Ombre sul caso Re Cecconi

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00domenica 10 marzo 2013 17:40
Prendo spunto dall' altro thread per parlare della "riapertura" del caso Re Cecconi, il giocatore della Lazio, ucciso nel 1977 che si dice abbia simulato per scherzo una rapina per poi essere freddato dal gioielliere.

spettacoli.tiscali.it/articoli/libri/12/03/non-scherzo-re-cecconi-intervista-martu...


In una tragica sera del gennaio 1977 Luciano Re Cecconi viene freddato da un colpo di pistola esploso dal titolare di una gioielleria. "Cecco", come amorevolmente lo chiamavano i tifosi della Lazio, aveva contribuito a regalare ai capitolini uno storico scudetto. Era molto conosciuto a Roma ma non dal titolare di una gioielleria, al secolo Bruno Tabocchini, che scambiandolo per un rapinatore lo uccise. Per anni sulla tragedia di quel calciatore biondo e decisamente poco estroverso è stata fornita la versione dello "scherzo finito male". Questa teoria, rafforzata da un processo frettoloso e da una opinione pubblica soddisfatta, è stata tramandata per 35 lunghissimi anni senza che nessuno avesse voglia o interesse a metterla in discussione. A ribaltare la tesi è stato il giornalista Maurizio Martucci con il suo libro-inchiesta Non scherzo. Re Cecconi 1977, la verità calpestata (Libreria Sportiva Eraclea, 2012). Il giornalista romano dimostra che "Cecco" rimase vittima di una tragica circostanza, ma non pronunciò mai le parole "Fermi tutti, questa è una rapina" che innescarono nel gioielliere la reazione armata.
Martucci, sono passati tanti anni può brevemente ricordare chi era Luciano Re Cecconi?
"All’epoca era un giocatore molto importante. Aveva una caratteristica distintiva: era biondo. A Roma faceva innamorare le ragazzine e veniva dipinto come un latin lover anche se non lo era affatto. Era un giocatore di primissimo livello ed era entrato nel giro della Nazionale quando le partite degli azzurri erano al massimo 10 all’anno. Se stavi in quel giro era un riconoscimento di prestigio e poi non c'erano i campioni stranieri. Oggi, a distanza di anni, c’è ancora gente che si commuove per la scomparsa di quel ragazzo di 28 anni".
Lei ribalta la versione ufficiale della morte di "Cecco". Come si svolsero i fatti di quel tragico 18 gennaio 1977?
"Luciano Re Cecconi non ha fatto niente. La teoria dello scherzo finito in tragedia è quella della difesa del gioielliere. Bruno Tabocchini portò avanti questa teoria e riuscì ad affermarla in tribunale attraverso un processo per direttissima celebrato in 18 giorni. Un processo anomalo e pieno di pecche. La verità è che si è trattato di una disgrazia. Erano anni particolarmente difficili. Romanzo Criminale descrive in modo filmico quel periodo, ma rende l’idea di una Roma città a mano armata dove c’erano sparatorie e morti all’ordine del giorno".
Ma nello specifico, come si arrivò alla disgrazia?
"C’era un gioielliere che viveva in un clima d’ansia e che aveva già subito una rapina vera scatenando una sparatoria a cielo aperto. Tabocchini era una corda di violino ed era emotivamente molto provato, vide entrare nella sua gioielleria due persone che non conosceva cioè Re Cecconi e Pietro Ghedin, accompagnate da un profumiere romano chiamato Giorgio Fraticcioli. In pochissimi secondi si consumò la tragedia: una incomprensione, Tabocchini che tira fuori la pistola e la punta su Ghedin, poi gira l’arma su Re Cecconi sfiora il grilletto e parte un colpo mortale. Era una pistola priva di sicura e con il cane sensibilizzato quindi è bastato spostare l’arma e sfiorare il grilletto per colpire il calciatore. E’ una dinamica assurda, ma è esattamente questo quello che è successo".
Allora come mai si è creato il mito dello scherzo di Re Cecconi e delle parole "Fermi tutti, questa è una rapina"?
"L’informazione allora era diversa e non c’era la multicanalità. Le notizie venivano veicolate in parte attraverso i giornali e in parte attraverso i canali e la radio Rai. La versione diffusa da questi canali, molto ristretti, fu quella dello scherzo perché l’unico che parlò con la stampa in quel tragico 18 gennaio fu il gioielliere. L’altro testimone oculare dell’omicidio era l’attuale allenatore della nazionale di calcio femminile Pietro Ghedin. Quella sera Ghedin andò a dormire a casa di Gigi Martini, suo compagno di squadra e amico inseparabile di Re Cecconi. Ghedin gli raccontò che 'Cecco' non aveva fatto nulla. Nei giorni successivi, probabilmente pressato dall’opinione pubblica, Ghedin cambiò versione avvalorando la tesi dello scherzo. Anche in tribunale fornì due versioni diverse: nella frase preliminare disse che non c’era stato nessuno scherzo, mentre durante il processo cambiò e ribaltò la sua versione. Infatti dagli atti emerge che anche il giudice gli domandò perché stesse cambiando versione. La tesi dello scherzo a questo punto venne avvalorata anche dal profumiere e nessuno ebbe il coraggio di indagare oltre. Perché? C’è un altro elemento molto importante di questa vicenda: Re Cecconi venne bollato politicamente".
