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[News] Distrutta dal fuoco Città della Scienza a Napoli, ipotesi dolo

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2013 13:21
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05/03/2013 11:36
 
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non ho manco voglia di copia e incollare articoli vari

solo una foto di com'era:



se volete altri dettagli andate qua:

napoli.repubblica.it/cronaca/2013/03/05/news/napoli_la_citt_della_scienza_brucia_ancora_pompieri_ancora_al_lavoro_ipotesi_dolo-53897325/?ref...

www.ilmattino.it/napoli/cronaca/napoli_citta_scienza_incendio/notizie/2559...

non avete idea il senso di sconfitta totale che ho stamane, nel leggere e vedere le notizie su questo episodio, quasi da lacrime agli occhi

una struttura che era un gioiello, con musei per bambini, uffici, aziende, dove ci lavoravano circa 200 persone, costruita per la rivalutazione della zona devastata dall'Italsider (Bagnoli), anche se ultimamente si son lamentati i lavoratori per i ritardi degli stipendi

i colpevoli (se ci sono) dovrebbero marcire per sempre in galera, per sempre









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05/03/2013 12:35
 
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Concordo...

Mi chiedo perche mai la camorra avrebbe dovuto distruggere un gioiello che portava in citta centinaia di migliaia di turisti...quindi parecchi soldi nei ristoranti,bar,hotel,benzinai etc etc gestiti da loro stessi???..mi parrebbe un controsenso...e per quanto merde sia la malavita ha sempre un occhio di riguardo per le opere storiche/belle..o quantomeno non le ha mai toccate.


L'ipotesi pazzoidi politici la escluderei perche cmq destra e sinistra si son spartiti i voti in campania..accontentando tutti..

Quindi veramente non saprei darmi una risposta..se non incidente mal gestito!

[Modificato da raffaeles1982@ 05/03/2013 12:38]
05/03/2013 13:16
 
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Concordo con Karma, solo tristezza e senso di sconfitta...

Ci sono stato parecchie volte ed era un gioiello, un orgoglio per la Campania e l'Italia...
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05/03/2013 13:29
 
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Dietro l'apparenza c'era un forte malumore causato da infiniti arretrati negli stipendi dei dipendenti, che comunque ora sono li' fuori a chiedersi cosa sara' di loro.
Inoltre la struttura era tutt'altro che operativa al 100% con numerosi stand/capannoni non allestiti.

Cio' nonostante non riesco nemmeno io a spiegarmi quali possano essere state le motivazioni di un tale gesto se non l'intenzione della camorra di costruire sull'area qualcosa di piu' redditizio.

Il dolo e' quasi certo anche perche' l'incendio si e' sviluppato sull'intera area (12000 mq) in pochissimo tempo.

Che angoscia...








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05/03/2013 13:30
 
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Hanno fatto buono.
I ragazzini studiati sono il male della (onorata) società.










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05/03/2013 13:30
 
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che infamata !








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05/03/2013 16:28
 
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questo articolo spiega bene che cos'è (anzi che cos'era) CDS:

daily.wired.it/news/cultura/2013/03/05/storia-citta-della-scienza-napoli-65...


Danni ingentissimi: l’interno dei padiglioni devastato, in piedi solo i muri perimetrali e un unico edificio risparmiato dalle fiamme. Con la Città della scienza di Napoli va in cenere non solo quella che l’Eurispes ha riconosciuto nel 2010 come una delle cento eccellenze italiane, ma anche un’idea che si proponeva come un vero e proprio modello per la società della conoscenza. Un’idea diventata una realtà che negli anni ha avuto l’apprezzamento di tanti: è stata insignita nel 2005 del titolo di miglior museo scientifico europeo, premiata dall’Unione europea nel 2006 col Premio Descartes per la comunicazione scientifica e nel 2007 come migliore incubatore di nuova impresa. Il fronte del fuoco che, col passare delle ore si pensa sempre più di origine dolosa e che si è esteso per oltre un centinaio di metri, è stato spento da decine di pompieri dopo ore di lavoro. Città della scienza era stata realizzata nell’area ex Italsider negli anni Novanta, su iniziativa di Vittorio Silvestrini e per volontà di Antonio Bassolino, sul modello de La Villette di Parigi. Era il volto migliore della nuova Bagnoli e il più grande attrattore di turismo scientifico del nostro paese: un luogo di incontro per insegnanti, studenti, famiglie, i bambini, tanti che amano l’avventura scientifica e hanno sete di conoscenza. Il progetto iniziale della Città della scienza, visitata ogni anno da circa 350mila persone, era stato avanzato agli inizi degli anni Novanta. Il 23 novembre del 2001, poi, l’inaugurazione del museo interattivo vero e proprio. Il polo scientifico era stato realizzato nel quartiere Bagnoli, l’ ex area industriale che ha ospitato per decenni l’Italsider. La struttura era ospitata in gran parte nella più antica fabbrica della zona, la ex vetreria LeFevre, i cui ex padiglioni industriali risalgono ai primi dell'ottocento e sono stati restituiti all'antico splendore da una fine operazione di restauro, tornando in vita per dare l’input al progetto di recupero dell'area.

