Stoner 'boccia' i lamenti di Vale

---

"Quando si perde, regole fanno schifo"


Adesso è guerra fredda. Anche il ragazzino ha affilato i dentini e ha punto sul vivo il Fenomeno, 'snobbando' le lamentele di Valentino e chiudendo la porta a polemiche che considera quanto meno intempestive. "Ad inizio anno - spiega Casey Stoner con il piglio del leader -, tutti i piloti hanno avallato le nuove regole sugli pneumatici. Poi appena hanno cominciato a perdere, quelle stesse norme sono diventate uno schifo".

Che non avesse nemmeno un'ombra di timore reverenziale, l'aveva chiarito il primo giro della prima gara. Casey Stoner è di tutt'altra pasta rispetto al resto della concorrenza, attuale e passata, del 'Dottore' di Tavullia. Non uno sguardo di sfida troppo marcato, ma nemmeno un'incertezza o gli occhi che cercano la terra quando passa il Fenomeno del paddock. Una forza mentale da veterano, nascosta dietro il volto imberbe di chi ancora ricorda per filo e per segno i bollori ormonali della pubertà. Valentino non ha mai sofferto gli avversari, con quella sua voglia di divertirsi e di vincere stupendo; non ha mai guardato in casa d'altri con invidia, non è da lui. Perfino stavolta, con quel ragazzino terribile che vola in vetta al mondiale, le parole del sette volte iridato non devono suonare come una ripicca o una volontà di sminuire i meriti del nuovo arrivato; ma è anche comprensibile che Stoner non apprezzi polemiche regolamentari fuori stagione.

"All'inizio dell'annata - attacca il pilota della Ducati -, tutti gli interessati erano d'accordo sulle nuove norme relative agli pneumatici. Poi, appena qualcuno ha cominciato a perdere, quelle stesse regole facevano schifo". Il plurale? Roba da diplomatici sibillini, da chi ha un obiettivo e usa una maschera di cartapesta perché altri squarcino il velo e leggano a dovere. "Anche io ho fatto delle cattive gare quest'anno, specie in Germania - prosegue Stoner -, ma non mi sono lamentato delle regole sulle gomme. Possono lamentarsi quanto vogliono, ma questo dimostra che la Michelin ha avuto vantaggi in passato, ma ora non riesce a proporre un buon pneumatico da gara". Una stilettata alla Rossi, degna del centauro pesarese. La cosa che stupisce ulteriormente è che l'australiano abbia trovato un alleato insospettabile, quel Jeremy Burgess che di Valentino è il più vicino compagno di lavoro. "Le norme sulle gomme non sono il motivo principale per cui Rossi non vince - ammette il boss del team Yamaha dell'italiano -. E poi a me il regolamento piace, è uguale per tutti e dovrebbe restare com'è". Accerchiato, insomma. Ma Valentino pensa già alla prossima rinascita, all'ennesima rivincita.

TGCOM

---

---

Speciale MotoGP 2002

Tutti contro la Honda, Valentino contro tutti. Sarà questo il tormentone della stagione 2002, l’anno del cambiamento epocale. Dal due tempi si passa al quattro tempi, con un anno d’intermezzo, il 2002 appunto, in cui le due motorizzazioni saranno costrette a convivere.

Sarà come al solito il circuito di Suzuka a tenere a battesimo questa nuova categoria, protagonista anche nei malumori di chi sa già che sarà una battaglia
persa in partenza. Se vi piacciono le scommesse non perdete tempo a consultare troppi bookmaker: Valentino e la RC 211 V sono dati vincenti al 100 per cento.

Una volta adeguata la moto alla sua statura (la prima versione era talmente piccola che Vale non riusciva a stare in sella) e al suo stile di guida, Valentino pare essersi abituato in fretta alla guida a quattro tempi (che comunque continua a giudicare poco divertente) ed ha cominciato a fare i numeri.Troppo evidente la supremazia di quest’accoppiata, capace durante i test ufficiali, di stracciare tutti i record: tempo sul giro, velocità massima e chi più ne ha più ne metta.

