E' da molto che non coltivo lo studio della filosofia, saranno almeno 10 anni. Al liceo una professoressa davvero inetta mi ha impedito di apprezzare questa materia straordinariamente interessante.
Il determinismo non mi ha mai convinto fino in fondo, perchè tolti i campi di studio delle scienze dure (nel quale pure non mancano le critiche al positivismo o comunque le evoluzioni che ne hanno allargato le prospettive), più ci si sposta nel campo delle scienze sociali e più il determinismo diventa fallibile nel predire i fatti.
L'uomo e i suoi comportamenti sono inevitabilmente imprevedibili.
Ciò non toglie, tuttavia, che nell'interpretazione dei fatti passati si possano ricercare dei nessi di causalità, anche se bisognerebbe essere sempre coscienti delle inevitabili limitazioni che si hanno nell'osservare i fatti: principalmente, la limitatezza nelle dimensioni di osservazione e i pregiudizi dell'osservatore.
Capisco e in parte condivido i commenti che mi precedono, ma la tragedia dei cieli ucraini non può essere considerata un semplicemente un "caso".
La colpa più diretta è sicuramente quella della Russia, che arma i separatisti filorussi (pare che siano dei mercenari specializzati) con ordigni terrificanti.
Ma poi ci sono anche:
- l' Europa occidentale e gli Stati Uniti che estendono i confini della NATO oltre la vecchia "cortina", con un'evidente provocazione nei confronti della russia che si sente circondata e messa da parte;
- alcuni paesi europei ex sovietici e di confine, che vogliono che l'Europa guardi solo ad Ovest; si pensi ai paesi che hanno impedito il passaggio del gasdotto Southstream;
- gli Stati Uniti, che fomentano come e quando possono la litigiosità nella regione;
- gli Ucraini stessi, che vivono in un paese debolissimo e spaccato, incapaci di trovare unità e limitandosi a cercare di prendere il meglio dal loro essere "terra di mezzo", guardando furbescamente un po' all'Europa e un po' alla Russia.
Insomma, è vero che cercare i nessi di causalità sarebbe superficiale, però è facilmente ravvisabile che esista una certa concatenazione, o per meglio dire, un certo intrico di fatti e responsabilità.