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Abolizione del valore legale del titolo di laurea

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2012 20:15
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19/07/2010 14:11
 
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www.repubblica.it/scuola/2010/07/18/news/titolo_studio-5662484/?ref=...


LA PROPOSTA
"Basta con le lauree tutte uguali più concorrenza tra gli atenei"
il deputato del Pdl Fabio Garagnani chiede di eliminare il valore legale del titolo di studio "Le università preparano in maniera diversa, ma la legge afferma che tutti sono preparati in maniera eguale a prescindere dal contenuto formativo"


ROMA - "Il valore legale della laurea sancisce un'uguaglianza che però non è sostanziale". In parole povere mette tutti allo stesso livello a prescindere dall'ateneo che l'ha rilasciata. "Il problema, però, è che le università preparano in maniera diversa, ma la legge afferma che tutti sono preparati in maniera eguale, con una forzata parificazione del titolo rilasciato dai diversi atenei, a prescindere dal contenuto formativo che sta dietro quel titolo" spiega il deputato del Pdl Fabio Garagnani lanciando la sua proposta di legge che delega il governo a cambiare radicalmente aspetto, e funzioni, al fatidico 'pezzo di carta'.

Questa la tesi di Garagnani: il valore legale della laurea mette tutti i laureati sullo stesso piano, mortificando le qualità dei più bravi, ed è di ostacolo ad una 'concorrenza virtuosa' fra atenei, schiacciando verso il basso l'offerta formativa. "Diversamente da quel che accade in altri Paesi -spiega il parlamentare del centrodestra - in Italia la laurea non costituisce un semplice titolo accademico, ma un vero e proprio certificato pubblico , consentendo la partecipazione a concorsi o l'esercizio di determinate professioni". Una scelta che risale al 1933 e che è stata confermata dalla riforma universitaria del 2004.

"Questo -prosegue Garagnani- ha ricadute negative per il futuro di molti giovani che, insieme alle loro famiglie, sono indotti a pensare che in qualunque università investano le proprie risorse, le possibilità di impiego successive alla laurea siano le medesime. Ciò è, artificialmente, valido solo per la pubblica amministrazione, ma è falso per il settore privato che, attraverso i ranking internazionali, conosce bene il differente valore delle università".

Insomma, con la parificazione dei titoli di studio le università italiane rischiano di diventare semplici 'fabbriche' di titoli, in assenza di una reale competizione tra un ateneo e l'altro. Abolire il valore legale della laurea, assicura Garagnani, "significherebbe ottimizzare la gestione delle risorse, eliminare sprechi, distorsioni e lauree 'facili', e porterebbe automaticamente ad una concorrenza virtuosa che riguarderebbe ogni aspetto saliente del sistema formativo universitario".

(18 luglio 2010)



Che ne pensate?

Io sarei favorevolissimo.

L'unico dubbio è se poi, nel paese delle raccomandazioni, in un concorso pubblico potranno preferire liberamente, a me che ho il dottorato, uno che ha il diploma di liceo e pluribocciato, tipo il figlio di Bossi. Non so se mi spiego.

Ma quel che è certo è che una laurea presa nella sede distaccata di Vattelapesca ha meno valore di una laurea presa in una delle principali università.
19/07/2010 20:14
 
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penso che sia una grandissima stronzata..

penso che questi politici ogni tanto se ne escono con stronzate epiche giusto per...

cercano sempre di modificare il problema....se tutti i politici la smettessero di raccomandare i laurati meno capaci...bhe allora avremo laureati piu capaci.....altro che universita' piu o meno IN.

sto tizio che propone, probabilmente neppure sa che nella sua maggioranza il figlio di un leader tra qualche anno entrera' in parlamento senza saper scrivere il suo nome in stampatello...

