti e quindi la soluzione è mettere fine al replicarsi del sistema, limitando gli accessi.

Nella prospettiva di chi è figlio di nessuno e fa università è una bella merda, perchè se si limitano gli accessi non si colpiscono i figli di Prof. Papà, che tanto un posto lo trovano, ma gli altri...

Comunque siamo OT...

Andreejay
00venerdì 10 ottobre 2008 18:04
Re: Re:
allwinning, 10/10/2008 17.51:




No ma oltre al taglio delle spese all' istruzione il colmo è il taglio alle spese nella sanità, e il decreto Gelmini andrà anche in questa direzione sembra!

Comunque non credo sia paragonabile al crollo di Wall Street del '29, la domanda è se quello a cui stiamo assistendo è solo uno degli inevitabili periodi di magra, oppure se siamo di fronte all' inizio del crollo del capitalismo.

Se fosse vera la seconda, si salvi chi può ragazzi.

Ps: Marx starà gongolando...


ma quale fine del capitalismo...la crisi sta colpendo europa e stati uniti...ma non sfiora nemmeno india e cina...astri nascenti del capitalismo....
cmq ha pienamente ragione wholly :ci si è ridotti a questa situazione perchè la finanza ha prevalso sulla produttività...aziende come parmalat...invece di pensare al latte pensavano a investire,comprare e rischiare.
La colpa principale però è delle banche che rischiano i soldi dei risparmiatori pur di avere il massimo del profitto. Quando poi falliscono ci rimettono clienti e dipendenti. Bisogna regolamentare in maniera dettagliata e severa il comportamento delle banche altrimenti continueranno a speculare sulla gente "normale".


Umbe84
00venerdì 10 ottobre 2008 18:05
convinzione mia: appena negli USA eleggeranno il nuovo presidente l'economia ripartirà.
Andreejay
00venerdì 10 ottobre 2008 18:10
Re:
Umbe84, 10/10/2008 18.05:

convinzione mia: appena negli USA eleggeranno il nuovo presidente l'economia ripartirà.


su quale base fai questa affermazione?ce li mette di tasca sua i soldi obama?

allwinning
00venerdì 10 ottobre 2008 18:12
Re: Re: Re:
Andreejay, 10/10/2008 18.04:


ma quale fine del capitalismo...la crisi sta colpendo europa e stati uniti...ma non sfiora nemmeno india e cina...astri nascenti del capitalismo....
cmq ha pienamente ragione wholly :ci si è ridotti a questa situazione perchè la finanza ha prevalso sulla produttività...aziende come parmalat...invece di pensare al latte pensavano a investire,comprare e rischiare.
La colpa principale però è delle banche che rischiano i soldi dei risparmiatori pur di avere il massimo del profitto. Quando poi falliscono ci rimettono clienti e dipendenti. Bisogna regolamentare in maniera dettagliata e severa il comportamento delle banche altrimenti continueranno a speculare sulla gente "normale".





Si ma intendevo il capitalismo di vecchia data.

Ovvio che nei paesi in cui è appena nato da grosse soddisfazioni, ma per quanto tempo?

Da secoli si è convinti che il capitalismo sia il modo migliore di fare economia, ma io sto incominciando a nutrire qualche dubbio sulla sua longevità, e credo che i fatti attuali siano abbastanza allarmanti...

Si è visto cosa succede se nessuno interviene a limitare il mercato...

Umbe84
00venerdì 10 ottobre 2008 18:14
Re: Re:
Andreejay, 10/10/2008 18.10:


su quale base fai questa affermazione?ce li mette di tasca sua i soldi obama?





chi ha detto che vincerà obama? [SM=x35366]


io dico solo che solitamente quando cambiano presidente in borsa cambia sempre qualcosa visto che ogni presidente segue una propria politica economica, quindi anche solo un cambiamento minimo potrebbe portare una ventata di ottimismo nelle borse.
allwinning
00venerdì 10 ottobre 2008 18:28
Re: Re: Re:
Umbe84, 10/10/2008 18.14:




chi ha detto che vincerà obama? [SM=x35366]


io dico solo che solitamente quando cambiano presidente in borsa cambia sempre qualcosa visto che ogni presidente segue una propria politica economica, quindi anche solo un cambiamento minimo potrebbe portare una ventata di ottimismo nelle borse.




