[Pechino 2008] Basket

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Wade è tornato, il Dream Team pure

Ottima prova del campione di Miami, alla prima gara dopo 4 mesi di stop. Gli Usa dilagano con il Canada (120-65) in un'amichevole preolimpica. Bene anche Carmelo Anthony, Paul e Redd

NEW YORK, 26 luglio 2008 - Tutto troppo facile per la Nazionale Americana nella sua prima amichevole di preparazione all’Olimpiade di Pechino. La squadra guidata da Mike Krzyzewski, infatti, domina il Canada senza e senza nemmeno premere troppo sull’acceleratore alla fine vince 120-65. Il Dream Team, privo dell’infortunato LeBron James, rimasto a bordo campo a causa di una lieve distorsione alla caviglia destra, entra subito in campo con la giusta mentalità, trova la retina con 16 delle prime 20 conclusioni dal campo e gioca in scioltezza, togliendo ben presto dal match la formazione canadese. Molte le buone notizie per coach K a cominciare da una difesa a tratti davvero aggressiva, fino ad arrivare all’ottima prestazione di Dwyane Wade, alla sua prima vera gara degli ultimi quattro mesi. Il fenomeno di Miami, reduce da un intervento al ginocchio sinistro, non giocava da marzo, ma ha fatto capire di essere pronto per Pechino chiudendo il match con il Canada con 20 punti a referto. Bene anche Carmelo Anthony, Michael Redd (20 punti per entrambi) e Chris Paul (11 punti e 8 assist in 23’ di gioco). Devastanti in attacco, gli americani hanno anche regalato spettacolo, soprattutto nel secondo tempo, al pubblico di Las Vegas, chiudendo la sfida con il Canada con un eccellente 66% dal campo. “Dopo qualche minuto di assestamento – prova a cercare il pelo nell’uovo coach K – la squadra ha trovato ritmo mostrando grossi progressi con l’andare dei minuti”. Lapidario, invece il commento del coach canadese Leo Rautins. “Non c’e’ nessun dubbio, questa è la squadra più forte del mondo”. A Pechino però bisognerà dimostrarlo sul parquet. Vietate le distrazioni, dopo le ultime delusioni a livello internazionale quest’anno la Nazionale Usa non può più sbagliare.

www.gazzetta.it

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Il Dream Team a Pechino "Ci manca poco per l'oro"

Al termine della tournée asiatica, le stelle del basket americano sono sbarcate a Pechino. Coach Krzyzewski: "Ci stiamo preparando bene, ma non è ancora abbastanza". Il 10 debutto contro i padroni di casa
PECHINO (Cina), 6 agosto - Anche Kobe, LeBron e le altre stelle Nba della squadra di basket americana sono a Pechino. Dopo 5 vittorie in 5 amichevoli, non senza qualche ombra nelle ultime due esibizioni contro Russia e Australia e concluso il breve tour asiatico tra Shangai e Macao, gli atleti più ricchi della spedizione olimpica Usa sono stati al Villaggio per salutare gli altri partecipanti statunitensi e assaporare il gusto dei Giochi prima di ritirarsi, come sempre da Barcellona ’92 quando nacque il Dream Team, in un albergo di lusso cittadino dove saranno raggiunti dalle famiglie e dagli amici.
RELAX - Al Villaggio non torneranno più, visto che gli Stati Uniti hanno speso 3 milioni di dollari per attrezzare alcuni edifici di una università di Pechino per farne il centro di allenamento e relax dei loro atleti. Qui la squadra si allenerà domattina prima di assaggiare i canestri del campo di gara per una seduta di tiro. Nel loro tour asiatico, i giocatori Nba sono stati accolti da un grande entusiamo, al quale hanno risposto aiutando la raccolta per un ospedale pediatrico di Shangai con 340mila dollari.
MANCA QUALCOSA - Ieri coach Krzyzewski e il responsabile della squadra, Jerry Colangelo, hanno visitato il centro di allenamento: "Ci stiamo preparando bene - ha dichiarato il tecnico degli Stati Uniti e di Duke - ma per vincere l’oro non è sufficiente. Nell’ultima settimana non ci siamo praticamente allenati, abbiamo bisogno di mettere a frutto i prossimi tre giorni per poter giocare al livello necessario per competere al meglio nel torneo olimpico più difficile di sempre. Abbiamo chiuso la preparazione contro Russia e Australia, due possibili contendenti per le medaglie, proprio per metterci subito alla prova. In Cina siamo stati accolti ovunque con grande entusiasmo e amicizia, non vogliamo tradire questa aspettativa. Qui c’è molta passione per il basket, il debutto del 10 contro i cinesi darà subito il gusto di questa Olimpiade". Dove la politica verrà lasciata da parte: "Ognuno sarà libero di esprimere il proprio parere ma ci sono sedi più adatte per risolvere i problemi. Americani e cinesi hanno scoperto di avere una grande passione comune, la pallacanestro. Vogliamo che questa sia un’occasione per essere ancora più vicini".