Cosa c’entra la politica con un fatto di cronaca nera indirettamente legato al mondo del calcio?
"Già, cosa c’entra la politica con il calcio? Allora però la Lazio veniva bollata dai mezzi di informazione come una squadra marcatamente schierata a destra. Quindi i media non solo non indagarono sulla morte del calciatore, ma lo bollarono come fascista. Re Cecconi era un paracadutista e quindi l’equazione fu molto semplice: aveva un disprezzo per la vita e voleva viverla in modo spericolato, quindi si era meritato quella pallottola. Non era assolutamente così. Innanzitutto non era di destra, ma semplicemente si disinteressava della politica. Non aveva mai detto: 'Fermi tutti, questa è una rapina'. E questo emerge chiaramente dagli atti processuali. Il mito si crea su questo equivoco con un vortice perverso favorito dallo schiacciamento dell’opinione pubblica foraggiata dalla lobby degli orafi".
La "lobby degli orafi" aveva una forza tale da influenzare l'opinione pubblica?
"All’epoca era una categoria molto forte politicamente. Gli orafi erano costantemente vittime di rapine. Basta pensare a quello che sarebbe accaduto nel 1979 a Milano con Torregiani. Da diverso tempo erano presi di mira da parte dei gruppetti del sottobosco eversivo e dagli extraparlamentari di destra e sinistra che utilizzavano le rapine per l’autofinanziamento. Gli orafi si ritrovarono con un omicidio eccellente, quello di un calciatore famoso, che li portò sulle prime pagine di tutti i quotidiani e sulle reti Rai e a questo punto si strinsero intorno a Bruno Tabocchini pretendendo una sentenza di assoluzione per il gioielliere. Fecero una petizione popolare e presidiarono per 18 giorni il tribunale di Roma. Contemporaneamente Re Cecconi venne abbandonato dalla tifoseria laziale e non venne sostenuto dall'opinione pubblica dopo la demonizzazione subita da parte della sinistra. Abbandonato a se stesso lo sfortunato Re Cecconi, passò il teorema dello scherzo. A questo punto il giudice, nonostante le forti richieste della pubblica accusa contro Tabocchini che smontavano completamente la teoria dello scherzo finito male, diede ragione alla difesa e assolse il gioielliere. Per questo motivo per 35 anni si è perpetrato questo mito".
Quali sono state le reazioni davanti alla sua inchiesta e alla riapertura del caso?
"La prima reazione è stata quella della famiglia di Re Cecconi. La moglie e vedova di 'Cecco' e i suoi figli mi hanno ringraziato perché ho dato loro delle certezze su quelli che fino ad oggi erano solo indizi. Non dimentichiamo che al tempo della tragedia la moglie di Re Cecconi aveva poco più di vent’anni, il primo figlio due e il secondo solo sei mesi. Non avevano seguito il processo e le carte non le avevano mai viste. Quindi una reazione estremamente positiva da parte di chi ha sempre avuto dei sentori che le cose non erano andate come venivano raccontate. C’è stata poi quella altrettanto positiva di tutti gli ex compagni del calciatore. I campioni d’Italia della Lazio sono venuti alla presentazione del libro e di un film sulla vicenda censurato dalla Rai. Anche loro mi hanno confermato che avevano dei dubbi, ma nessuna certezza".
C’è stata però anche qualche reazione negativa da parte dei nostri colleghi giornalisti.
"E’ stata una piccola parte formata perlopiù da alcuni giornalisti dell’epoca che percorrendo il filone del sentito dire e della vox populi hanno avvallato e avvalorato la tesi dello scherzo senza andare a leggere le carte del processo o a raccogliere le testimonianze di prima mano. Si sono scontrati con la mia versione e qualcuno di questi giornalisti non ha voluto accettare la revisione. Invece in questi casi la revisione è importantissima, basta pensare al caso di Donati Bergamini che è tornato alla ribalta in questi giorni con la riapertura del caso e il ribaltamento delle teorie iniziali".
Lei ha accennato anche allo strano caso del film della Rai prima girato, poi censurato e quindi mai andato in onda.
"S'intitola L'appello - Il Caso Re Cecconi, non è mai stato diffuso e nessuno, neanche chi l’aveva interpretato, l’aveva mai visto. La prima assoluta di questo film è stata il 18 gennaio 2012 durante la presentazione ufficiale del mio libro. Il film è stato realizzato nel 1983 e svelava tante verità nascoste, ma venne subito censurato perché la famiglia del gioielliere si oppose denunciando la Rai e lo sceneggiatore. La causa è andata avanti per tredici lunghissimi anni e per tutto questo periodo il tribunale ha intimato alla Rai di non mandarlo in onda. La cosa strana è che la Rai ha vinto la causa, ma poi non l’ha mai mandato in tv arrivando a dimenticarsi di averlo girato. E’ un film importante perché evidenzia tante di quelle falle della vicenda che poi ho riscontrato nel mio libro".
05 marzo 2012