Non so se ci stiamo rendendo conto che stiamo( per ora stanno per fortuna) arrivando a un punto in cui l' ottimisto conta come il due a briscola...
Bartdream
00venerdì 10 ottobre 2008 18:28
Re: Re: Re:
Umbe84, 10/10/2008 18.14:




chi ha detto che vincerà obama? [SM=x35366]


io dico solo che solitamente quando cambiano presidente in borsa cambia sempre qualcosa visto che ogni presidente segue una propria politica economica, quindi anche solo un cambiamento minimo potrebbe portare una ventata di ottimismo nelle borse.



il problema non è che la politica di una sponda o dell'altra possa cambiare le sorti della crisi...

il danno è fatto.. migliaia di risparmiatori (soprattutto americani) hanno perso i soldi (che vinca obama o no)..

il problema nelle borse è il panico.. se tutti ritirassimo dalle banche i soldi o dal mercato le liquidità.. la maggior parte dei risparmiatori non potranno avere il denaro richiesto.. semplicemente xkè la leva finanziara del mercato e delle banche lavora moltiplicando il denaro effettivamente in circolazione..
Io ho paura che questo possa accadere.. xkè ci porterebbe indietro di un centinaio di anni..
La manovra italiana di garantire i 103mila euro a persona nei conti correnti è una piccola cosa ma almeno mette al sicuro migliaia di famiglie e dà una piccola stabilità al sistema economico italiano (e da anti berlusconiani qll che sto dicendo vale doppio eh! :D)

Spesso si dice che riscoprendo la storia passata si possano trovare delle istruzioni per sanare le situazioni presenti (cicli e ricicli storici [SM=x35329] )
negli anni 30 si rispose alla crisi ristimolando la domanda e la produtttività interna (anke se l'america lo fece togliendo il libero mercato e istituendo le dogane sui beni esteri)
Per risanare la crisi c'è bisogno di ricominciare a far crescere la domanda per risollevare l'economia.. per fare questo senza dubbio c'è bisogno che gli stati si indebitino
Bartdream
00venerdì 10 ottobre 2008 18:31
Re: Re: Re: Re:
allwinning, 10/10/2008 18.28:




Non so se ci stiamo rendendo conto che stiamo( per ora stanno per fortuna) arrivando a un punto in cui l' ottimisto conta come il due a briscola...




i mercati invece si basano sulle convinzioni degli operatori.. se c'è ottimismo i risultati vengono tradotti nei prezzi di mercato..

La manovra di abbassamento del tasso di interesse da parte della banca centrale europea non ha funzionato xkè non era calibrata alle attese degli investitori che si aspettavano uno sforzo maggiore..
e quindi questo sforzo (che è pesante per l'ue) non è stato premiato dalla risposta dei mercati...


insomma l'ottimismo (naturalmente fondato.. non è che si diventa ottimisti xkè ci si sveglia dal lato gusto del letto) è la chiave di risoluzione della crisi
Umbe84
00venerdì 10 ottobre 2008 18:38
Re: Re: Re: Re:
Bartdream, 10/10/2008 18.28:



il problema non è che la politica di una sponda o dell'altra possa cambiare le sorti della crisi...

il danno è fatto.. migliaia di risparmiatori (soprattutto americani) hanno perso i soldi (che vinca obama o no)..

il problema nelle borse è il panico.. se tutti ritirassimo dalle banche i soldi o dal mercato le liquidità.. la maggior parte dei risparmiatori non potranno avere il denaro richiesto.. semplicemente xkè la leva finanziara del mercato e delle banche lavora moltiplicando il denaro effettivamente in circolazione..
Io ho paura che questo possa accadere.. xkè ci porterebbe indietro di un centinaio di anni..
La manovra italiana di garantire i 103mila euro a persona nei conti correnti è una piccola cosa ma almeno mette al sicuro migliaia di famiglie e dà una piccola stabilità al sistema economico italiano (e da anti berlusconiani qll che sto dicendo vale doppio eh! :D)