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Kobe e la febbre dell'oro "Vinco o divento italiano"

Alla conferenza stampa ufficiale della nazionale Usa di basket, circondato da una folla di giornalisti e cacciatori d'autografi, Bryant scherza: "Se non arriviamo primi, dovremo cambiare cittadinanza. Dovrete chiamarmi 'Kobe Giovanni'. E sto pensando di comprare casa in Italia"

PECHINO, 8 agosto 2008 - KobeBryant prenderà la cittadinanza italiana. O almeno così ha dichiarato, ma solo nel caso che gli Stati Uniti del basket, anche questa volta, non vincano la medaglia d’oro. Ieri la squadra al completo è stata al Main Press Center per la conferenza stampa ufficiale tra l’entusiasmo dei volontari che si sono ammassati a caccia di autografi, cosa normalmente proibita negli eventi ufficiali della Nba.
GIOVANNI - Kobe, presentato laconicamente come "debuttante all’Olimpiade" ha diviso con LeBron James il tavolone principale, mentre i compagni erano sparsi per la sala a disposizione dei giornalisti, attorniato da decine di telecamere e fotografi. Scherzando ha detto che lui e i suoi compagni lasceranno gli Stati Uniti se non vinceranno l’oro: "Ne abbiamo parlato tanto ridendo in questi giorni, ma se vogliamo davvero restare cittadini degli Stati Uniti dobbiamo arrivare primi" ha detto aggiungendo che nel caso non ce la facessero: "Diventerò italiano. Dovrete chiamarmi Kobe Giovanni. Avete idea di cosa sarebbe?".
CON WADE ALL'OLIMPIA - L’Italia, dove è cresciuto seguendo sui nostri campi il padre Joe, è sempre presente nella mente dell’asso dei Lakers, che capisce perfettamente e parla ancora ottimamente la nostra lingua. Al raduno di Las Vegas, quando era giunta la notizia delle grandi offerte dei club europei per alcuni atleti Nba, Kobe parlando con Wade aveva detto: "Che ne dice Dwyane, se ci danno davvero 50 milioni di dollari netti in 2 anni andiamo assieme a giocare a Milano". Scherzava, ma oggi è tornato sull'argomento più seriamente. La base della discussione, va chiarito per evitare equivoci, era un'offerta da 50 milioni di dollari, del tutto ipotetica e irrealizzabile, ma sentite le parole di Kobe: "Di fronte a una cifra così, chi si tirerebbe indietro? Però devo dire che se l'offerta arrivasse da Milano o dall'Italia per me sarebbe più significativa rispetto ad altri Paesi. Io lì sono cresciuto, è un posto che conosco. Ci vado spesso e ho ancora molti amici, tanto è vero che sto pensando di comprare una casa in Italia".

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