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Tor di Valle, addio alle «mandrakate»
Chiude l'ippodromo
Dal 30 gennaio in 50 senza lavoro. Proietti: «Notizia che mi rattrista». Lì sorgerà il nuovo stadio della Roma
L'ippodromo di Tor di Valle (Milestone)
ROMA - «Se io quando perdo mi sento un po' in colpa per cui mi scatta questo complesso di colpa e.... che colpa ne ho?». Così parlava Mandrake - quello del «whisky maschio senza raschio» - dopo aver puntato sull'ennesimo brocco. Lui era Gigi Proietti e il film Febbre da Cavallo di Steno, un cult che dal 1976 arriva fino ad oggi passando anche per un remake. Peccato, però, che il successo di quella pellicola non basti ora a salvare dalla chiusura l'ippodromo di Tor di Valle, uno degli impianti di trotto più grandi d'Europa. Il 30 gennaio, infatti, sarà l'ultimo giorno di corse. E poi stop. Tutti a casa. Cavalli e lavoratori (in tutto ne saranno licenziati 50).
Proietti (al centro) in una scena del film «Febbre da cavallo»
«Questa notizia mi rattrista - dice al telefono Proietti -. Sono legato sentimentalmente a quell'ippodromo che mi ha regalato due bei film e uno dei miei personaggi preferiti. Mandrake era un appassionato di scommesse, io no. Lui viveva di espedienti, era un esperto di truffette. Oggi, invece, si fanno le cose in grande...». E i simboli della città chiudono battenti. «Qui piano piano salutiamo tutto - aggiunge amaramente il mattatore di cinema e tv -. Sapevo che l'ippica fosse in crisi, non solo in Italia ma a livello europeo. Anche perché la gestione di questi cavalli è molto costosa». Eppure, nei conti, c'è qualcosa che non torna: «Quello che mi appare assurdo è che la soluzione sia sempre e solo chiudere. E che a pagare siano sempre i lavoratori. È proprio impossibile rilanciare una struttura come questa?».
Se lo chiedono anche i dipendenti. Ieri durante un incontro con i sindacati, la società che gestisce l'impianto ha fissato la chiusura dell'ippodromo al 30 gennaio. «Un tradimento per i circa 50 lavoratori che in questi anni hanno garantito regolarmente l'attività pur ricevendo lo stipendio continuamente in ritardo», spiegano Fabrizio Micarelli, segretario regionale Slc-Cgil di Roma e del Lazio, e Massimiliano Montesi, responsabile territoriale Roma Ovest dello stesso sindacato.
E tutto questo proprio quando l'area dell'ippodromo di Tor di Valle diventata particolarmente allettante visto che proprio lì sorgerà il nuovo stadio di calcio della Roma. «Un affare per la proprietà che vende i terreni e per i costruttori, mentre i lavoratori vengono esclusi totalmente». Al centro delle accuse il sindaco Alemanno che «si è affrettato ad annunciare in pompa magna costruzione del nuovo stadio che nascerà dalle ceneri dell'ippodromo, ma non si è affatto preoccupato delle ricadute occupazionali, dei lavoratori e delle loro famiglie».
Carlotta De Leo
12 gennaio 2013 | 11:05
Era abbandonato da anni al suo destino ed erano anni che non ci andavo, anche se devo dire che molte volte in queste ultime settimane avrei voluto, sapendo quale sarebbe stato inevitabilmente il destino di questa struttura.
Un pezzo di storia romana che sparisce definitivamente per fare posto ad un futuro sicuramente più ricco e moderno, ma sicuramente meno umano e anche meno "popolare".
Avete avuto esperienza dell'ippodromo di Tor di Valle?
Avete dei ricordi da raccontare?