SALICE TERME (Pv), 11 luglio 2004 - Lui gioca per divertirsi. Lui palleggia anche con un tappo. Chiedete ai suoi amici, a San Donato di Lecce, se non è così: ore di destro e sinistro, ginocchio testa spalla scapola tacco. E giù di nuovo, un'altra volta, cento volte. Con una lattina se non c'è il pallone. E' sempre stato così, Fabrizio Miccoli. Quando è triste, quando ha la testa piena di chiacchiere, quando si sente in gabbia, non si diverte e finisce per girare a vuoto.
Sono giorni che a Salice Terme si ferma in campo a palleggiare, giocare a modo suo, con i suoi numeri e le sue facce: qui si stupiscono, ma chi lo conosce si limita a riconoscerlo. Sta bene Miccoli: è sereno, lontano dalle voci di mercato di inizio estate e vicino a Fabio Capello. "Ho la fiducia del tecnico e a me basta questo", ha detto qualche giorno fa quando i giornalisti gli riproponevano l'inevitabile dualismo con Del Piero.
Ieri che contro i dilettanti del Salice Terme Del Piero non c'era, Fabrizio ha illuminato la prima Juve, piccola e imballata per carità, ma comunque Juve: ha segnato due gol e mandato a rete Olivera. Poi si è divertito e ha divertito. Ci ha prova dal calcio d'angolo, con il destro, il sinistro, con una punizione a cucchiaio. "Capitano tutti a me..." gongolava alla fine, soddisfatto, Capello. A lui piacciono quelli così... E lui sa che quelli così vanno lasciati fare: "La squadra deve essere ordinata, ma negli ultimi trenta metri i talenti possono fare ciò che vogliono".
GRANDE IL MISTER
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