[PS4] Uncharted 4: A Thief's End

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weILL
00sabato 30 aprile 2016 16:20
Re: Re:
Thunder105, 30/04/2016 15.22:



Si weILL te lo dissi io di bloodborne :asd:



Grande :ok: .. che giocone bloodborne.


@vito: confermo, stra-affidabile ;) . Io ci ho comprato un paio di portatili, uno anni fa e l'altro pochi mesi orsono. Se avessi trovato il tv a un prezzo minore avrei tranquillamente preso anche quello.
Vito.87
00sabato 30 aprile 2016 19:22
Grazie weILL. :ok:
U.C. 1973
00martedì 3 maggio 2016 20:56
mamma mia..sono in hype..sarà perchè sono deluso da questa gen..solo i cagnacci mi potranno regalare finalmente qualcosa di next e profondo :inchino: [SM=x35358]
weILL
00mercoledì 4 maggio 2016 12:08
Re:
U.C. 1973, 03/05/2016 20.56:

mamma mia..sono in hype..sarà perchè sono deluso da questa gen..solo i cagnacci mi potranno regalare finalmente qualcosa di next e profondo :inchino: [SM=x35358]


Ti sei perso The Witcher 3 mi sa :P .. Che e' certamente piu' profondo di Uncharted :)

RobertoStellone81
00mercoledì 4 maggio 2016 13:26
uncharted è bellissimo...ma proprio profondo non lo è mai stato
weILL
00mercoledì 4 maggio 2016 13:40
Re:
RobertoStellone81, 04/05/2016 13.26:

uncharted è bellissimo...ma proprio profondo non lo è mai stato




Anfatti :asd:
freezee
00mercoledì 4 maggio 2016 15:00
prenotato...quanto durera la story mode ?
li4m
00mercoledì 4 maggio 2016 16:14
freezee, 04/05/2016 15.00:

prenotato...quanto durera la story mode ?





Alcuni giocatori riportano una durata tra le 12 e le 16 ore per Uncharted 4: Fine di un Ladro
multiplayer

Sembra proprio una bella scorpacciata

I fortunati che hanno già completato Uncharted 4 prima della sua uscita sembrano confermare la vasta scala dell'ultima fatica Naughty Dog. Innanzitutto si parla di una durata sospesa tra le 12 e le 16 ore, ovviamente parliamo del single player. Un giocatore ha riportato una durata di 14 ore per la sua prima run: se confermato si tratta di un valore davvero notevole per il genere trattato. I capitoli sono molto più lunghi rispetto ai precedenti capitoli e si parla in generale dell'Uncharted più vasto di sempre.





the fez
00mercoledì 4 maggio 2016 16:49
dai che manca poco!!!

ma qual'è il giorno esatto di uscita?
weILL
10mercoledì 4 maggio 2016 17:20
Re:
the fez, 04/05/2016 16.49:

dai che manca poco!!!

ma qual'è il giorno esatto di uscita?




10 maggio, martedi' prossimo :ok:
freezee
00giovedì 5 maggio 2016 09:23
facciamo 16 ore...2 ore al giorno, sono 8 giorni, considerando che ci gioco solo il sabato e la domenica...mmm 1 mesetto, si dai ;)

la tipa di mediaworld mi ha detto che il 10 in pausa pranzo posso andare a ritirare il gioco [SM=g1439201]
weILL
00giovedì 5 maggio 2016 10:58
Re:
freezee, 05/05/2016 09.23:


la tipa di mediaworld mi ha detto che il 10 in pausa pranzo posso andare a ritirare il gioco [SM=g1439201]



So' soddisfazioni :D :ok:


Io con eprice credo sara' al massimo il giorno dopo.



Per la longevita', e' quella che e'. Non e' pochissima per un gioco simile ma non è nemmeno esagerata. Vedro' se terminarlo e rivenderlo subito..
RobertoStellone81
00giovedì 5 maggio 2016 11:19
provai la beta, e secondo me sarà molto divertente online
Master Gara
00giovedì 5 maggio 2016 12:07
per avere lo sconto da mediaworld devo portare un gioco nuovo prima del 10.. sbatta...

bye bye the division, new york ormai e' salva
li4m
00giovedì 5 maggio 2016 12:54

Uncharted 4: Fine di un Ladro - Recensione
multiplayer

Un viaggio meraviglioso: Abbiamo portato a termine il nostro viaggio con Uncharted 4: Fine di un Ladro

La settimana scorsa siamo stati a un press tour che ha dato l'inizio alla fase di recensione di Uncharted 4: Fine di un Ladro; si è tenuto a Nerola, in provincia di Roma, assieme a decine di giornalisti provenienti da tutto il mondo, eccitati per essere parte di qualcosa legato ad uno dei giochi più attesi in assoluto dai possessori PlayStation, ma anche dagli appassionati di avventure e sparatutto in terza persona.





Al di là dell'evento nella sua interezza e della agognata consegna del codice finale, il momento più significante è avvenuto durante l'intervista concessaci da Nolan North, attore che ha dato la voce a Natan Drake sin dal primo capitolo. Nello specifico, alla domanda sullo stato d'animo dopo aver impersonato per l'ultima volta il protagonista di Uncharted, ha risposto che "All the good things must come to an end", cioè che tutte le cose belle devono finire, in una sorta di inception con lo stesso Nathan Drake che ci ha suscitato non poche emozioni.

Meglio fermarsi al top che sviluppare Uncharted 7: Nathan Drake sulla Luna, una battuta che nasconde però una riflessione importante: alcuni brand soffrono più di altri nel proporre nuovi esponenti per anni se non decenni, e bisogna avere il coraggio di andare oltre e buttarsi su nuove idee, anziché spremere il prodotto fino a che c'è un discreto guadagno. In relazione alla serie di Uncharted non è detto che ciò non avvenga sotto forma di spin-off, prequel o giochi innestati nel percorso narrativo già tracciato, ma è chiaro che per Naughty Dog Uncharted 4: Fine di un Ladro rappresenti la conclusione della saga, e noi siamo pronti per condividere con voi le nostre impressioni più profonde.