Alcuni commenti all' articolo:

20. Marco
piu' di un mese fa ( 16-04-2012 )
Non si capisce quale sia stata l'incomprensione che avrebbe generato la disgrazia e nemmeno perchè se ne parla solo adesso. Che un gioielliere si innervosisca solo perchè vede entrare degli sconosciuti, poi, mi sembra proprio una fesseria. Era forse abituato a vendere soltanto ad amici e parenti?
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19. mario
piu' di un mese fa ( 09-03-2012 )
Non ho capito come sono andati i fatti.
Io ricordo di aver sentito confermata da Ghedin la versione della rapina su una radio privata di tifosi laziali
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18. Graziella
piu' di un mese fa ( 09-03-2012 )
Ricordo perfettamente quei giorni, ero una ragazza e, confesso che credetti alla versione dei giornali. Quello che mi impressionò di più,( visto il periodo, terrorismo, rapine ecc.), fu che Re Cecconi avesse simulato una rapina, si disse, con le mani in tasca e le dita puntate come una pistola. Era una morte assurda. Ora, quello che fa rabbia, è che viene tutto ribaltato dopo 35 anni! E' proprio una storia italiana!
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17. Carmela La Salandra
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Anch'io ricordo benissimo quella disgrazia, e sinceramente non ho mai creduto al fatto che RE Cecconi avesse detto quella frase, questo in funzione del fatto che al tempo le rapine erano all'ordine del giorno, nessuna persona sana di mente si sarebbe sognata di dire quella frase! Un mio amico al tempo aveva aperto una gioielleria, ma dopo 6 mesi ha venduto perchè la paura in quel periodo ti faceva ammalare di brutto. Per suber 24, certo che nessuno si vuole rovinare la vita uccidendo... ma tu non sai la tensione e lo stress di un'attività commerciale che fa gola ai rapinatori, la tua ironia e completamente fuori posto.
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suber24
piu' di un mese fa ( 09-03-2012 )
la mia ironia?
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16. sghep
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
La politica in generale che ha che fare con lo sport o con una fede calcistica? in verità nulla! ...se poi vogliamo parlare di brutture e di distorsioni che vi sono nel mondo del calcio, è tutta un'altra storia. La storia di Re Cecconi è una storia triste: punto e basta.
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15. Mario Sebastiano Rachele
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Nel '77 io ero un ragazzo con idee di sx, giocavo a calcio in promozione e ammiravo Re Cecconi perchè era un calciatore di classe pura. Non ho mai pensato e non me ne importava un ficosecco se fosse di dx o di sx. Quando sentii la notizia rimasi molto colpito dalla tragedia, e sinceramente anche a me la storiella di due che entrano con il bavero alzato in una gioielleria con la mano in tasca a mimare la presenza di una pistola e urlano al gioielliere "questa è una rapina" non mi ha mai convinto, considerando anche il perioso storico dell'Italia in cui era a pieno regime la lotta tra disperati di sx d e di dx, con in primo piano Brigate Rosse e Prima Linea, che si ammazzavano tutti i giorni come cani arrabbiati in nome delle loro minchiate! Non capisco cosa ci trovi di divertente gigi65 nella morte atroce di Luciano Re Cecconi, un ragazzo di 28 anni con una moglie giovanissima e due bambini appena nati! Ma da tipi da bar dello sport non ci si poteva aspettare di meglio!
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14. gigi65
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
io penso invece che re cecconi essendo della lazio quindi abituato a rubare , sia entrato proprio per fare una rapina e il gioielliere l' ha ucciso
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Gianluca Gallo
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Dovresti vergognarti di dire certe cose riguardo ad una tragedia del genere che ha visto morire un giovane di 28 anni, lasciando una vedova e due orfani. Mi chiedo come Dio possa dare ad un "uomo" la parola e non il cervello.
Purtroppo sulla rete c'è spazio anche per certi soggetti.
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13. Marco Attila
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
@suber24
... e fa ironia gratuita....
detto da uno che dice:"Ben gli sta a loro, e povero il gioielliere. Punto."
Posso solo dirti che sei un poveretto
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12. suber24
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Non mi risulta che quando una persona entra in una gioielleria venga ammazzato dal gioielliere. Qualcosa c'è stato, caro Martucci, qualcosa che nessuno sa e nessuno dice. Penso che il proprietario della gioielleria non avesse nessuna voglia nè di uccidere nè di rovinarsi per sempre la vita. Ciò è accaduto purtroppo per colpa di balordi ricchi ed annoiati. Ben gli sta a loro, e povero il gioielliere. Punto.
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Roberto N.
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Fortunatamente ci sono persone come te, che senza indagare e senza leggere gli atti giudiziari, riescono a dare giudizi così sintetici sulla vicenda. La prossima volta che le forze di polizia debbono svolgere delle indagini sono pregate di interpellare suber24, risparmierebbero tempo.