CHE TRISTEZZA.
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19/07/2010 20:51
 
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cominciamo ad eliminare le università farlocche dove la laurea può essere presa anche da tufi pieni zeppi di soldi, poi ne riparliamo.

se vogliamo fare una cosa seria, facciamo un esame di stato obbligatorio, uguale per tutte le università col testo deciso dall' alto, e correzione degli elaborati da parte di una commissione imparziale composta da terzi, per valutare veramente se uno la laurea l'ha presa coi punti della benzina o meno

dopo essermi fatto il culo per 5 anni se mi tolgono il valore giuridico alla laurea è la volta buona che impazzisco e ammazzo qualche politico fuori al parlamento








L'Universo è stato creato da un invisibile e non rilevabile Prodigioso Spaghetto Volante, quando questi era in preda a una marcata intossicazione alcolica.
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19/07/2010 22:55
 
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la solita cagata anti-costituzionale

ma chi deciderà Milano > Palermo oppure Bari > Padova?

perchè se mi laureo a Perugia non dovrei avere gli STESSI diritti di un laureato a Torino?

e le valutazioni le vogliono fare per ateneo o per facoltà? perchè chi mi dice che se la facoltà di Scienze MM.FF.NN. di Salerno è migliore di quella di Firenze ciò valga anche per la facoltà di Giurisprudenza?

ma ti pare giusto che magari una persona validissima venga superata da una persona di livello inferiore soltanto perchè questa magari ha studiato a Trieste piuttosto che a Siena?

se sono a conoscenza di università "farlocche"...che intervenissero sulla loro qualità! sottoponendo periodiche valutazioni ai prof dirigenti delle facoltà









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19/07/2010 23:17
 
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Re:
karma77, 19/07/2010 22.55:

la solita cagata anti-costituzionale

ma chi deciderà Milano > Palermo oppure Bari > Padova?

perchè se mi laureo a Perugia non dovrei avere gli STESSI diritti di un laureato a Torino?

e le valutazioni le vogliono fare per ateneo o per facoltà? perchè chi mi dice che se la facoltà di Scienze MM.FF.NN. di Salerno è migliore di quella di Firenze ciò valga anche per la facoltà di Giurisprudenza?

ma ti pare giusto che magari una persona validissima venga superata da una persona di livello inferiore soltanto perchè questa magari ha studiato a Trieste piuttosto che a Siena?

se sono a conoscenza di università "farlocche"...che intervenissero sulla loro qualità! sottoponendo periodiche valutazioni ai prof dirigenti delle facoltà




Sono d'accordo [SM=x35275]








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20/07/2010 00:11
 
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Mah io credo che invece di intervenire sulla laurea in se, si dovrebbe creare un metodo ogettivo per valutare la qualita' delle varie universita' e delle diverse facolta'.

Penalizzare il laureato non ha senso. Si dovrebbe invece penalizzare le universita' di bassa qualita'. In questo modo, uno studente potrebbe scegliere l'universita' in base al ranking, e cosi essere sicuro di ottenere la laurea in un universita' di livello.

Se esci da Universita' e facolta' prestigiose, e' ovvio avere piu' opportunita' nel mondo del lavoro. Ed e' giusto cosi'. In questo modo le universita' di qualita' potranno fare una selezione e scegliere solamente gli studenti piu' bravi. Purtroppo creo che in Italia non sara' mai possibile attuare un sistema del genere.

[Modificato da theropithecus 20/07/2010 00:13]







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20/07/2010 01:21
 
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Questa non è la solita sparata/cazzata del politico di turno.

E' molto peggio. Questa è l'anticamera dell'università privata.
In cui ciò che conta non è tanto il laureato e le sue potenzialità, quanto l'essere uscito da una facoltà piuttosto di un'altra.

Il valore legale equiparato delle laurea è già di per se una cavolata, superata in moltissimi casi dalla prassi. Il valore legale serve solo per i soliti concorsi (il deputato che ha proposto questa roba non a caso proviene da giurisprudenza...)

Il mercato del lavoro (privato) di tutto questo se ne frega altamente. Utilizza già altri criteri. E lo fa in maniera spesso selvaggia (vedi stage e precariato), anche perché l'università non è un interlocutore.

Piuttosto l'università deve essere il luogo in cui avviene la selezione, il punto di incontro tra studente e mondo del lavoro. L'università deve capire di avere tra le mani non soltanto 100/1000/5000 matricole all'anno, ma quei talenti che andranno a collocarsi con profitto sul mercato del lavoro di lì a poco.
Ha un potenziale enorme tra le mani, che lascia transitare distrattamente tra le sue aule e tra i suoi banchi, senza neanche saperlo.