Comincia il viaggio

Sono passati quasi nove anni dal primo Uncharted, valsi tre capitoli e una collection in versione riveduta e corretta. Con buona probabilità, quindi, avete in qualche maniera avuto a che fare con Nathan Drake e le sue avventure, anche perché seppure Uncharted 4: Fine di un Ladro possa essere goduto tranquillamente da chi non ha mai toccato un capitolo della saga, raggiunge la sua sublimazione quando si è già a conoscenza dei tratti narrativi dei suoi protagonisti principali. A partire dallo stesso Nathan fino a Victor Sullivan, Elena Fisher e i comprimari di una serie videoludica più volte accostata ad Indiana Jones per quel tono scanzonato, avventuroso e divertente divenuto subito un marchio di fabbrica. Fine di un Ladro percorre un arco narrativo piuttosto lungo, approfondendo il rapporto tra Nate e suo fratello Sam, i primi passi come furfantelli esploratori, il futuro immediato e quello lontano; prendendosi le dovute pause dall'azione e passando per esplorazione, puzzle, dialoghi.

Un Nathan intenzionato ad appendere il proprio diario al chiodo, fino a quando la (ri)comparsa del fratello e la volontà di percorrere i tragitti di Henry Avery cambiano le carte in tavola: si narra che il famoso pirata avesse fondato una città segreta insieme ad altri "colleghi", nascondendo un bottino dal valore inestimabile. Ci fermiamo qui, per evitare spoiler, ma possiamo dirvi che in Uncharted 4: Fine di un Ladro ciascun aspetto citato poc'anzi è stato curato con estrema dedizione - senza lasciare buchi narrativi o trattare superficialmente passaggi importanti - a costo di risultare un po' "lento" nei primi capitoli.

Tale inizio ad ogni modo è sorretto da una recitazione a dir poco magistrale, sezioni platform/esplorazione ariose e qualche scazzottata, fino ad arrivare ad un primo scontro piuttosto corposo di notte, tra muretti che saltano, esplosioni e un utilizzo eccezionale delle luci per renderlo spettacolare. Da qui la partenza in giro per il mondo, non solo attraverso Madagascar e Costiera Amalfitana - le ambientazioni che sono state rivelate ufficialmente dai Naughty Dog - ma anche in altre naturalisticamente differenti tra loro e in grado per davvero di regalare quel senso di avventura e di viaggio da sempre fiore all'occhiello della serie.

Se vogliamo ancora più pronunciato grazie alla maggiore quantità di contenuti rispetto al passato, e ad un comparto tecnico incredibile sul quale torneremo più avanti nel corso dell'articolo. Se Uncharted 3 è stato additato di essere troppo sbilanciato sulla parte dei combattimenti, spesso inscenati in sezioni statiche con costante flusso di nemici, questo non è il caso del quarto capitolo, che denota una certa attenzione da parte dello sviluppatore nel garantire maggiore varietà di situazioni, evitare la preponderanza di una componente rispetto all'altra e quindi restituire maggiore dinamismo alle fondamenta che compongono la produzione: esplorazione, puzzle e combattimenti.





Nel primo caso abbiamo due introduzioni importanti nell'economia di gioco, vale a dire la fune e un chiodo da roccia necessario per agganciare le pareti porose. Aggiunte chiaramente ispirate ad altri esponenti del genere - vedi Tomb Raider - ma qui utilizzate come detto in maniera più dinamica. L'utilizzo della prima, infatti, ha reso l'esplorazione maggiormente sviluppata, permettendo di calarsi per dirupi situati ad altezza considerevole, attaccare in volo o raggiungere estremità opposte in maniera spettacolare.

Complice un sistema di controllo ancora più rifinito nelle basi e una difficoltà mai troppo elevata come da tradizione della serie, il risultato è assolutamente gradevole, con i momenti esaltanti derivati dalla concatenazione di fasi platform differenti tra loro, assieme ad accadimenti quali crolli ed esplosioni.

La fase di esplorazione vede il ritorno di puzzle legati agli appunti di Nathan e di sequenze logiche mai troppo difficili, ma pienamente in linea con lo spirito del gioco e le migliori produzioni cinematografiche del genere; bisogna ad esempio studiare l'ambientazione per non cadere di sotto su alcune piattaforme, posizionare correttamente quadri prima di aprire una porta ed evitare che la mano venga mozzata, scattare foto col cellulare del protagonista per associare facce a nomi dei pirati, risolvendo l'enigma proposto.





Nel tentativo di mettere insieme i pezzi di un puzzle più grande e scoprire man mano la storia legata ad Avery e agli altri pirati, fino all'ubicazione delle loro fortune. Una progressione costante che si riflette, se vogliamo, anche nella parte dei combattimenti: le basi di Uncharted 4: Fine di un Ladro sono quelle a cui siamo oramai abituati, ma salvo rari casi gli scontri si sviluppano in mappe decisamente più articolate rispetto al passato, con una verticalità inedita per la serie e, spesso e volentieri, proseguendo in avanti o in alto, invece che rimanendo statici come nei precedenti capitoli.

La fune diventa strumento per offendere dall'alto o muoversi tra le sponde, i nemici spesso compaiono da più lati e non lesinano l'utilizzo delle granate o il movimento per avvicinarsi alla propria posizione; di conseguenza rimanere fissi in un dato punto significa morte certa soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati, anche per la presenza di coperture non di rado distruttibili dai colpi avversari.

L'intelligenza artificiale rimane piuttosto standard, ma come detto la verticalità dello scenario, il gran numero di nemici e l'ubicazione su più punti riesce a mitigare questa sensazione, unitamente all'introduzione di ulteriori meccaniche stealth. Spesso e volentieri, infatti, si arriva in punti in cui non si viene individuati immediatamente, ed è possibile ripulire l'area uccidendo di soppiatto i nemici, mimetizzandosi nelle piante, aggirandoli mediante scalata delle pareti, colpendoli quando la loro visuale è rivolta altrove.





A tal proposito mediante lo zoom della visuale con L2, e poi con L3, è possibile "marcarli" con un triangolo in una maniera del tutto simile ai vari Far Cry e Metal Gear Solid V. Non si vedranno attraverso i muri, ma il triangolo di cui sopra diventa utile per capirne l'ubicazione di massima e provare ad avere la meglio senza ingaggiare uno scontro a fuoco diretto.