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suber24
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Sfortunatamente ci sono persone come te che, senza rispettare le altrui opinioni giuste o sbagliate che siano, le contesta e fa ironia gratuita, senza la capacità di esprimere unma propria personale opinione. Chi si ritiene a questo misero livello interpelli senza indugio Roberto N.
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Roberto N.
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Poveretto, io investigo per mestiere e se in tribunale non porto prove faccio la tua figura. Fortunatamente sono professionale e riesco ad ottenere giustizia.
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11. Rosario Sidoti
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
E già ... a suo tempo girava la frase: UCCIDERE UN FASCISTA NON E' REATO. Quindi cosa vogliamo ????
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10. Michela Chiatti
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
La domanda che sorge spontanea , perchè Ghedin ha cambiato versione ??? Ha preso dei soldi oppure il suo coinvolgimento politico ha dettato il cambio di versione ? Comunque anche se oggi lavora , la coscienza non dovrebbe farlo dormire la notte . VERGOGNA !!!
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9. Fabio Zaccagnini
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
ma.........magari è vero ma non vedo il motivo per il quale nessuno dei testimoni disse la verità.
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8. Roberto Locati
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
è la solita storia, l'Italia delle mezze verità celate dai giornali che modellano notizie e che pur di vendere giornali, inventano e rovinano la gente che ha una dignità ben salda....
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7. fred
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
A me sembra solo una trovata per farsi un pò di soldi vendendo uno dei soliti libri di gossip/noir che piacciono tanto ai lettori italiani. Dato che contrasta la versione ufficiale, avvalorata dai testimoni, perchè non spiega lui il motivo per cui il gioielliere ha tirato fuori la pistola e sparato, dato che non lo spiega affatto?!
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C5
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
E' vero. Parla solo di "un'incomprensione", ma non specifica quale.
Tutta la faccenda ruota intorno a questo punto, che nell'articolo non viene spiegato.
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6. caesar
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
...e nn capisco certe insinuazioni di franco.
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5. caesar
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
che vergogna,sn ancora in tempo x ottenere giustizia.
5. caesar
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
che vergogna,sn ancora in tempo x ottenere giustizia.
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4. Massimo Grecchi
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Bravo Martucci: .all'epoca m'ea fatto tante volte quella domanda
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Massimo Grecchi
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
E non sono mai riuscito a darmi una risposta per quell'assurdità. Rispondo ai critici sottostanti ricordando che Martucci non ha bisogno di pubblicità. Ovviamente per chi legge di sport e non di chiacchiere da bar.
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3. Paolo Matteo Magnabosco
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Possibile che in Italia tutti sanno come sono andate le cose, ma solo a 50 anni di distanza. Mafioso che ha coperto con il suo silenzio la verità. In galera lui per non aver detto quello che sapeva.
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2. franco buniotto
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Sta pubblicizzando il suo libro signor Martucci?
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giovane virgulto
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
e anche se fosse? se per discutere su una verità che potrebbe essere non vera qualcuno impiega il suo tempo, qualcuno, potrebbe anche essere interessato ad aiutarlo comprando il suo libro. Per fare il verso alla sua domanda potrei chiederle se lei è un gioielliere o un amico della persona che ha sparato.
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franco buniotto
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Eh si... sei davvero un giovane virgulto. Auguri.
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1. Iuri Terzi
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
IL PAESE E' DA TEMPO AMMALATO!
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giovane virgulto
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
Giusto! e non ci sono più le mezze stagioni, i giovani sono sempre peggio e ai miei tempi era tutto diverso!! Altre banalità?
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suber24
piu' di un mese fa ( 08-03-2012 )
si l'altra banalità sei tu!