Dopo una fase di sperimentazione cominciata nel 1987 con programmi di attività temporanee da un’idea di Vittorio Silvestrini, nacque la prima edizione di Futuro Remoto, che si svolse alla Mostra d'Oltremare. A seguito del grande successo riscosso dall’89 al ‘92, che si svolse all’Osservatorio astronomico di Capodimonte, fu costituita e riconosciuta la Fondazione Idis. Nell’operazione, Silvestrini coinvolse Vincenzo Lipardi, giovanissimo laureato in filosofia, socio di una cooperativa editoriale, la Cuen, attiva nelle pubblicazioni per il Politecnico. La vicinanza agli aspetti politici e sociali della grande crisi industriale che si stava consumando in quegli anni negli stabilimenti dell’ Italsider di Bagnoli portò Silvestrini e Lipardi a immaginare fin dall'inizio la realizzazione di un vero e proprio Science Centre nell'area, favorendo la riconversione della zona in un polo high-tech che arginasse al tempo stesso l’emorragia di posti di lavoro nello storico quartiere operaio. L’Italsider, la grande fabbrica siderurgica che alla fine degli anni Ottanta era ancora attiva ma che di lì a poco sarebbe stata chiusa. L'obiettivo di Silvestrini era ridare un progetto alla quinta città industriale e alla prima città deindustrializzata d’Italia: Napoli. Era giunto il momento, in quegli anni, di dare un nuovo modello produttivo alla città, fondato sulla conoscenza, un modello che dovesse appartenere a tutti e che per tutti dovesse essere un’opportunità.

L’assunto su cui si basava il ragionamento dello scienziato partiva dalla convinzione che la principale materia prima dello sviluppo fosse il sapere scientifico. Se un Paese non utilizza questa risorsa resta indietro, era l’idea di Silvestrini, ed è destinato a perdere competitività sul piano internazionale. Lo sviluppo scientifico, infatti, secondo Silvestrini faceva da battistrada allo sviluppo di civiltà e, se non era accessibile a tutti, diventava un fattore di non equità: le scelte del futuro sono inevitabilmente legate ai risultati della scienza, e devono essere diffuse e partecipate per diventare scelte consapevoli. Nei primi anni Novanta viene quindi elaborato il progetto di Città della scienza e viene inaugurato il primo insediamento a Bagnoli. Nel 1996 fu possibile aprire al pubblico il primo, embrionale, nucleo del complesso mussale che si è esteso fino ad arrivare, nel 2001, come si è detto, all’inaugurazione del Science Centre nella sua configurazione finale, un progetto completato due anni dopo con l'apertura del Centro congressi, del Centro di alta formazione e del Business Innovation Centre. Un sogno che si realizzava. E che ora è bruciato: in cenere le esposizioni storiche come Futuro Remoto, l’ Officina dei piccoli, grande spazio dedicato ai bambini, il Planetario e tanti altri progetti. Praticamente l’intero centro, a eccezione del Teatro delle Nuvole, un corpo separato che ospitava rappresentazioni che coniugavano teatro e scienza. L’area distrutta dalle fiamme è stimata in 10-12mila metri quadrati: in pochi minuti il fuoco ha divorato i padiglioni dall'interno, diventando indomabile.