Il quale è sempre possibile ancorché divertente da affrontare, vuoi per la varietà restituita dal level design, vuoi per una maggiore fisicità di colpi e armi. Egualmente una volta individuati è possibile cercare di far perdere le proprie tracce, allontanandosi dall'ultima posizione nota: il risultato è valido perché non è una meccanica sulla quale si fonda il gioco al punto da rappresentarne croce e delizia (Assassin's Creed, stiamo parlando di te!), ma anzi si innesta perfettamente in una varietà che porta a provare numerose soluzioni durante il corso dell'avventura, sempre a disposizione del giocatore.

In tale scenario il livello di Sfida può tarare il gameplay in base alle proprie attitudini col genere: da Esploratore a Devastante - disponibili da subito - che scalano secondo diversi parametri in grado di adattarsi a tutte le esigenze. Qualche esempio? Al salire di livello la precisione e la frequenza delle granate nemiche aumentano, i cecchini uccidono con un colpo, gli avversari attendono meno tempo prima di aggirarvi, i punti di salvataggio automatici sono più diradati; Devastazione preclude la possibilità di attivare la marcatura dei nemici e l'indicatore di avvistamento.



Trofei PlayStation 4

Uncharted 4: Fine di un ladro mette a disposizione 34 trofei, molti dei quali simili a quelli dei precedenti capitoli. Abbiamo il completamento ai vari livelli di difficoltà, il recupero di tutti i tesori, le note e i documenti, l'uccisione di 50 nemici con colpi alla testa e così via. I più interessanti e difficili sono quello denominato Speedrun, che richiede il completamento del gioco entro sei ore, e quello Cecchino, che per il completamento necessita sempre di una precisione dei colpi pari almeno al 70% di quelli esplosi. Buona fortuna.







Finisce il viaggio

La maggiore cura riposta da Naughty Dog, ma anche la potenza di calcolo accresciuta rispetto a PlayStation 3, ha permesso allo sviluppatore californiano di implementare mappe e ambientazioni decisamente più vaste rispetto al passato. Quella del Madagascar, ad esempio, è liberamente esplorabile in Jeep con diversi avamposti che magari nascondono un tesoro o un'indizio per proseguire. Nel mezzo ruscelli, strade differenti per giungere allo stesso punto, saliscendi tortuosi che per essere superati necessitano del verricello della Jeep: immaginate con quali conseguenze in occasioni delle pendenze più estreme. In Metal Gear Solid V, per fare un confronto, il gioco partiva in maniera eclatante per poi "aprirsi" e rimanere anonimo in relazione alla prima componente per parecchie ore.

In Uncharted 4 tutto questo non avviene: l'alternanza tra sezioni spettacolari e incanalate con quelle più ampie (non solo Madagascar!) è sapientemente orchestrata in un canovaccio deciso a tavolino dagli sviluppatori, nel quale le (poche) scelte multiple sono un semplice vezzo per disquisire o rispondere in una maniera piuttosto che un'altra, senza alterare alcunché della trama principale.

Quello che sorprende è l'attenzione estrema riposta in ogni più piccolo particolare, sinonimo che il tempo ulteriore speso per lo sviluppo è indubbiamente servito. Anche qui andiamo per esempi su cose già note: le tracce della jeep sull'asfalto fangoso che rimangono e fanno impallidire il miglior Motorstorm, le maniere differenti di Nathan Drake di salire sulla jeep a seconda della sua posizione quando si preme il triangolo, l'utilizzo di una semplice cassa (quasi) mai uguale a quello fatto in precedenza... il valore produttivo del titolo Naughty Dog è di gran lunga superiore alla stragrande maggioranza dei videogiochi in circolazione.

Libertà e varietà soddisfacenti che poi vengono prese a schiaffi nei momenti più coinvolgenti e giocoforza guidati, ma che rappresentano egualmente un punto di forza: giocare dal vivo la sequenza di inseguimento in Jeep mostrata più volte è esaltante, anche perché ci si sorprende costantemente di come gli sviluppatori siano riusciti ad inserire sequenze se vogliamo precalcolate in un contesto completamente nelle mani del giocatore, un turbinio di emozioni e accadimenti semplicemente indescrivibile e assolutamente da vivere.





Momenti del genere avvengono anche in altre situazioni, le quali rendono Uncharted 4 alla stregua di un lungo film interattivo che dispone di tutti gli ingredienti per decretarne il successo: introspezione e dialoghi, passando per momenti di calma e di esplorazione fino agli scontri a fuoco, senza dimenticare distruzione ambientale e colpi di scena visivi.

Con quest'ultima parola ci allacciamo al comparto tecnologico del titolo, partendo da un semplice aggettivo: incredibile. Naughty Dog è riuscita ancora una volta ad alzare l'asticella su console, sotto alcuni aspetti in assoluto, con un titolo graficamente eccezionale, nel quale tutti gli elementi contribuiscono ad avere un'impatto memorabile. A cominciare dal rendering dell'immagine morbido, pulito e colorato, in grado di rivaleggiare ad esempio con quello di The Order ma all'interno di scenari decisamente più estesi.

Poi la cura per il dettaglio, gli elementi che compongono lo sfondo, il sistema di illuminazione di qualità e i colori estremamente differenti a seconda dell'ambientazione, ma anche interni ed esterni particolareggiati oltre ogni misura, assieme a texture di spessore e un livello artistico che aggiunge quella pennellata di piacevolezza estetica in grado di regalare scorci tra i più belli mai visti in un videogioco.

Tanto ben di Dio va di pari passo con animazioni ancora più rifinite e variegate, assieme ad un uso sapiente di telecamera, fotografia e tecniche fotografiche come la profondità di campo, blur specifico sugli oggetti e inquadrature sempre perfette per esaltare lo scenario che si pone dinnanzi a Nathan Drake. Abbiamo consumato il tasto del DualShock per scattare istantanee, più volte richiamato la modalità fotografica per gestire la telecamera ed applicare qualche filtro: Uncharted 4: Fine di un Ladro è una gioia per gli occhi proprio perché tutti i pregi evidenziati contribuiscono a generare un impatto grafico devastante.

Volendo fare un'analisi prettamente tecnica qualche piccola annotazione critica è dovuta, a partire dai 30 fotogrammi al secondo (la trilogia su PlayStation 4 ci aveva abituato al doppio) e ad un motion blur percettibile quando si ruota velocemente la telecamera.

