Dopo sei mesi di basket e tre settimane di Torneo, abbiamo una finale. La più attesa, la più discussa, la più bella: Illinois-UNC. Con una sola regola: the winner takes it all
Trent'anni, non uno di più nè uno di meno. Da tanto non accade che nella finale NCAA si affrontino la numero uno e la numero due del ranking ESPN. Se serviva una testimonianza di quanto Illinois e North Carolina fossero, a loro modo, due ''team of Destiny'', la fredda realtà dei numeri può facilmente venire in aiuto. Due squadre ugualmente forti ma molto diverse per approccio e stile di gioco, con due differenti storie alle spalle. Quella di Illinois è decisamente meno glamour e poggia le sue basi su un gruppo incredibilmente solido, con una precisa identità: ai piccoli il compito di creare gioco e dettare i ritmi, ai lunghi quello (decisamente più ingrato) di lottare in area alla ricerca del quarto d'ora di notorietà. Quello che Roger Powell, simbolo dei Fighting Illini, ha avuto sabato notte contro Louisville.
Principi semplici, tanto semplici che solo Ohio State è riuscita ad uscire dal campo con lo scalpo degli arancioni più famosi d'America. Dovesse cadere anche UNC, si tratterebbe della 38esima vittoria stagionale. L'espressione ''record ogni epoca'' rende l'idea della portata dell'impresa?
L'aspetto davvero curioso della questione è rappresentato dal fatto che una squadra con un record di 37-1 in stagione possa, tutto sommato, presentarsi alla partita più importante dell'anno con la sensazione di poter lasciare agli avversari il sempre scomodo ruolo di favoriti. Merito (o forse colpa) del talento di North Carolina, clamoroso concentrato di doti offensive con sinistra simpatia per il campo aperto. Una macchina da attacco che Roy Williams ha sempre dato la sensazione di poter spesso domare ma quasi mai controllare: il rischio, per il coach più discusso del college basket, è che la difesa di Illinois e l'importanza dell'evento possano ''sedare'' gli entusiasmi di Tar Heels. E trasformare la Finale in una partita da giocare tanto, troppo, a difese schierate.
Come ogni partita di college basket che si rispetti, Illinois-North Carolina sarà anche un match fatto di singole giocate, di protagonisti più o meno attesi che, almeno per una manciata di minuti, attireranno su di sè i riflettori di tutta St.Louis. Dovessimo scegliere un uomo decisivo per entrambe le squadre probabilmente fingeremmo di ignorare il potenziale dominio di Sean May in area, puntando forte su chi di Illinois e UNC custodisce i segreti: Deron Williams e Raymond Felton.
DeWill dei Fighting Illini riesce ad essere il punto di riferimento sia in attacco, dove dirige un sistema che, anche domani notte, punterà forse sulle triple (30 tentate contro Louisville e la 2-3 di Pitino), sia in difesa, grazie a doti di stopper decisamente fuori dal comune. Per maggiori informazioni, Salim Stoudamire e Francisco Garcia sull'argomento hanno già fornito abbondanti spiegazioni. Ray Felton, oltre ad essere l'omologo del numero 5 in maglia arancione, è l'unico responsabile degli up and down dei Tar Heels. Scheggia con licenza di correre, Felton è la mano che ispira quasi tutti i micidiali parziali con cui North Carolina si è ormai abituata a decidere le partite. Il tutto con un senso dello spettacolo che, nel college basket moderno, ha davvero pochi eguali. Come dice Eric Neel di ESPN, la ''extra mustard'' nel suo hot dog è sempre presente. Nota a margine: massima attenzione alla partita di Marvin Williams. Il freshman delle meraviglie in semifinale ha deluso: non ci meraviglieremmo se avesse riservato il meglio del repertorio per l'atto finale.
I duelli: D.Williams-Felton, Brown-Manuel, Head-McCants, Powell-J.Williams, Augustine-May
X Factor: il duello in regia, come detto, conterà molto nello sviluppo tattico della partita. Per il resto, sarà molto importante la produzione offensiva di Brown (non al massimo in questo Torneo) e di McCants, anche considerando che sia Illinois che UNC hanno un jolly difensivo da spendere in Deron Williams e Jackie Manuel. Tratto di evidenziatore anche per il duello tra May e la frontline arancione: sulla carta solo i Tar Heels possono vantare due dimensioni offensive. Se e quando Illinois fermerà la transizione dei ragazzi di Roy Williams, quindi, UNC si affiderà con regolarità al centro da Bloomington.
Luca Bianchini
fonte: www.basketnet.it