Prima di andarlo a vedere pensavo "se questo non mi piace come non mi è piaciuto
Django Unchained è la volta buona che sono diventato un hipster o un vecchio dentro", per cui avevo un certo timore...
...che poi si è rivelato infondato, perchè se questo film non è un capolavoro, poco ci manca.
Sono curiosissimo di rivederlo in inglese per apprezzare meglio l' interpretazione di Di Caprio, che più che "grande" è una interpretazione "partecipata": in questo film (prodotto da lui stesso, dettaglio importante) ha avuto la libertà di fare il gorillone, il motivatore ipersurriscaldato, l'overdosato, il trombatore seriale (e di che gnocche), si è divertito da pazzi e ci ha fatto godere. Ma per vincere l'Oscar ci vuole quella componente di sacrificio in più, mi sa, si premia l'impegno di un attore che riesce a stare nelle righe di un personaggio difficile e pieno di mille sfaccettature psicologiche che Jordan Belfort, secondo me, non ha, e se le avesse avute rimangono come "strozzate" dalle troppe scene eccessive del personaggio.
Poi magari l'Oscar lo vince e di Caprio se lo merita, ma in ogni caso:
Una ottima prova d'attore è, una ottima prova d'attore resta.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata la scena finale:
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quell'ultima inquadratura delle facce speranzose e intimidite delle persone che assistono al suo discorso, tutti potenziali criminali e truffatori sedotti dal suo modo di fare e dalla vita piena di figa, soldi e ricchezze e deliberatamente amorale che lui ha portato avanti, potenziali mostri della nostra società moderna, e magari, potenziali responsabili della crisi economica dei nostri tempi.
Sono convinto che se in quel momento mi fossi girato e avessi guardato le facce di quelli seduti al cinema dietro di me (ero in seconda fila, porcaccia la miseria) avrei potuto vederne tantissime di identiche.
Perché infatti, come dice la madr...ehm, la moglie, la prima, di Jordan, non esiste la pubblicità negativa. E i "buoni" tornano a casa in metropolitana.
Grande film.