Il frame rate rimane stabile la stragrande maggioranza del tempo, ma dopo qualche esplosione oppure sotto una cascata - a quanto pare una sorta di tallone di Achille dello sviluppo videoludico - abbiamo ravvisato cali di fluidità percettibili. The Last of Us aveva portato l'interpretazione e i dialoghi tra i personaggi a nuove vette di eccellenza; Uncharted 4 migliora ulteriormente la situazione proponendo un livello di regia e recitazione in grado di non sfigurare con le produzioni cinematografiche più acclamate, grazie alla bravura degli attori e alla perfetta sincronizzazione del labiale, passando per il posizionamento della telecamera e la naturalezza espressiva dei protagonisti.

La realizzazione di questi ultimi è estremamente particolareggiata e nelle sequenze di intermezzo diventa superlativa: venature sulla pelle e rughe mai così realistiche, attenzione per il più piccolo dei dettagli, risultato complessivo incredibile in occasione di momenti topici come pioggia o bufere.





Il doppiaggio italiano è piacevole e in linea con quello dei precedenti capitoli; il missaggio però non è ancora soddisfacente e in generale è purtroppo una spanna sotto rispetto a quello anglosassone, nel quale Nolan North e Troy Baker, Nathan e Sam Drake, spadroneggiano con una recitazione di grande livello.

Dalle opzioni è possibile selezionare in maniera indipendente testi e doppiaggio, la colonna sonora invece non è più firmata da Greg Edmonson - il cui tema principale è comunque presente e citato nei titoli di coda - bensì da Henry Jackman, già ascoltato in Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Big Hero 6 e altri film.

Il compositore americano ha preparato dei brani se vogliamo più importanti e dai toni epici, con i picchi raggiunti dal motivo che accompagna i combattimenti e quello legato ai momenti topici dell'avventura, resa grandiosa anche da tale accompagnamento musicale di qualità.

Dopo così tanti elogi viene spontaneo chiedersi il perché dell'assenza del voto massimo: in realtà ci abbiamo pensato, poi convenuto, in una sorta di sdoppiamento alla Gollum, che gli antagonisti sono sì interessanti, ma non in grado di regalare momenti narrativi e di gameplay in linea col resto; la loro apparizione avviene più volte nel corso della narrazione, ma è chiaro che rimangono un gradino al di sotto. Uncharted 4: Fine di un Ladro, poi, racconta di una storia di persone a cui piace l'avventura, mettersi nei guai, ripercorrere le gesta di grandi esploratori e proiettarsi verso il futuro. Delle vicende quasi normali in un contesto videoludico, ed è qui che manca quella chiave di volta per renderle memorabili e completamente soddisfacenti nel momento in cui scorrono i titoli di coda.

Storia raccontata magistralmente e con qualche "easter egg" da lacrimuccia - purtroppo già condiviso dai buontemponi... non saremo noi a parlarne nuovamente - ma The Last of Us, ad esempio, ci aveva soddisfatti maggiormente, al punto da spiazzarci a più riprese e lasciare di stucco al suo completamento. Sia ben chiaro, non si può pretendere da un titolo scanzonato come Uncharted 4 momenti dirompenti come quelli presenti nella storia di Joel e di Ellie; altresì qualche colpo di scena maggiore, antagonisti più carismatici e magari qualche risvolto inaspettato avrebbero aumentato il tasso generale della produzione, almeno dal nostro punto di vista.

Detto questo, va fatto un plauso a Naughty Dog per la coerenza narrativa della sua creatura, un ulteriore passo verso la maturità: nel quarto capitolo non ci sono eventi paranormali, il finale non si risolve in uno scontro con un nemico apparentemente invincibile, ciascun personaggio è fedele al proprio carattere ed è umano, credibile, in grado di generare empatia. Abbiamo portato a termine Uncharted 4: Fine di un Ladro in 17 ore, raccogliendo circa il 60% dei tesori e una percentuale simile di documenti; degli extra ne parliamo in un box apposito, in linea generale il tempo necessario per completarlo può variare di qualche ora verso il basso o l'alto a seconda del livello di difficoltà scelto e della volontà di esplorare per leggere documenti e raccogliere collezionabili. Di sicuro possiamo affermare che questo quarto capitolo è più grande e corposo dei precedenti capitoli.






Gli extra e il multiplayer

In Uncharted 4: Fine di un ladro è disponibile da subito la scelta dei cinque livelli di difficoltà (sfida) presenti, con quello denominato Devastante per i temerari che vogliono giocarlo da subito nella modalità più ardua e senza aiuti quali la marcatura dei nemici. Come sempre sono presenti i tesori da raccogliere all'interno delle varie ambientazioni, per un totale di 109, assieme ai documenti per il diario di Nathan Drake e alle conversazioni facoltative.

A tal proposito lo stato di raccolta viene evidenziato nella schermata di selezione di ciascun capitolo, una maniera comoda per capire cosa manca per sbloccare i trofei relativi in vista del Platino, o semplicemente per approfondire le gesta del pirata Avery.

Non mancano delle gallerie piuttosto corpose con i modelli dei personaggi e i bozzetti delle ambientazioni; al primo completamento del gioco è possibile spendere i punti a propria disposizione per sbloccare dei filtri e delle modalità davvero carine qualora si volesse rigiocare il titolo. Parliamo del mondo speculare, di quello a gravità bassa, in slow motion e così via, fino a filtri fuori di testa come quello ad 8-bit (!), in cel shading o con i colori accesi in stile LSD. Dulcis in fundo con L3 + R3 si accede alla modalità fotografica, del tutto simile a quella della trilogia su PlayStation 4.

Prima di scattare la foto col tasto share del DualShock 4, permette di modificare la telecamera, l'inclinazione, parametri quali saturazione, aberrazione cromatica e nitidezza, eliminare o meno i personaggi sullo sfondo e applicare vari filtri, per esaltare ancora di più l'eccezionale comparto tecnico del gioco.

Passando al multiplayer, ci torneremo più avanti con maggiori approfondimenti, per adesso possiamo dirvi che sono presenti otto mappe (dal dettaglio grafico inferiore, ma a 60 fotogrammi al secondo per garantire la massima risposta ai comandi) e tre modalità differenti, ovvero Deathmatch a squadre, Controllo e Saccheggio, quest'ultimo una sorta di cattura bandiera sostituita da idoli.

