Liga, l'ultima volata a distanza: sarà ancora Luis Enrique contro Zidane
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90' alla fine del campionato, questa volta va in scena un Clàsico tra Barcellona e Real Madrid a 1000 km di distanza. Lucho contro Zizou si sfidano per chiudere un conto aperto 13 anni fa.
Di tre ne sono rimaste due. Il titolo in Liga si consegna all’ultimo secondo: Barcellona primo a 88 punti, Real Madrid secondo un passo più indietro. Un Clásico a distanza ma che vale il campionato. I blaugrana giocheranno per vincere con il Granada matematicamente salvo, i blancos andranno al Riazor di La Coruña con molta speranza e voglia di tre punti. 90’ per trionfare, Luis Enrique e Zinedine Zidane sono carichi: tra di loro è l’ennesima sfida.
Un uomo tranquillo
Il Barça ha fatto passare la tempesta di primavera: tra il 20 marzo e il 17 aprile ci ha rimesso 9 punti di vantaggio in Liga e ha subito pure l’eliminazione dalla Champions League. Luis Enrique non si è mai nascosto, ha ammesso le difficoltà rimboccandosi le maniche e ripartendo con i suoi. Qualcuno lo aveva criticato pesantemente, accusandolo di essere un uomo di poco carattere. E invece Lucho ci ha messo la faccia in quel momento burrascoso.
"Niente crisi, sono soddisfatto dei miei giocatori. Senza Champions siamo più freschi."
Detto-fatto, il Barcellona torna a correre. La quiete dopo la tempesta: 4 vittorie consecutive, 21 reti all’attivo e zero subite. Il tecnico con una mano sul titolo ammette:
"Non ci resta che finire il lavoro a Granada e prenderci una Liga che ci meritiamo."
Il peggio è passato, alle spalle ci è rimasto solo il Real Madrid. Con la calma è riuscito a togliersi dalle sabbie mobili delle critiche e dei pessimi risultati. E con coraggio si è scrollato di dosso il paragone infinito con Guardiola. Più istintivo e rabbioso Pep, più pacato e sereno Luis. Il campo ha detto pure che è stato migliore: 29 gare senza una sconfitta, meglio del record registrato dall'ormai ex allenatore del Bayern Monaco. Pazienza se quest’anno non si possa ripetere il triplete: un double va già bene per ripartire con la giusta spinta in vista della prossima stagione.
Lì non per caso
Zizou, l’uomo della provvidenza. Il Real Madrid nel 2016 riparte da lui, altro che Benitez. L’esordio è boom, 10 gol in 2 partite. Vince, ma non convince dal punto di vista del gioco. A Madrid se sei un allenatore blanco è meglio coprisi bene dalle raffiche di critiche. Il francese indossa il cappotto, qualcuno gli fa notare che ha la stessa media punti di Rafa, si alza il colletto e se ne infischia. 19 partite totali (in attesa della 20esima) sotto la sua guida: 16 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta. Mica male per uno che fino a poco tempo fa era relegato al Real Madrid Castilla, la seconda squadra del club.
Ora si gioca all’ultimo respiro la Liga, l’ennesima battaglia contro il Barcellona. E poi si pensa alla finale di Champions League, perché Zizou battendo la Roma, il Wolfsburg e il Manchester City, si è regalato anche questa possibilità contro l’Atlético.
Numero magico
No, per Zidane non sono il 10 o il 5 i numeri magici. C’è ne è uno ora, con il quale il quotidiano Marca ci si è divertito, che rispecchia il momento: l’11. È l’undicesimo allenatore di Florentino Pérez, ha in tasca undici vittorie consecutive, ha rimontato 11 punti al Barça e a Milano può vincere l'Undécima.
Schiaffo morale
"Lo so cosa state pensando… Certe cose a volte succedono in un campo da calcio. "