Città della scienza ha, tra i suoi vanti, anche quello di essere uno dei musei scientifici interattivi europei con il più alto grado di autofinanziamento (circa il 70%) ricavato dalle proprie attività di mercato nei confronti di vari clienti. La gran parte dei musei scientifici di altri paesi europei sono finanziati largamente (quasi sempre oltre il 70%, talvolta oltre il 90%) con fondi pubblici. Ma il lato economico era stato, soprattutto negli ultimi anni, una nota dolente. Le mutate condizioni economiche e politiche, non avevano permesso infatti un flusso costante di fondi da destinare, soprattutto, all’ampliamento dei padiglioni espositivi. La struttura della Fondazione Idis, controllata dal comune di Napoli e dalla Regione Campania, aveva avuto infatti negli ultimi anni una parentesi poco felice con l’ esternalizzazione di alcune funzioni strategiche, anche se di recente stava riemergendo la gestione della società pubblica, con successo e risultati positivi.

" Città della scienza aveva difficoltà finanziarie", spiega Pietro Greco, giornalista scientifico fra i soci fondatori del polo scientifico: " perché vantava una montagna di crediti da parte dello Stato per cose già fatte. Una montagna che non è mai stata soddisfatta e per la quale aveva acceso una collina di debiti che è inferiore alla montagna, ma stava cominciando a divorare la montagna stessa. Paga un pegno all’incapacità dello Stato di soddisfare i suoi impegni". Ora con la struttura, che venne realizzata su progetto dell’architetto napoletano Massimo Pica Ciamarra, si perde un pezzo importante della città che dava lavoro, in modo diretto e indiretto, a oltre mille persone, andando ad aggravare le condizioni critiche di una regione con tassi di disoccupazione ormai elevatissimi e una economia al tracollo. " Non è un bel segnale perché arriva in un momento in cui la vita della città è stagnante, in rapido regresso – commenta Greco – e con questo incendio viene meno l’unico luogo di produzione nell’area di Bagnoli, uno dei pochi luoghi di produzione fondato sulla conoscenza, altamente avanzato, con grandi riconoscimenti a livello internazionale e una grande capacità di lavorare nel contesto internazionale e con uno spirito positivo, solidaristico. Ma è un evento drammatico che va ben oltre Napoli, poiché avviene in un momento in cui anche il Paese si trova in una simile condizione di difficoltà, forse ancora per poco meno grave".

Quali speranze per il futuro? L’acqua dei pompieri che ha spento il fuoco lasciando emergere le rovine di questo luogo sembra disegnare una grande metafora cittadina e nazionale. " L’unico sviluppo possibile", continua continua Greco: " fondato sulla conoscenza, esce sistematicamente sconfitto, ignorato, deriso. Ieri ho lasciato Città della scienza poche ore prima che l’incendio scoppiasse ed ero in riunione con Silvestrini: l’oggetto della riunione era come fare per mettere su un programma di governo e che facesse dialogare le parti. Silvestrini, emiliano trapiantato a Napoli, è una persona che guarda ancora in maniera straordinaria al futuro. Se anche questa persona dovesse uscire sconfitta, sarebbe un segnale gravissimo per la città. Ma lo spirito della ricostruzione c’è già. Se Napoli e l’Italia sapranno ricostruire Città della scienza in tempi rapidissimi significherebbe che c’è ancora capacità di reazione. In caso contrario staremo a celebrare il funerale non solo di Città della scienza ma di un’intera macroarea, il Mezzogiorno, e di un intero Paese". Intanto, la struttura ha diffuso dal suo profilo Twitter l’ Iban intestato a Fondazione Idis per fare donazioni per la ricostruzione ( #ricostruirecds e #cittadellascienza per restare aggiornati).



La CDS ha un profilo Twitter:

twitter.com/cittascienza

c'è l'IBBAN della fondazione per chi volesse contribuire

(stasera lo farò)









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05/03/2013 17:44
 
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C'ero stata alle medie, mi era piaciuta una cifra...che peccato [SM=x35310]








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05/03/2013 21:50
 
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Ci sono andato 14-15 anni fa ed è stata una delle "gite" più interessanti che abbia fatto. Non ho parole per quello che è successo...









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05/03/2013 23:10
 
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mi viene il freddo addosso guardando le due foto postate da karma.. incredibile.. tistrezza infinita..







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06/03/2013 08:50
 
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Ma era una struttura pubblica o privata?

11 mesi senza stipendio sono quasi più scandalosi di questo rogo...










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06/03/2013 12:30
 
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Re:
wholly, 06/03/2013 08:50:

Ma era una struttura pubblica o privata?