karma77
00domenica 10 marzo 2013 20:41
come sempre

attendo il post di grizzly
VerbalKint
00martedì 12 marzo 2013 09:22
"A ribaltare la tesi è stato il giornalista Maurizio Martucci con il suo libro-inchiesta Non scherzo. Re Cecconi 1977, la verità calpestata (Libreria Sportiva Eraclea, 2012)"

grizzly 62
00martedì 12 marzo 2013 11:12
Re:
karma77, 10/03/2013 20:41:

come sempre

attendo il post di grizzly




mi dispiace ma di questo fatto non parlero' mai cmque la storia cosi' come e' stata dipinta non e' la verita' ma e' inutile rivangare quegli anni che sono stati potenti in tutti i sensi anche quelli "brutti" almeno per voi se non ne parla pietro perche' dovrei farlo io lui sa' cosa successe
NewAdventuresInHi-Fi
00martedì 12 marzo 2013 14:31
Ok comunque sono cose successe quasi 40 anni fa, anche i segreti della CIA dopo un po' vengono declassati. Il fatto e' che tempo fa lessi di questa storia e rimasi un po' stupito dalla dinamica dei fatti. Se e' vero che l' unico testimone cambio' completamente versione dal primo interrogatorio al secondo allora il sospetto che sia stata montata la vicenda diventa molto molto grande.
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