NAGANO (Giappone), 22 novembre 2005
Nessun problema per l'Italia nel primo match di questa Grand Champions Cup 2005, che mette in palio 1 milione di dollari (300.000 per il vincitore). La squadra di Gian Paolo Montali non può essere messa in difficoltà da questa Cina, che probabilmente ha giocato anche mescolando un po' le carte. Sia come sia, i campioni d'Europa hanno mostrato come il volley asiatico (al maschile, al femminile è tutta un'altra musica, la Cina è campionessa olimpica) sia ormai sempre più lontano ed emarginato dal mondo delle grandi schiacciate. Viene da dire che se questa squadra è proiettata verso Pechino 2008, la marcia che deve compiere è davvero molto lunga, soprattutto se è chiamata a confrontarsi con l'Italia.
Nonostante il jet lag, il poco allenamento e una preparazione forzatamente approssimativa la squadra italiana ha stritolato gli asiatici (3-0, 25-15, 25-15, 25-17): devastante la potenza dei martelli (in questo avere 4 giocatori che sono insieme tutto l'anno, a Treviso, è chiaramente un grosso vantaggio in un torneo così corto e con poco respiro) a iniziare da Alessandro Fei. Impressionante il muro azzurro, mentre buone cose si sono viste anche in difesa. Insomma il primo mattone è stato posto dall'Italia con una certa sicurezza.
Ben diverso l'andamento del match inaugurale che vedeva opposti i campioni del Sud America a quelli del Nord America. Gli Stati Uniti, dopo aver vinto il primo set, hanno sprecato un grande occasione per iniziare il torneo con una sorpresa esaltante. I timori della vigilia di Bernardinho si sono rivelati tutti esatti, l'oro di Atene - almeno in questa prima uscita - è parso davvero lontanissimo. Ma in panchina il c.t. verdeoro ha saputo trovare le risposte giuste per uscire dalla crisi e chiudere la gara con gli importantissimi due punti.
La gioia di dare la STECCA e vederla nello stesso tempo ricevere ad un tuo "nemico" è doppia