11 mesi senza stipendio sono quasi più scandalosi di questo rogo...




era seguita da una fondazione

ma credo che il termini più adatto sia: parastatale

comunque sveglia wholly...purtroppo non è neanche l'unica realtà (almeno qui in Campania) dove i lavoratori non ricevono soldi da mesi e mesi

per maggiori dettagli...chiedi a Husain...









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06/03/2013 13:40
 
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Re: Re:
karma77, 06/03/2013 12:30:


comunque sveglia wholly...purtroppo non è neanche l'unica realtà (almeno qui in Campania) dove i lavoratori non ricevono soldi da mesi e mesi

per maggiori dettagli...chiedi a Husain...




Credi davvero che non sappia cosa accade nel mondo delle aziende?

Francamente, al di là del fatto che è una cosa diventata comune, non è meno grave della distruzione di un edifico, al di là del simbolo.

Peraltro, in questi casi, normalmente, i colpevoli si scopre che sono proprio uno o più lavoratori licenziati o in via di licenziamento, che spesso escono avvantaggiati da queste distruzioni "clamorose".
Pioveranno fondi pubblici nazionali per la ricostruzione. Se è giusto, starà ai politici deciderlo.

Comunque questo articolo spiega bene la situazione sul piano tecnico:


Incendiato a Napoli l'ex fortino di Bassolino, poi abbandonato da comune e regione
Città della scienza era già in rovina
Società in crisi da anni: fondi bloccati, niente stipendi
di Emilio Gioventù

A Napoli un incendio, quasi certamente doloso, distrugge Città della scienza della Fondazione Idis, che ospitava incubatori d'impresa, un centro congressi e un museo con una serie di esperimenti e dimostrazioni dal vivo per far conoscere la scienza a migliaia di studenti. Realizzata nell'area ex Italsider negli anni '90, su iniziativa di Vittorio Silvestrini, e per volontà di Antonio Bassolino, Città della Scienza era un simbolo della città tanto che il sindaco Luigi de Magistris, in un tweet non esita a scrivere che «oggi (ieri per chi legge, ndr) migliaia di ragazzi e bambini di Napoli si sono svegliati piangendo per la distruzione di Città della Scienza, Napoli è sotto attacco!».


Coloro che bambini non sono legano la città della scienza ai ricordi dell'era bassoliniana. La crescita della struttura di Silvestrini e il rinascimento bassoliniano camminarono infatti di pari passo sul finire degli anni Novanta. I due erano legati dal filo rosso dell'allora Partito comunista. Tanto che non si incorre in errore nel sostenere che la stagione del rinascimento napoletano sicuramente ha avuto anche in Silvestrini e nella sua fondazione Idis un punto di riferimento.

Ci sono stati anni gloriosi culminati con il conferimento, da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Città della Scienza e Silvestrini di una speciale medaglia commemorativa per il decennale del Science Centre.


Poi, la struttura della Fondazione Idis, controllata dal comune di Napoli e dalla regione Campania, ha conosciuto negli ultimi anni una grave crisi. Una media di 350mila visitatori l'anno e i contributi degli enti locali non sono bastati a difendere quella che era diventata una delle poche oasi felici tra le società partecipate. Per fare fronte ai segnali di crisi si deciso di scorporare Città della Scienza dalla Fondazione Idis. La prima così è diventata una società in house della Regione, in grado di ricevere affidamenti diretti, la seconda, invece, una fondazione partecipata da Regione, Comune e Provincia di Napoli. Per la sua nuova forma giuridica, la fondazione non poteva più ricevere contributi in conto gestione e così la Regione ha deciso di sostenere le attività di divulgazione scientifica finanziando progetti. Non è stato sufficiente tanto che nel 2010 Silvestrini ha lanciato un grido d'allarme: «Città della Scienza è senza fondi: rischia di chiudere». Il presidente della Fondazione Idis ha così sottolineato la necessità di un finanziamento pubblico considerando il deficit nel bilancio della struttura: «Uno stanziamento è stato fatto nel 2008, ma i fondi ancora non sono arrivati». Silvestrini ha spiegato che «la Fondazione Idis-Città della Scienza vanta dalla Regione Campania crediti immediatamente esigibili per circa 7,5 milioni di euro» ovvero «3 milioni per attività di promozione della cultura scientifica svolti nel 2008 nell'ambito di un accordo di programma tra Regione e ministero dell'Università, altri 2 milioni quale contributo istituzionale della Regione per l'anno 2009 emanato con colpevole ritardo solo nel marzo 2010 in attesa del rinnovo dell'accordo di programma per gli anni successivi al 2008; i rimanenti 2,5 milioni di euro, infine, per attività e contratti, con gara, vari». Ha così sottolineato che «alcune di queste risorse, allocate ma mai corrisposte, non solo sono attualmente bloccate, ma anche a rischio di tagli», facendo notare che «cancellando crediti pregressi, derivanti da contratti per lo svolgimento di attività effettuate, rendicontate, approvate dagli uffici regionali competenti e addirittura liquidabili, comporta il mancato pagamento degli stipendi, dei fornitori, delle utenze. Insomma la forzata cessazione delle attività».