Spesso si dice che riscoprendo la storia passata si possano trovare delle istruzioni per sanare le situazioni presenti (cicli e ricicli storici [SM=x35329] )
negli anni 30 si rispose alla crisi ristimolando la domanda e la produtttività interna (anke se l'america lo fece togliendo il libero mercato e istituendo le dogane sui beni esteri)
Per risanare la crisi c'è bisogno di ricominciare a far crescere la domanda per risollevare l'economia.. per fare questo senza dubbio c'è bisogno che gli stati si indebitino






pienamente d'accordo (vivendo in una famiglia di economisti e avendo fatto economia ne so qualcosa [SM=x35274] )

la mia era solo una ipotesi personale, poi ovvio che non si risolverebbe nulla solo con una elezione [SM=x35275]
Umbe84
00venerdì 10 ottobre 2008 18:40
Re: Re: Re: Re: Re:
Bartdream, 10/10/2008 18.31:




i mercati invece si basano sulle convinzioni degli operatori.. se c'è ottimismo i risultati vengono tradotti nei prezzi di mercato..

La manovra di abbassamento del tasso di interesse da parte della banca centrale europea non ha funzionato xkè non era calibrata alle attese degli investitori che si aspettavano uno sforzo maggiore..
e quindi questo sforzo (che è pesante per l'ue) non è stato premiato dalla risposta dei mercati...


insomma l'ottimismo (naturalmente fondato.. non è che si diventa ottimisti xkè ci si sveglia dal lato gusto del letto) è la chiave di risoluzione della crisi




quoto anche questo! e per questo che dico che un piccolo cambiamento come il presidente USA potrebbe essere l'inizio della svolta o cmq un piccolo tassello [SM=x35275]

il mercato si basa + sugli umori della gente che su fatti veri e propri
allwinning
00venerdì 10 ottobre 2008 18:44
Re: Re: Re: Re: Re:
Bartdream, 10/10/2008 18.31:




i mercati invece si basano sulle convinzioni degli operatori.. se c'è ottimismo i risultati vengono tradotti nei prezzi di mercato..

La manovra di abbassamento del tasso di interesse da parte della banca centrale europea non ha funzionato xkè non era calibrata alle attese degli investitori che si aspettavano uno sforzo maggiore..
e quindi questo sforzo (che è pesante per l'ue) non è stato premiato dalla risposta dei mercati...


insomma l'ottimismo (naturalmente fondato.. non è che si diventa ottimisti xkè ci si sveglia dal lato gusto del letto) è la chiave di risoluzione della crisi




Non la penso come te. è tempo che cambi qualcosa dal punto di vista proprio del rapporto stato-privati, ma qualcosa di concreto. Se continuiamo a non porre un freno, o comunque una limitazione alla libera iniziativa, questa si trasforma in speculazione.
Bartdream
00venerdì 10 ottobre 2008 19:03
le regolamentazioni ci sono..
Le banche europee sono tra le più controllate al mondo
con i vari trattati di Basilea1/Basilea2

e sembra si sia giunto ad un eqvilibrio positivo nella regolamentazione (parlo di banche e non dei comportamenti fraudolenti degli imprenditori italiani eh!)

Il problema xò è diverso per quanto riguarda le imprese.. una maggiore regolamentazione scoraggia l'iniziativa privata.. e questo và sempre a discapito dell'economia dello stato e dei cittadini..
Insomma andrebbero calibrati i provvedimenti.. ed è una cosa che per essere fatta deve essere provata sul campo.. con i vari alti e bassi che ne conseguono (insomma l'economia non è di certo una scienza esatta..)
Bartdream
00venerdì 10 ottobre 2008 19:08
10 giorni e mi laureo in economia.. si vede? :D
Andreejay
00venerdì 10 ottobre 2008 19:10
Re:
Bartdream, 10/10/2008 19.03:

le regolamentazioni ci sono..
Le banche europee sono tra le più controllate al mondo
con i vari trattati di Basilea1/Basilea2

e sembra si sia giunto ad un eqvilibrio positivo nella regolamentazione (parlo di banche e non dei comportamenti fraudolenti degli imprenditori italiani eh!)