Insomma, per le 500 sembra non esserci scampo. Unici a tentare di
tenere il passo sono Daijro Katoh e Loris Capirossi che possono contare su una NSR 500 aggiornata (più quella di Katoh che quella di Loris) capace di girare su tempi comunque interessanti, anche se, come ha dichiarato uno sconsolato Capirossi, "la RC211 mi passava in accelerazione come e quando voleva", anche se a guidarla era Ukawa, uno che con il manubrio in mano non ha certo lo stesso smalto dell’imolese.

Non che le altre quattro tempi siano messe molto meglio. A soffrire più di tutti la supremazia Honda è senz’altro la Yamaha, Biaggi in particolare,

che pare aver già archiviato i propositi bellicosi dell’inverno per ricominciare con i lamenti. La M1 non va (secondo Checa ha anche gli stessi problemi ciclistici della vecchia YZR), vittima di scelte tecniche discutibili come quella di non sfruttare appieno la cilindrata consentita (pare sia circa 890 cc) o quella di continuare ad utilizzare i carburatori che pur non limitando, di fatto, la potenza massima offrono senz’altro meno soluzioni di un impianto d’iniezione quando si tratta di modificare l’erogazione del motore. Insomma, in casa Yamaha girano facce molto attapirate, in attesa che dal giappone (o in Giappone) arrivino pezzi nuovi che rendano la M1 più competitiva.

Tutta da scoprire è invece la Suzuki GSV-R. Complessivamente è la moto più misteriosa: alla Suzuki hanno lavorato in gran segreto per tutto l’inverno e durante i test ufficiali Roberts (che ha pressato affinché la 4 tempi arrivasse in fretta, perché della RGV 500 non ne poteva proprio più) ha pensato più a fare utili chilometri di sviluppo che a spiccare tempi di rilievo che, infatti, non sono arrivati. Che sia pretattica?

Stesso discorso per l’Aprilia, cui va dato l’oscar del coraggio per essere
stata l’unica casa europea a farsi trovare pronta al via fin dalla prima gara e per di più con un progetto molto tecnologico e interessante. La RS3 pare essere nata sotto una buona stella: è molto veloce (seconda solo alla "solita" Honda) ma ancora tutta da sviluppare, visto che finora ha girato veramente poco. Lo sviluppo si farà durante il campionato stesso, per la Casa di Noale questo è un anno di transizione, e intanto Valentino vola.

Per tutti gli altri si prospetta un triste anno da comprimari. I vari Abe, McCoy (che si è anche fratturato durante i test), Barros e compagnia sembrano decisamente troppo poco competitivi per rappresentare un insidia per Valentino e la compagnia delle quattro tempi. Costretti a vivere di episodi dovranno comunque dare il massimo per conquistare una moto competitiva l'anno prossimo.

Attenzione però, la Moto GP è stata creata ad immagine e somiglianza della Formula uno, con un grandissimo impegno da parte delle Case che ormai hanno abbandonato 250 e 125 per riversare energie umane e finanziarie in questo campionato. Lo
scopo è quello di creare un grande evento mediatico, osannato dal pubblico e lautamente farcito di munifici sponsor. Ma un campionato come quello che sta per iniziare potrebbe rivelarsi anche un pericoloso boomerang.

Un Valentino che prende, va e vince tutte le gare a mani basse darebbe un colpo mortale allo spettacolo, presto potremmo anche cominciare a rimpiangere la "vecchia" e combattuta 500 degli ultimi anni e la Moto GP potrebbe addirittura perdere spettatori anziché guadagnarli. Ma, si sa, le gare sono gare e non si può certo obbligare la Honda ad andare piano. Saranno gli altri a doversi dar da fare.

Articolo

---