In Controllo bisogna appunto conquistare punti specifici della mappa per acquisire punti, che aumentano anche uccidendo il leader avversario. Un multiplayer nel quale sono disponibili i personaggi provenienti da tutti i capitoli precedenti, e che ad ogni uccisione permette di acquisire soldi da spendere in strumenti mistici, che danno un potenziamento momentaneo, e partner da evocare sul campo di gioco per essere curati, avere fuoco aggiuntivo e così via. Come detto torneremo sul multiplayer in un prossimo articolo, nel frattempo è interessante segnalare la policy che Naughty Dog adotterà: tutti i DLC e le mappe aggiuntive, comprese quelle co-op che arriveranno entro l'estate, saranno gratuiti per tutti e sbloccabili all'interno del gioco.

Il prossimo autunno arriverà invece, a pagamento, la prima espansione single player in assoluto per la serie, speriamo con una qualità pari o superiore a quella di The Last of Us.




9.7

"All the good things must come to an end": ci riallacciamo al primo paragrafo per condividere con voi un po' di tristezza in seguito all'esserci resi conto che non ci saranno più avventure con protagonista Nathan Drake, perlomeno dalla "penna" di Naughty Dog. Siamo contenti però per chi giocherà a breve il titolo: lo sviluppatore californiano è riuscito a condensare e perfezionare tutti gli elementi che hanno reso la saga così apprezzata. Vale a dire la cura per il dettaglio, il lato artistico e la realizzazione tecnica semplicemente incredibili, un gameplay solido, vario e divertente, in grado di alternare momenti arrembanti con sezioni platform ariose a alcuni puzzle ingegnosi, innestati in una narrazione magistrale per regia, fotografia, approfondimento. Per un po' abbiamo ponderato l'idea di assegnare il tanto agognato 10, ma ci siamo resi conto di come manchino momenti narrativi dirompenti - magari riversati anche sul gameplay - e come gli antagonisti, seppur interessanti, difettino di un po' di carisma. Fatte queste dovute considerazioni, la sostanza enorme ci permette a cuor leggero di definire questo quarto capitolo come il migliore della serie, un titolo che rappresenta sotto diversi aspetti un punto di svolta per le produzioni videoludiche. Come si suole spesso dire, non è la destinazione che conta, ma il viaggio... e quello con Uncharted 4: Fine di un Ladro è stato meraviglioso.

Pro

+ Grafica, fotografia, regia e livello artistico semplicemente incredibili
+ Gameplay rifinito, avvincente e più vario rispetto ai precedenti capitoli
+ Cura per il dettaglio maniacale, mai un momento uguale al precedente
+ Storia bella e coerente, raccontata magistralmente...

Contro

- ...ma che avrebbe meritato maggiori spunti esaltanti e antagonisti più incisivi
- Il doppiaggio in italiano è una spanna sotto rispetto a quello in lingua anglosassone




li4m
00giovedì 5 maggio 2016 13:04

Uncharted 4: Fine di un Ladro - recensione
eurogamer

Un nuovo capolavoro firmato Naughty Dog.



Se amate i bei giochi, le belle storie e i bei personaggi, non potete farvi sfuggire questo gioiello indimenticabile.

Versione provata: PlayStation 4

Qualche anno fa, su queste stesse pagine, abbiamo pubblicato la recensione di The Last of Us, un gioco meraviglioso rivelatosi essere il punto d'incontro perfetto tra cinema e videogioco. Con l'esclusiva PlayStation 3 successivamente approdata anche sulla nuova console di Sony, i Naughty Dog erano riusciti nell'impresa di raccontare una storia profonda, matura, interessante e per nulla scontata, senza però rinunciare a un gameplay ricco e corposo.

In tanti anni gli sviluppatori californiani sono cresciuti, maturando al punto tale da trovare l'equilibrio perfetto tra gameplay, narrazione e realizzazione tecnica. E con Uncharted 4 hanno dimostrato che The Last of Us non è nato per caso, e che quello è il livello qualitativo che il team è in grado di offrire.

La nuova avventura di Nathan Drake è stata scritta con l'obiettivo di dare una degna conclusione a una saga epocale che ha appassionato milioni di giocatori su due diverse piattaforme. Il protagonista di questa splendida epopea è entrato nel cuore di tutti coloro che hanno vissuto splendide avventure tra salti, scalate, sparatorie e scazzottate, incontrando personaggi solidi e sempre convincenti.

E come accade con tutte le leggende entrate nella storia, anche Uncharted e Nathan Drake ci salutano con un finale destinato a dividere il pubblico. In tanti anni Naughty Dog ci ha più volte dimostrato di non essere mai scontata, e anche in questo caso ha saputo sorprenderci e sorprenderà molti dei nostri lettori.





In Uncharted 4 emerge con decisione la mano di Neil Druckmann. Il suo tocco è evidente in ogni dialogo, in ogni sguardo e nelle scene prive di azione in cui i personaggi vivono momenti semplici, rilassati, ma al tempo stesso carichi di sentimenti.

Nonostante il cambio netto di atmosfere da The Last of Us ad Uncharted 4, Druckmann è riuscito comunque a tirar fuori il cuore di ogni personaggio, ritagliando piccoli momenti di umanità estrema all'interno di un circo di emozioni da film d'avventura a tema piratesco. In questa cornice si sviluppa il rapporto tra Nathan e Samuel Drake, due fratelli separati bruscamente dai capricci della vita e ritrovatisi dopo anni per affrontare una meravigliosa avventura insieme.

La sceneggiatura è solida, avvincente e ben scritta, e risucchia il giocatore all'interno di un mondo vivido e reale. A questo si affianca una maniacale attenzione ai dettagli capace di rendere credibile anche la sequenza più spericolata.

Giocando Uncharted 4 viene quasi spontaneo chiedersi per quale motivo la sceneggiatura del quarto capitolo di Indiana Jones non sia stata affidata a questo eccellente gruppo di lavoro, in grado di convogliare in una generosa manciata di poligoni più emozioni di quante molti blasonati attori di Hollywood saranno mai in grado di comunicare al proprio pubblico.




In più di un'occasione Uncharted 4 vi lascerà a bocca aperta con le sue splendide inquadrature.