Il problema xò è diverso per quanto riguarda le imprese.. una maggiore regolamentazione scoraggia l'iniziativa privata.. e questo và sempre a discapito dell'economia dello stato e dei cittadini..
Insomma andrebbero calibrati i provvedimenti.. ed è una cosa che per essere fatta deve essere provata sul campo.. con i vari alti e bassi che ne conseguono (insomma l'economia non è di certo una scienza esatta..)


non ci sono regolamentazione che obbligano alla chiarezza...soprattutto in ambito derivati...chi non ne capisce viene infinocchiato dai vari consulenti....


Bartdream
00venerdì 10 ottobre 2008 19:19
Re: Re:
Andreejay, 10/10/2008 19.10:


non ci sono regolamentazione che obbligano alla chiarezza...




no aspè non confondiamo le regolamentazioni delle imprese con il resto..
il bilancio deve essere chiaro..
la consob per permettere alle imprese di entrare in borsa oltre alle analisi sui suoi bilanci e quindi sulla consistenza economica dell'impresa impone alle imprese di pubblicare (pubblicamente :D) i bilandi d'esercizio resi in forma chiara e leggibile anke per i non addetti al settore (con tanto di lungherrime spiegazioni in nota integrativa)


poi se ci sta il consulente che ti infinocchia non è mica colpa dello stato.. cioè si sta comunque rischiando con i propri soldi..



pilato
00venerdì 10 ottobre 2008 19:21

La situazione come viene presentata dai media è tragica... ancora non ho avuto il coraggio di vedere i miei investimenti (seppur piccoli) come stanno andando a picco...
Bartdream
00venerdì 10 ottobre 2008 19:25
in ogni caso io dalla mia piccolissima esperienza.. direi che i cicli economici sono sempre esistiti.. se non avete la necessità di recuperare liquidità (xkè si sta con l'acqua alla gola).. lasciate i risparmi negli investimenti.. l'economia prima o poi tornerà a salire magari ci vorranno più di due anni per riprendere i soldi che si avevano prima della crisi.. ma almeno non si è perso niente..
Andreejay
00venerdì 10 ottobre 2008 19:27
Re: Re: Re:
Bartdream, 10/10/2008 19.19:




no aspè non confondiamo le regolamentazioni delle imprese con il resto..
il bilancio deve essere chiaro..
la consob per permettere alle imprese di entrare in borsa oltre alle analisi sui suoi bilanci e quindi sulla consistenza economica dell'impresa impone alle imprese di pubblicare (pubblicamente :D) i bilandi d'esercizio resi in forma chiara e leggibile anke per i non addetti al settore (con tanto di lungherrime spiegazioni in nota integrativa)


poi se ci sta il consulente che ti infinocchia non è mica colpa dello stato.. cioè si sta comunque rischiando con i propri soldi..





ma scusa non credi che bisognerebbe imporre alle banche di mettere a conoscenza dei rischi che si corrono investendo i propri soldi in un determinato modo?se ti presentano il contratto di 40 milioni di pagine scritto in maniera incomprensibile....la vedo dura capire....


Bartdream
00venerdì 10 ottobre 2008 19:32
Re: Re: Re: Re:
Andreejay, 10/10/2008 19.27:


ma scusa non credi che bisognerebbe imporre alle banche di mettere a conoscenza dei rischi che si corrono investendo i propri soldi in un determinato modo?se ti presentano il contratto di 40 milioni di pagine scritto in maniera incomprensibile....la vedo dura capire....







la nota informativa di cui parli è ank'essa regolamentata..
ank'essa è scritta in modo chiaro e comprensibile per legge..
xò è anke vero che è fatta da 40milioni di pagine..

Diciamo che l'investitore medio per pigrizia preferisce farsi spiegare il contenvto da un intermediario e per questo spesso il testo differisce da ciò che è raccontato..

Xò più che l'imposizione di chiarezza e leggibilità non è possibile fare.. xkè (non so se hai mai letto una nota intrgrativa) contiene fatti importanti non eliminabili proprio per dare una corretta informazione al cliente che vuole investire.

Diciamo che se nella nota integrativa mancassero informazioni importanti.. allora si potrebbe gridare allo scandalo xkè c'è asimmetria di informazioni tra le parti che svantaggia l'investitore..