Io sono laureato in economia, e specie per una facoltà come la mia, sogno un'università diversa. Una università in grado di essere la piattaforma su cui studente ed impresa si confrontano, si conoscono e casomai si scelgono.
Sogno un'università piccola, come le nostre aziende e grande come i nostri distretti industriali.
Sogno un'impresa diversa, che comprenda che il proprio successo dipende in maniera forte dal potenziale del territorio in cui è inserita.
Sogno degli studenti diversi, che capiscano che l'università è la loro palestra e l'incubatore dei loro sogni.

Ed in tutto questo il valore legale di un pezzo di carta conta zero.
[Modificato da VerbalKint 20/07/2010 01:22]









Verbal Kint: the greatest trick the devil ever pulled was convincing the world he didn't exist.
Verbal Kint: Keaton always said, "I don't believe in God, but I'm afraid of him." Well, I believe in God -
- and the only thing that scares me is Keyser Soze.
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20/07/2010 09:28
 
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Io so soltanto che uscito con 95/100 dal Liceo, quasi non passo il primo anno di Ingegneria (che comunque è il piu difficile rispetto agli altri anni essendoci Analisi 1, Fisica 1, Inglese e Algebre e Geometria a primo semestre, e Analisi 2, Fisica 2, Chimica e Fondamenti di Informatica a secondo!), e un amico mio in Economia alla Bocconi, uscito con 68 dalla mia stessa classe, gli manca solo una materia per passare, mentre un altro uscito con 75 dalla stessa classe ha gia dato TUTTE le materie in Economia alla statale di Parma con una sessione e mezzo di anticipo.

Ora, o Economia è na cazzata, o davvero al Sud i Prof per ognu bocciato stappano na bottiglia.

Ma soprattutto il tizio della Bocconi.. non ne ha mai mangiato scuola... e avrà un titolo oneroso della Bocconi... che sicuramente finirebbe tra le uni virtuose...! pagare, tutto piu facile!
[Modificato da wedipendente 20/07/2010 09:29]







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20/07/2010 09:56
 
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wedipendente, ma veramente hai dubbi sul fatto che ingegneria sia mille volte più difficile di economia?

Noi mica dobbiamo mandare i razzi sulla luna!!! :D
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20/07/2010 12:19
 
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Re:
wedipendente, 20/07/2010 09:28:

Io so soltanto che uscito con 95/100 dal Liceo, quasi non passo il primo anno di Ingegneria (che comunque è il piu difficile rispetto agli altri anni essendoci Analisi 1, Fisica 1, Inglese e Algebre e Geometria a primo semestre, e Analisi 2, Fisica 2, Chimica e Fondamenti di Informatica a secondo!), e un amico mio in Economia alla Bocconi, uscito con 68 dalla mia stessa classe, gli manca solo una materia per passare, mentre un altro uscito con 75 dalla stessa classe ha gia dato TUTTE le materie in Economia alla statale di Parma con una sessione e mezzo di anticipo.

Ora, o Economia è na cazzata, o davvero al Sud i Prof per ognu bocciato stappano na bottiglia.

Ma soprattutto il tizio della Bocconi.. non ne ha mai mangiato scuola... e avrà un titolo oneroso della Bocconi... che sicuramente finirebbe tra le uni virtuose...! pagare, tutto piu facile!




Queste sono leggende...

Studiare al liceo e studiare all'universita' sono due mondi completamente diversi. Ho visto spesso persone con un eccellente curriculum liceale poi fallire all'universita'.

C'e' spesso chi prende alla leggera il liceo, ed invece matura e lavora sodo all'universita'.

Quindi non credo dipenda dalla difficolta' tra Economia o Ingegneria, o tra un universita' pubblica e la Bocconi.







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20/07/2010 14:48
 
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personalmente, ho seri dubbi sui voti di alcuni licei di provincia del sud...

ho conosciuto vari 100 e lode che non sapevano parlare italiano...
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21/07/2010 11:14
 
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Re:
wholly, 20/07/2010 14.48:

personalmente, ho seri dubbi sui voti di alcuni licei di provincia del sud...

ho conosciuto vari 100 e lode che non sapevano parlare italiano...



può essere. Ma di contro ti dico che nei migliori corsi master in italia (e non parlo di master- giocattolo, ma master seri riconosciuti a livello internazionale come quelli erogati da SDA o MIP) ci sono un sacco di persone del sud che hanno fatto ALMENO il liceo nei paesi d'origine.