Alcuni dei temi trattati sono così intimi e personali che ciascun giocatore interpreterà le rispettive sequenze in modo unico, dandogli un peso e un significato legati alle esperienze vissute. Il genio di Druckmann è tutto qui, in quei brevi momenti capaci di trasformare Uncharted 4 in un'esperienza intima per ogni giocatore. Tutto ciò si sposa alla perfezione con un gameplay ormai rodato e ben riconoscibile, ma non per questo privo di interessanti novità.

L'intero bilanciamento tra fasi esplorative, platform, sparatorie e scazzottate, è stato rivisto con risultati eccellenti. I ritmi ora s'intrecciano alla perfezione con la narrazione, non rinunciando mai a dare il giusto spazio alla caratterizzazione dei personaggi o al coinvolgimento del giocatore.

Per l'intera durata dell'avventura Nathan e Samuel (ma anche gli altri personaggi che li accompagneranno) si (e ci) intrattengono con conversazioni di ogni genere, costruendo un rapporto in continua evoluzione dall'inizio alla fine dell'avventura.

Dopo essere stati separati per così tanto tempo i due fratelli hanno tantissime cose da raccontarsi, e non vedono l'ora di riprendere il loro rapporto da dove lo avevano bruscamente interrotto in passato. Ecco quindi che anche durante le arrampicate più spericolate, Nathan e Sam si scambiano battute divertenti, si punzecchiano, attirano l'uno l'attenzione dell'altro per indicare punti di interesse, con incredibile naturalezza.




Ormai con Naughty Dog parlare di differenze tra cinema e videogioco non ha davvero senso. Hanno creato l'ibrido perfetto!



Il tutto sostenuto da una regia sempre impeccabile, capace di creare il giusto ponte tra narrazione e gameplay. Naughty Dog dimostra ancora una volta di essere maestra nella creazione dell'ibrido perfetto tra film e videogioco, e sfrutta tutto ciò che è a sua disposizione per unire due linguaggi così diversi tra loro.

Ecco quindi che la battuta di un personaggio suggerisce da che parte andare o che il passaggio a volo radente di un variopinto pappagallo giustifica il movimento di camera che rivela gli appigli su una parete.

La maturazione ulteriore degli sviluppatori emerge anche dalla maggior libertà di movimento garantita al giocatore, che pur muovendosi lungo un percorso ben definito può ora seguire strade differenti.

In alcuni capitoli la libertà di movimento è davvero incredibile per un gioco di questo tipo, tanto che a tratti sembra quasi di essere alle prese con un open world. Si tratta comunque di una semplice illusione dettata dalla progettazione di ambientazioni più vaste, ma non per questo meno dettagliate.




La parte di avventura ambientata in Italia fa pensare in parte a 007, in parte a Mission Impossible.



Esplorando gli scenari di Uncharted 4 si rimane sempre affascinati dalla quantità e dalla qualità dei dettagli, anche negli angoli più nascosti e difficili da raggiungere. Alcuni scorci della Scozia o del Madagascar lasciano a bocca aperta, ma è nelle isole tropicali che si rimane davvero senza fiato, di fronte all'acqua cristallina, a piante di ogni genere e alla variopinta fauna locale.

Ogni dettaglio, anche il più piccolo, è stato realizzato con la massima attenzione, tanto che ci si ritrova spesso a prendere una strada apparentemente più lunga solo per raggiungere il punto ideale da cui godersi il panorama (magari trovando anche qualcuno degli immancabili tesori da collezionare).

Alla piena maturità della direzione artistica si affianca fortunatamente anche quella del game design, che garantisce un gameplay molto più fluido rispetto a quello dei precedenti episodi. Le scalate, in particolare, non sono mai state così divertenti, complici la distribuzione impeccabile degli appigli, la naturalezza dei movimenti e la possibilità di trovare più di una via con cui raggiungere la vetta.

A differenza di quanto accade in Assassin's Creed o in Tomb Raider, in Uncharted 4 le scalate sono appaganti e richiedono la giusta dose di attenzione. In più di un'occasione sarete costretti a tornare sui vostri passi per trovare una via migliore, magari sfruttando al meglio le opportunità offerte dal rampino o dal chiodo da roccia, che otterrete nella seconda metà dell'avventura.





Anche se le scazzottate e le sparatorie hanno mantenuto le stesse dinamiche dei capitoli precedenti (migliorando solo il bilanciamento generale nell'economia della narrazione), sono altri gli elementi che aggiungono la giusta dose di novità a un gameplay ormai rodato.

Le sessioni a bordo della jeep dotata di verricello, per esempio, sono davvero divertenti e spingono a esplorare con attenzione la vasta mappa di gioco a caccia di tesori e di aree nascoste. Il vero salto di qualità, tuttavia, si nota con le fasi stealth. Già presenti anche nei capitoli precedenti, in Uncharted 4 le sequenze in cui è possibile (ma non necessario) muoversi silenziosamente senza farsi notare dai soldati nemici raccolgono il testimone delle lunghe sessioni a nascondino coi clicker di The Last of Us.

Nathan e Sam possono infatti sfruttare l'erba alta per passare inosservati e, all'occorrenza, esibirsi in uccisioni silenziose degne di Ezio Auditore. Anche in questo caso l'IA dei nemici ignora i personaggi che accompagnano Nathan, ma a differenza di Ellie gli amici di Nathan tendono a mantenere un basso profilo, aiutando a mantenere quella sospensione di incredulità spesso rovinata in The Last of Us.

Per gestire al meglio le fasi stealth nelle aree più vaste, poi, è stata inserita la possibilità di marcare i nemici dopo averli individuati, per seguirne gli spostamenti anche una volta usciti dal proprio campo visivo. Si tratta di un'opzione decisamente utile che permette d'impostare strategie interessante e di cambiare approccio in base alle situazioni.




Potevano forse mancare gli enigmi? Ovviamente no, e pur non essendo mai troppo complessi fanno benissimo il loro dovere.



Ma Uncharted vuol dire anche enigmi, e pure da questo punto di vista il gioco si dimostra all'altezza delle aspettative, proponendo situazioni in cui è necessario combinare le incredibili doti atletiche di Nathan e la sua innata attenzione per i dettagli.

In più di un'occasione sarete costretti a consultare l'immancabile diario del protagonista alla ricerca di indizi con cui risolvere gli enigmi di turno. Gli appunti di Nathan sono sempre brillanti, e oltre a strappare più di un sorriso permettono di mettere insieme i pezzi dei numerosi puzzle che si incontrano lungo la strada.