Dalla Regione Campania hanno fatto immediatamente sapere che si stava lavorando proprio in quelle ore allo stanziamento di 2 milioni di euro. La difficoltà finanziaria era dovuta di fatto ai ritardi accumulati dall'accordo di programma siglato tra Ministero di Università e Ricerca scientifica e Regione nelle annualità 2006-2007-2008.

La crisi ha avuto conseguenze inevitabili sui bacini occupazionali. Due anni fa 100 dipendenti di Città della Scienza hanno bloccato le vie di accesso alla struttura. C'erano in ballo 3 mensilità arretrate, 8 milioni di crediti maturati e soprattutto il futuro lavorativo.

Non se la passa meglio la società Campania Innovazione. Lo fa capire a chiare lettere lo scorso maggio il presidente Giuseppe Zollo in una audizione alla commissione per la trasparenza e il controllo delle attività della Regione. «Abbiamo 64 dipendenti su circa 80 che sono in fitto di ramo d'azienda», questo «significa che il 31 dicembre 2013 devo restituire questi dipendenti a Fondazione Idis», dice. Da ciò ne deriva «anche un elemento di criticità sul piano finanziario perché il fitto di ramo d'azienda, per una buona parte dei costi, non può essere scaricato sui progetti che la Regione ci affida» e «questo significa che il nostro bilancio viene avvelenato da costi che non sono rendicontabili e che diventano crediti verso la Regione». Il presidente di Campania Innovazione non nasconde la preoccupazione: «Ancora oggi non sappiamo in che modo si chiuderà il bilancio del 2011 né sappiamo ancora come verrà formulato» e poi «c'è il problema della predisposizione del budget 2012».

Zollo non è da solo nella valle di lacrime. « Città della scienza aveva difficoltà finanziarie», dice a fiamme spente Pietro Greco fra i soci fondatori del polo scientifico, «perché vantava una montagna di crediti da parte dello Stato per cose già fatte. Una montagna che non è mai stata soddisfatta e per la quale aveva acceso una collina di debiti che è inferiore alla montagna, ma stava cominciando a divorare la montagna stessa. Paga un pegno all'incapacità dello Stato di soddisfare i suoi impegni». E sottolinea che l'incendio ha distrutto «un pezzo importante della città che dava lavoro, in modo diretto e indiretto, a oltre mille persone».

Sulla vicenda è intervenuto proprio l'ex sindaco e governatore della Campania, Antonio Bassolino: «Napoli è ferita ma non bisogna arrendersi, si deve reagire». Mentre l'attuale primo cittadino partenopeo, de Magistris ha sottolineato che per Napoli ci sarebbe bisogno di un piano Marshall.

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Capisco il "simbolo", ma a me sembra la descrizione dell'ennesimo buco nero che risucchia fondi pubblici in modo incontrollato e senza risultati misurabili.

Con le scuole che cadono letteralmente a pezzi, è sicuro che sia una priorità finanziare queste opere con fondi pubblici?
[Modificato da wholly 06/03/2013 13:43]










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napoli.repubblica.it/cronaca/2013/03/07/news/sos_da_scampia_maddaloni_aiutateci_a_non_chiudere_la_palestra_di_judo-5...

Questa, per esempio, mi sembra una cosa più urgente.










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www.robadadonne.it/15325/articolo-shock-su-il-foglio-la-citta-della-scienza-di-napoli-doveva-bruciar...

ferrara solito ridicolo








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