E non parlo "per sentito dire" ma per esperienza personale visto che sono in una delle classi MBA (fatto liceo & università a Napoli). [SM=x35275]


detto questo, sono favorevolissimo all'abolizione del titolo legale. Tanto chi è raccomandato si laurea all'università di paperopoli, ha lo stesso titolo di chi fa la migliore università in italia e lo frega con la raccomandazione. svegliatevi.

[Modificato da wild§live® 21/07/2010 11:16]
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21/07/2010 16:41
 
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Re:
karma77, 19/07/2010 22.55:

la solita cagata anti-costituzionale

ma chi deciderà Milano > Palermo oppure Bari > Padova?

perchè se mi laureo a Perugia non dovrei avere gli STESSI diritti di un laureato a Torino?

e le valutazioni le vogliono fare per ateneo o per facoltà? perchè chi mi dice che se la facoltà di Scienze MM.FF.NN. di Salerno è migliore di quella di Firenze ciò valga anche per la facoltà di Giurisprudenza?

ma ti pare giusto che magari una persona validissima venga superata da una persona di livello inferiore soltanto perchè questa magari ha studiato a Trieste piuttosto che a Siena?

se sono a conoscenza di università "farlocche"...che intervenissero sulla loro qualità! sottoponendo periodiche valutazioni ai prof dirigenti delle facoltà





quotone

fermo restando che allo stato attuale delle cose già esistono pregiudizi sul luogo dove ci si è laureati








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21/07/2010 17:06
 
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Togliere il titolo legale, significa aprire le porte totalmente alla non-meritocrazia, per quanto le relative porte siano gia aperte..!







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24/03/2012 20:26
 
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Tiro su il topic perchè dal 21 Gennaio è stato indetto una specie di referendum online sul sito del MIUR (di cui son venuto a conoscenza solo adesso per altro)

Questa è la pagina di riferimento

Se le cose stanno in questi termini: "in un concorso pubblico non conterà più il voto di laurea ma l'ateneo di provenienza", qualunque studente laureato al Sud che in futuro tenti di spostarsi al Nord per un concorso pubblico sarebbe praticamente spacciato in partenza

Mi confermate che il succo del discorso è questo, no?

Per altro, per quanto riguarda le classifiche degli atenei, trovo abbastanza assurdo che la classifica sia stilata in maniera globale considerando appunto il funzionamento dell'ateneo nel suo complesso

A questo punto, andrebbe fatto un confronto tra le singole facoltà di ogni ateneo, non una classifica che esamini l'ateneo nel suo complesso perchè ci sono troppe disparità all'interno dello stesso ateneo tra le diverse facoltà

Se non sbaglio questa cosa qui venne proposta da qualcuno nel 2009, c'è traccia poi di classifiche ufficiali di questo tipo?













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24/03/2012 20:35
 
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Le ragioni che contribuiscono a rendere il tema complesso sono tante. La più importante è l’assenza di una disciplina normativa organica dell’istituto, con due conseguenze. La prima, più generale, è che c’è una pluralità di norme e strumenti normativi che disciplinano i titoli di studio rilasciati da istituti autorizzati. La seconda conseguenza è che ci sono almeno tre ambiti interessati dalle problematiche connesse al “valore legale del titolo di studio”:

* l’accesso alle professioni;
* il pubblico impiego;
* gli ordinamenti scolastici e universitari.

La consultazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR) si concentra sui primi due aspetti (ai quali corrispondono le Tematiche I e II del Questionario). Non riguarda, invece, due categorie:

1. Il tema del valore legale del titolo di studio ai fini della progressione all’interno dei diversi cicli del sistema scolastico o universitario (il cd. “valore accademico”). La ragione dell’esclusione va ricercata nella scelta di circoscrivere l’oggetto della consultazione alle sole Tematiche strettamente connesse al mondo del lavoro.
2. Il tema della rilevanza del titolo di studio per l’accesso all’impiego privato. In questo caso, infatti, il titolo di studio posseduto non assume una specifica rilevanza giuridica.