Come avrete capito, quindi, Uncharted 4 offre un pacchetto completo e perfettamente bilanciato. C'è un'ottima sceneggiatura, ci sono personaggi tratteggiati con grande maestria e coerenza, ci sono i colpi di scena, c'è l'azione (tanta e di grande qualità), ci sono gli enigmi e c'è anche spazio per i sentimenti e per qualche riflessione personale.

Anche la longevità è decisamente elevata, visto che per finire la modalità single player abbiamo impiegato circa 13 ore, trovando più di metà dei tesori nascosti nelle ambientazioni. Il recupero di questi oggetti è indispensabile per sbloccare una vasta gamma di extra da sfruttare per rendere più interessante le run successive, tra modificatori e filtri grafici.




Alcune sequenze mostrano l'impronta inconfondibile di Neil Druckmann. È davvero impossibile non rimanere legati ai personaggi!



Tutto quello che abbiamo descritto fino a questo momento è accompagnato da una realizzazione tecnica impressionante, che pur con qualche sbavatura qua e là riesce in più di un'occasione a far sgranare gli occhi di fronte al televisore. Uncharted 4 gira a 1080p mantenendosi quasi sempre ancorato ai 30fps. Qualche calo c'è, ma non è mai tale da rovinare l'esperienza.

Basta fare un confronto tra i modelli poligonali della precedente trilogia rimasterizzata e questo nuovo capitolo della serie per rendersi conto del lavoro incredibile svolto da Naughty Dog. La varietà delle texture, l'ottima illuminazione e la grande qualità degli effetti particellari fanno il resto, incastonandosi in modo impeccabile nel telaio rappresentato dalla direzione artistica.

Nonostante il livello qualitativo eccellente, tuttavia, il comparto grafico di Uncharted 4 non è perfetto. In alcune sequenze si nota un uso leggero del dithering (soprattutto sui volti dei personaggi), e oltre ai già citati cali di frame rate abbiamo riscontrato qualche ritardo nel caricamento delle texture (solo in un paio di occasioni). Considerando l'impatto generale del gioco, tuttavia, si tratta di difetti davvero marginali, che non intaccano la qualità dell'esperienza.

Una volta spolpata a dovere la campagna single player ci si può dedicare al multiplayer, che pur non essendo il pezzo forte del pacchetto rappresenta un valido extra. Purtroppo i server non sono stati raggiungibili negli orari indicati da Sony, ma vale quanto scritto in occasione della nostra trattazione della beta multiplayer.




Il multiplayer è una gradevole aggiunta, e propone alcune idee interessanti. Il piatto forte di Uncharted 4, tuttavia, rimane l'incredibile single player.



Fermo restando che il suo successo dipenderà dalla risposta della community, rispetto ai passati episodi della serie questa volta la situazione è decisamente più dinamica e frizzante, complici le divertenti idee proposte dagli sviluppatori. In sostanza nelle partite multiplayer si sceglie la propria classe (dotata di equipaggiamento specifico) e si scende sul campo di battaglia per abbattere il maggior numero di nemici o per portare a termine l'obiettivo della modalità selezionata.

Per ogni uccisione e ogni tesoro raccolto si ottiene denaro che si può spendere durante la partita per utili potenziamenti, per l'arma pesante o per il seguace controllato dalla CPU da evocare per dare man forte alla propria squadra.

A seconda del seguace evocato si ottengono effetti specifici, con il cecchino che può essere letale se posizionato a difesa di lunghi corridoi, il medico che può curare o rianimare i compagni caduti o il micidiale assaltatore dotato di minigun.

A caratterizzare il multiplayer di Uncharted 4 sono i talismani, capaci di attivare poteri soprannaturali per supportare la propria squadra e il proprio personaggio, o per danneggiare o penalizzare gli avversari. Se usati con attenzione possono davvero essere letali e cambiare il corso delle partite.





Per il momento il multiplayer di Uncharted 4 sembra piuttosto divertente e perfettamente in grado di compiere il proprio lavoro, ma per capire quante speranze abbia di ritagliarsi un posto tra l'agguerrita concorrenza dovremo attendere l'uscita del gioco e le reazioni della community.

Con questa nuova avventura di Nathan Drake i Naughty Dog consolidano ulteriormente la propria posizione nell'Olimpo degli sviluppatori PlayStation. La delicata impronta di Neil Druckmann emerge in ogni dialogo, negli sguardi, nei gesti e nel modo in cui i personaggi si pongono verso il prossimo, creando un'impalcatura emotiva solida e convincente, in particolar modo per chi ha già giocato i vecchi episodi della serie.

Tra la nostalgia, la malinconia, la voglia di non accantonare i sogni del passato e il terrore di perdere qualcosa di caro, Uncharted 4 vi accompagnerà attraverso un'avventura intensa e passionale che tutti, nessuno escluso, dovrebbero giocare.


9 / 10


li4m
00giovedì 5 maggio 2016 16:18

Uncharted 4: Fine di un Ladro - Recensione
the games machine




Ero lì bel bello sul divano di casa che giocavo ad Uncharted 4: Fine di un Ladro per diletto (e per poi scrivere la recensione che state leggendo, s’intende), quando mia moglie è passata distrattamente da quelle parti, chiedendomi che film stessi guardando. “Ma quale film… non lo vedi che è un videogioco?”, rispondo io in pronta battuta, scocciato di essere stato interrotto sul più bello in uno dei tanti passaggi clou della storia.

E dire che, dopo 22 anni (di cui 13 sotto lo stesso tetto) la ragazzetta un po’ dovrebbe capirne, e l’occhio dovrebbe ormai essere allenato a sufficienza nel cogliere le differenze tra una roba con attori veri e una no.

Eppure, le è servito più di uno sguardo attento al televisore per accorgersi che sì, Uncharted 4 è “solo” un videogioco; un videogioco che, tuttavia, spinge tecnicamente PlayStation 4 al punto da rasentare, almeno a tratti, il fotorealismo.

Quasi spiace che io non possa condividere con voi, qui, filmati e screenshot presi da sottoscritto in quantità industriale, ma l’embargo di queste cose ha una collocazione temporale differente rispetto alla recensione scritta. Non temete, comunque: la videorecensione casereccia (quella che non poggia sui filmati preconfezionati, forniti da Sony per l’occasione) e una sincera galleria di immagini catturate via Photo Mode sono già pronte per voi, e vi verranno donate a tempo debito.