[SM=g1439201]
Homer1979
00venerdì 10 ottobre 2008 19:34
qui da me in provincia di trento molte aziende famose come marangoni,luxottica fanno cassa integrazione e addirittura la marsilli ha chiuso
il rat-man
00venerdì 10 ottobre 2008 20:42
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Umbe84, 10/10/2008 18.40:




quoto anche questo! e per questo che dico che un piccolo cambiamento come il presidente USA potrebbe essere l'inizio della svolta o cmq un piccolo tassello [SM=x35275]

il mercato si basa + sugli umori della gente che su fatti veri e propri




la verità sta nel mezzo...il mercato si basa ANCHE sulla fiducia, specialmente quando le cose non vanno bene (parlo con cognizione di causa, lavoro in unicredit che in questi giorni è nell'occhio del ciclone a piazza affari...il titolo ad aprile 2007, prima della fusione con capitalia valeva 7,76 €, ora 2,30€ [SM=g1432559] )

il fatto che a capo della più grande economia del mondo ci sia un presidente che a novembre lascerà il posto a qualcun altro non aiuta i mercati che in questo momento hanno bisogno di certezze.

i tassi di interesse sono stati abbassati, il costo del denaro s'è abbassato e le banche centrali continuano ad immettere liquidità nel mercato ma di fatto le banche stesse non si prestano + soldi tra loro per mancanza di fiducia.

le grandi banche falliscono per ben altre magagne, principalmente (e la faccio MOOOLTO semplice) perchè hanno letteralmente venduto i debiti dei mutuatari trasformandoli in garanzie presso altre banche.

in america, dove hanno stravenduto mutui a condizioni al di fuori di un mercato logico (proprio per rivendere poi i debiti) è scoppiato il bubbone...tantissima gente ha iniziato a non poter più pagare il mutuo e le banche sono diventate insolventi; alcune sono state salvate dallo stato ma altre sono state fatte fallire (la + famosa è lehmann bros.)

il caso + recente europeo è quello di hypo real estate in germania (che rientra nell'orbita unicredit e di hvb, banca tedesca fusasi con unicredit nel 2005) è stata salvata dallo stato.

unicredit ha sofferto di rimando questa "intossicazione" ed è dovuta intervenire immettendo liquidità e lunedì ha ricapitalizzato, il venerdì precedente profumo invece aveva fermamente smentito qualsiasi azione in borsa, sfiduciando di fatto il gruppo di fronte all'intero mercato. un cambio di rotta del genere si paga eccome, anche se giusto e prudente...diciamo che aveva fatto troppo lo sborone prima [SM=x35315]

la cosa buona per noi è che con tutta probabilità non ci saranno insolvenze dirette nei mutui di casa nostra, per TUTTO il resto invece possiamo essere coinvolti ma anche in questo caso lo Stato italiano garantirà i conti correnti fino a 103 mila euro (206 se cointestato), non serve a nulla svuotarli [SM=x35282]

basilea2 (per chi l'ha tirata in mezzo) c'entra poco in questo, è uno standard di rating che calcola il rischio nell'erogare credito a tizio piuttosto che caio (privato o impresa, piccola o grande che sia), non ci protegge dalla crisi però [SM=x35362]




simonss
00venerdì 10 ottobre 2008 20:51
basterebbe ristabilire la parità aurea....

lo so, è una boutade....ma in fin dei conti l' aborto del sistema è nato tutto li'....

è ora di finirla coi soldi VIRTUALI ....a partire dal gradino piu' basso ,se hai 100 conchiglie o pizze di fango , compri un bene che valga 100.....e se non hai 100 aspetti di averli o ti indirizzi su qcosa che costa meno....


è chiaro che , nella macroeconomia turbocapitalista , questo è un esempio ridicolo.....ma il concetto è lampante...

la degenerazione dei mercati finanziari è iniziata facendo credere ai sempliciotti di poter comprare con poco quello che valeva molto .....inevitabile il collasso ----già garantito di x sè senza neanche andare ad affrontare gli abusi -esponenziali- delle alte sfere....

una mela equivale ad una mela ....non ad una mela ed 1/4 il giovedi', a 3/4 di mela se la comprano tutti i tuoi vicini di casa, 4 mele se non la compra nessuno a Belluno.....

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