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25/03/2012 08:15
 
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[Modificato da theropithecus 25/03/2012 08:17]







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Re:
SirD@rio, 19/07/2010 20:51:



dopo essermi fatto il culo per 5 anni se mi tolgono il valore giuridico alla laurea è la volta buona che impazzisco e ammazzo qualche politico fuori al parlamento




tanto in Italia la laurea non conta piu' un cazzo..... [SM=x35311]







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25/03/2012 09:55
 
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Re: Re:
theropithecus, 25/03/2012 08.16:




tanto in Italia la laurea non conta piu' un cazzo..... [SM=x35311]




Ma guarda tra un po', se non di già, pure il dottorato, da quello che mi è stato detto [SM=x35279]
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25/03/2012 10:24
 
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Re: Re:
theropithecus, 25/03/2012 08.16:




tanto in Italia la laurea non conta piu' un cazzo..... [SM=x35311]




purtroppo me ne sono accorto... quel messaggio che hai quotato è vecchio di due anni.

l'unica soluzione è tentare fortuna all'estero come hai fatto te.

"Conviene cambiare il paese dove vivere che tentare di cambiare il paese dove vivo"










L'Universo è stato creato da un invisibile e non rilevabile Prodigioso Spaghetto Volante, quando questi era in preda a una marcata intossicazione alcolica.
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25/03/2012 11:53
 
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Re:
wholly, 24/03/2012 20.35:


Le ragioni che contribuiscono a rendere il tema complesso sono tante. La più importante è l’assenza di una disciplina normativa organica dell’istituto, con due conseguenze. La prima, più generale, è che c’è una pluralità di norme e strumenti normativi che disciplinano i titoli di studio rilasciati da istituti autorizzati. La seconda conseguenza è che ci sono almeno tre ambiti interessati dalle problematiche connesse al “valore legale del titolo di studio”:

* l’accesso alle professioni;
* il pubblico impiego;
* gli ordinamenti scolastici e universitari.

La consultazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR) si concentra sui primi due aspetti (ai quali corrispondono le Tematiche I e II del Questionario). Non riguarda, invece, due categorie:

1. Il tema del valore legale del titolo di studio ai fini della progressione all’interno dei diversi cicli del sistema scolastico o universitario (il cd. “valore accademico”). La ragione dell’esclusione va ricercata nella scelta di circoscrivere l’oggetto della consultazione alle sole Tematiche strettamente connesse al mondo del lavoro.
2. Il tema della rilevanza del titolo di studio per l’accesso all’impiego privato. In questo caso, infatti, il titolo di studio posseduto non assume una specifica rilevanza giuridica.




Ma a questo punto, uniformare esami e programmi degli stessi in TUTTE le facoltà statali d'Italia non è una soluzione migliore se i problemi sono questi?
















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25/03/2012 14:40
 
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il discorso è semplice... ti sei laureato in un'università pubblica? non conti un cazzo. ti sei laureato in una privata pagando 10mila euro all'anno? allora ne possiamo parlare

da un governo tecnico fatto da professori della bocconi etc. non fa una piega

tristezza INFINITA







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25/03/2012 19:19
 
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Re: Re:
$eldiablo$, 25/03/2012 11.53:



Ma a questo punto, uniformare esami e programmi degli stessi in TUTTE le facoltà statali d'Italia non è una soluzione migliore se i problemi sono questi?






Quello che proponi è impossibile. Forse ci sono anche delle ragioni affinchè rimanga impossibile.

Però ti rendi conto che un "professore" di storia che nega la Shoah è ancora al suo posto dopo anni?

Dico solo che in un concorso pubblico, la laurea presa alla sapienza vale come quella presa alla università telematica di vattelapesca, in cui la gente paga e prende 30...

Anzi, la stessa persona prende un 104 sudato alla Sapienza e vale di meno di un 110 della telematica di sta gran fava...

Che ci sia qualcosa che non va nello stato delle cose, mi pare evidente.

