Recalcati presenta lo scontro la vertice con Napoli: 'Scontro diretto di grande importanza per la cl
Vigilia di campionato per la Montepaschi Siena, impegnata nell'anticipo del sabato sul parquet della Carpisa Napoli. La formazione senese ha definito la propria preparazione, allenandosi sul parquet del PalaMensSana agli ordini del coach Carlo Recalcati e di tutto lo staff tecnico biancoverde: non ha preso parte al lavoro di rifinitura il pivot Benjamin Eze, che accusa i postumi di un infortunio al polpaccio e che non è stato convocato per la gara; assente anche Luigi Datome, impegnato domani a Memphis (Usa) per la disputa del “Nike Hoop Summit 2006”, la sfida tra i migliori Under 20 statunitensi ed una selezione di pari età selezionati nel resto del mondo.
Poco prima di salire in pullman alla volta del capoluogo partenopeo, Recalcati ha incontrato i giornalisti per fare il punto della situazione in casa-Mens Sana Basket e presentare la gara contro la Carpisa Napoli: “Non partono né Eze, né ovviamente Datome – conferma il coach della Mens Sana Basket – che rientrerà a Siena la prossima settimana, gli altri sono tutti disponibili anche se reduci da qualche acciacco durante la settimana. Ci saranno anche Chiacig e Nicola che giovedì avevano patito qualche colpo in allenamento e che stamani si sono allenati senza forzare troppo”.
La vittoria di Cantù sembra aver rigenerato la Montepaschi Siena sul piano umorale…
“Sono le classiche partite che fanno crescere sensazioni positive dentro te stesso. Cantù ha rappresentato un passo importante per l’umore di tutto il gruppo: è una vittoria che ha dato fiducia anche per come è venuta, sfruttando cioè tutte le occasioni che ci sono state date, il che vuol dire un pizzico di fortuna, come ho sottolineato al termine del match, ma anche tanta capacità di saper sfruttare le opportunità che gli avversari ti concedono”.
Nel reparto esterni sembra esserci un’intesa particolare tra Hamilton e Thomas…
“Partiamo dal presupposto che la gestione del gioco e, quindi della palla, deve essere fatta principalmente dal playmaker, nel nostro caso Hamilton o Pecile. Probabilmente quello che sta avvenendo in queste settimane è frutto di una logica conseguenza al cambio di atteggiamento sul parquet da parte della squadra: dopo l’uscita di Woodward, giochiamo diversi minuti in più con un’ala piccola stabilmente sul parquet e Jamel, in situazioni di transizione, ha dimostrato di trovarsi benissimo nei giochi a due con Justin”.
Alle porte un impegno importante per la classifica. Quanto pesano i punti in palio a Napoli?
“Basta leggere l’equilibrio della classifica per spiegarsi il peso specifico degli scontri diretti. Ci apprestiamo ad una gara nella quale il risultato conta molto per il posizionamento della griglia-playoff e alla vigilia della quale, onestamente, le aspettative sono tutte per i nostri avversari, che partono favoriti ed hanno qualcosa in più da perdere rispetto a noi.”
La Carpisa, in effetti, si trova in una situazione “nuova”. Era partita per disputare un buon campionato, invece ha vinto subito la Coppa Italia ed è a ridosso della vetta. Gli alti e bassi delle ultime settimane possono essere legati alla pressione che sta creandosi a Napoli?
“Probabilmente è in parte un fatto fisiologico, perché nessuna squadra può mantenere la stessa forma o lo stesso rendimento per tutto il campionato. E’ anche vero che, fino ad oggi, la Carpisa ha giocato sulle ali dell’entusiasmo, senza particolari pressioni: d’ora in poi le aspettative crescono, hanno insomma qualche difficoltà in più da sopportare e con la quale convivere giorno dopo giorno”.
Si parla della Carpisa come di una macchina da canestri…
“E’ una squadra che ha tantissimi realizzatori, questo significa aumentare il numero dei possessi, più che mai nelle partite casalinghe, per garantire a ciascuno di loro la possibilità di prendere un buon numero di tiri. Non pensiamo però a Napoli come ad una squadra che non sa difendere: Stefansson, Rocca e Cittadini, per esempio, sono giocatori abituati al sacrificio e possono coinvolgere anche il resto del gruppo in quell’atteggiamento”.
Esiste una ricetta per bagnare le polveri di un reparto-esterni come quello di Napoli?
“I grandi attaccanti vanno sotto pressione quando li costringi a lavorare forte anche in difesa. Significa attaccarli a tua volta. E’ una regola non scritta, che si deve sempre cercare di applicare per stancarli quando tocca a loro prendere i tiri nell’altra metà campo”.
Nelle ultime uscite, però, sta venendo meno il ritornello di una Carpisa Greer-dipendente…
“Se fossero solo Greer-dipendenti avrebbero alcune vittorie in meno ed una peggior posizione in classifica. Quando affronti Napoli, devi sapere che giocatori come Spinelli, Larranaga, Rocca, Sesay, Morandais, oppure Stefansson come sperimentato da noi all’andata, sono in grado di accendersi da un momento all’altro e risolvere a loro volta le partite: dovremo non esaurire la nostra attenzione sul solo Greer, chiaro, anche se limitare il miglior giocatore avversario è sempre un buon passo di partenza per portare a casa un risultato”.
Rispetto all’andata, Napoli schiera lo statunitense Hunter…
“Onestamente non lo conosciamo benissimo, anche perché possiamo solo basarci sui pochi minuti che ha giocato fino a questo momento. Sappiamo che è un giocatore d’area, anche se non dotato di moltissimi centimetri, e che può dare comunque un buon contributo sotto canestro. Per il resto abbiamo avuto qualche informazione da Stonerook, che lo conosce e che ne ha parlato bene”.
Che partita si attende e su cosa punterete per far vostri i due punti?
“Napoli, più che mai quando gioca in casa, è solita aggredire sin dal primo minuto: significa scontrarsi con una squadra che ha un grandissimo potenziale offensivo ma che sa pure metterti i bastoni tra le ruote nell’altra metà campo. La nostra chiave di volta rimane sempre la difesa: all’andata non riuscimmo a chiudere bene gli spazi, spendendo troppi falli contro Greer anche nei minuti iniziali, e questo sicuramente ci condizionò nel finale. Premesso che l’intelligenza di una squadra sta nel saper leggere anche gli arbitraggi, oltre che gli avversari, domani avremo bisogno di una direzione che ci permetta di difendere come sappiamo: nella partita di andata, per esempio, la difesa di Hamilton fu davvero molto penalizzata”.