Certe università andrebbero sicuramente chiuse.
[Modificato da wholly 25/03/2012 19:20]










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26/03/2012 15:54
 
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Adesso non so negli altri paesi come funzioni sul discorso dell'uniformità dei programmi, magari qualcuno che vive all'estero ci può dire di più, però è assurdo che una cosa che a me pare ovvia sia impossibile

Sono conscio del fatto che lo sia, anche perchè già nella mia università non c'è uniformità in alcuni programmi di esame tra i due corsi (AK - LZ), quindi programmare una cosa del genere a livello nazionale sarebbe probabilmente improponibile

Però almeno in teoria mi sembra la soluzione più giusta e più equa, ovviamente per quanto riguarda le università pubbliche, non estendo il mio discorso alle università private

Io capisco quello che dici - sul confronto tra il 104 della Sapienza e il 110 di vattelappesca - e concordo anche sul fatto che molte università dovrebbero essere chiuse

Ma il discorso per cui in linea di massima non sono a favore del progetto è che inevitabilmente nell'andare a stabilire i criteri con cui vengono stilate le classifiche si vengono a creare delle disparità non giuste tra le università

Quello che conta da questo punto di vista è la preparazione in sè degli studenti, che è un criterio molto difficile da oggettivare, a meno che in commissione non sia presente un superuomo che abbia studiato in tutte le facoltà d'Italia e abbia visto realmente, sul campo, le disparità

Altre menate varie in base alle quali vengono di solito stabilite le classifiche non devono contare e sopratutto bisogna (eventualmente) distinguere per facoltà e non per atenei, qui a Bari ci sono corsi estremamente scadenti ma altrettanti anche molto validi, per cui è totalmente fuori luogo che una facoltà precipiti in graduatoria a causa dell'inadeguatezza delle altre, visto che questa proposta si ripercuote poi su concorsi pubblici estremamente settoriali

In pratica un laureato in medicina dell'università di Bari non può essere penalizzato dal fatto che UniBA abbia uno dei corsi di psicologia (anzi, scienze e tecniche psicologiche) più scadenti di tutta Italia, non so se ho reso l'idea













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26/03/2012 17:23
 
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Non vorrei dire sciocchezze,ma mi pare che già esiste una discriminante per i concorsi pubblici.

Ad esempio se non erro c'è la facoltà di Giurisprudenza della Parthenope a Nola nella quale è estremamente facile laurearsi,con appelli ogni mese facilitati all'inverosimile.

Stando a quello che mi hanno detto(non ho mai verificato personalmente e manco mi interessa)il titolo conseguito presso quell'Uni non viene riconosciuto nei concorsi pubblici,ma è parificato nel caso si voglia esercitare la libera professione.

Dunque se la via del Governo è quella di attuare discriminanti analoghe ben venga,ma se si vuole solo stilare una classifica per blasone siamo freschi.

Mi hanno raccontato anche di esami presso la Bocconi fatti in gruppo,con la preparazione di una tesina che veniva consegnata,o di esami fatti con le "crocette".E parliamo di una facoltà di Giurisprudenza.

Addirittura l'ultimo esempio,e di questo sono certo, a Modena una persona che conosco si è laureato in economia(triennale) e non ha manco discusso la tesi.Cioè non l'ha fatta proprio,ha dovuto solo prenotare e basta. [SM=x35276]







"non dubitate mai che un piccolo gruppo di persone possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre stato"
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In molte facoltà non si discute più la tesi triennale, ma si deve solo consegnare e poi c'è una commissione che valuta a porte chiuse.

In altre, si può evitare di fare la tesi, semplicemente solo chi la fa può superare certi punteggi.

Insomma, da nessuna parte si prende 110 senza tesi, che io sappia.


E' vero che le lauree conferite da alcune unoversità sono state svuotate di efficacia ai fini concorsuali.


Sulla Bocconi, 'è da dire che, sfruttando un contesto economico molto favorevole, hanno creato un sistema incredibilmente efficiente che macina risultati.
Le loro risorse non sono comparabili a quelle di altri atenei e hanno saputo presidiare alla grandissima i ministeri "romani".

Chi si iscrive all'università deve sapere che riceve un servizio che ci costa circa 9.000 euro all'anno, pagandolo solo 700-1500 euro all'anno (che poi è evidente lo schifo degli scaglioni EDISU, tutti si scoprono nullatenenti e si dichiarano nella fascia sotto i 10000 euro annui... che manco i lavavetri...i quali non vanno all'università).

Noi tutti dovremmo chiederci se vale la pena continuare a pagare quei 7000+ euro per tenere all'università così tanta gente.
Molti dei quali dicono chiaramente che stanno studiando per prendere il pezzo di carta. Sono tantissimi. In certe facoltà, il 100%.














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