Per ora, quindi, non potete fare altro che fidarvi di me, quando vi dico che Uncharted 4 è la cosa più clamorosa che abbia mai visto su console, almeno sotto il profilo meramente tecnico; non so quali sostanze assumano in Naughty Dog per arrivare a segnare costantemente il passo, ma è un fatto che – ancora una volta – l’asticella del limite sia stata ulteriormente alzata, e che le altre software house là fuori dovranno sudare parecchio per avvicinarsi a cotanta meraviglia.

La campagna di Uncharted 4 gira a 1080p e a 30 fps granitici (con micro-tentennamenti solo in un paio di occasioni), mentre i 60 fps sono relegati al solo multiplayer, che si avvale tuttavia di una risoluzione inferiore (ma sfido chiunque a rendersene conto, mentre si sta fraggando come se non ci fosse un domani).

Al netto del fatto che la mia console, in certi momenti, sembrava pronta al decollo per quanto la ventola tentasse di tenere a bada lo sforzo dell’hardware, vien quasi da chiedersi se la probabile PlayStation 4.5 Neo non servirà più come contentino agli sviluppatori pigri, che essere invece figlia di una reale necessità di mercato.

Insomma… dio o chi per lui benedica Andy Gavin e Jason Rubin quando hanno iniziato quest’avventura chiamata Naughty Dog: senza il loro spirito imprenditoriale oggi non avremmo tra le mani il videogioco più figo da vedere di sempre, nonché uno dei migliori action adventure su cui abbia mai messo le mani da quando, ragazzino imberbe, ho cominciato a fare questo strano mestiere.



SIAMO TUTTI FOTOGRAFI

Poteva forse mancare il Photo Mode in un gioco così? Certo che no, e vi posso assicurare che gli scenari di Uncharted 4 sono talmente clamorosi che perderete ore alla ricerca dello scatto perfetto. In attesa di potervi mostrare le mie creazioni, mi preme farvi sapere che i filtri utilizzati dal Photo Mode, una volta terminato il gioco, sono disponibili anche per il gameplay vero e proprio (assieme ad altri folli, di cui non vi dico nulla per non rovinarvi la sorpresa).




Per ora, quindi, non potete fare altro che fidarvi di me, quando vi dico che Uncharted 4 è la cosa più clamorosa che abbia mai visto su console, almeno sotto il profilo meramente tecnico; non so quali sostanze assumano in Naughty Dog per arrivare a segnare costantemente il passo, ma è un fatto che – ancora una volta – l’asticella del limite sia stata ulteriormente alzata, e che le altre software house là fuori dovranno sudare parecchio per avvicinarsi a cotanta meraviglia.

La campagna di Uncharted 4 gira a 1080p e a 30 fps granitici (con micro-tentennamenti solo in un paio di occasioni), mentre i 60 fps sono relegati al solo multiplayer, che si avvale tuttavia di una risoluzione inferiore (ma sfido chiunque a rendersene conto, mentre si sta fraggando come se non ci fosse un domani).

Al netto del fatto che la mia console, in certi momenti, sembrava pronta al decollo per quanto la ventola tentasse di tenere a bada lo sforzo dell’hardware, vien quasi da chiedersi se la probabile PlayStation 4.5 Neo non servirà più come contentino agli sviluppatori pigri, che essere invece figlia di una reale necessità di mercato. Insomma… dio o chi per lui benedica Andy Gavin e Jason Rubin quando hanno iniziato quest’avventura chiamata Naughty Dog: senza il loro spirito imprenditoriale oggi non avremmo tra le mani il videogioco più figo da vedere di sempre, nonché uno dei migliori action adventure su cui abbia mai messo le mani da quando, ragazzino imberbe, ho cominciato a fare questo strano mestiere.


NATHAN E I SUOI FRATELLI

I prodromi della storia di Uncharted 4 dovrebbero conoscerli anche i sassi, ma per i più distratti giova un breve ripassino. Nathan Drake viene coinvolto dal fratello Sam (che pare il cugino di Prandelli) alla ricerca del tesoro nascosto del pirata Henry Every (un filibustiere realmente esistito, di cui trovate informazioni qui), così da onorare un debito contratto nei confronti di un losco figuro che vuole fargli la pelle. Naturalmente, nel giro di un amen le cose finiscono a donnine di facili costumi, e il dinamico duo si trova coinvolto in una serie a cascata di eventi rocamboleschi, come peraltro vuole la serie.

Non mancano, ovviamente, le attese comparsate del buon vecchio Victor Sullivan e della graziosissima Elena, sui cui ruoli nella vicenda sorvolo per evitare inopportuni spoiler. E anzi, per non rovinarvi nulla della storia, se vogliamo un po’ scontata ma comunque splendidamente raccontata attraverso cutscene e fasi di gameplay, mi fermo qui e comincio invece a discutere delle novità introdotte da Naughty Dog in Uncharted 4, che possono essere riassunte con la frase “poche ma buone”.





La prima cosa da dire è che le cose nuove non modificano il DNA della serie, il quale resta indissolubilmente ancorato al concetto più puro dell’espressione “action adventure” (che ormai è talmente abusata da andar bene per qualsiasi cosa, anche per un simulatore di melanzana). Seguendo un po’ la filosofia del reboot di Tomb Raider e del suo diretto seguito, alcuni degli ambienti di Uncharted 4 sono mappe ad ampio respiro, pur mantenendo, almeno in linea generale, la tipica struttura a canalone.

Da metà avventura in avanti, quindi, si ha a che fare con zone sufficientemente ampie da stimolare l’esplorazione, fosse anche solo per raccogliere la quantità notevole di collezionabili che popolano ogni angolo del gioco; a tal proposito, nel caso ve ne perdiate alcuni per strada, sappiate che una volta terminata la prima run è possibile rigiocare uno qualsiasi dei capitoli, senza dover ripercorrere da capo tutta la campagna.

Molto spesso veniamo chiamati alla risoluzione di piccoli enigmi ambientali, che richiamano in misura minore le tombe del già citato Tomb Raider, mentre l’avventura principale alterna puzzle un filo più complessi (nulla che una mente sveglia non possa risolvere con un minimo di osservazione e logica, eh) alle immancabili sparatorie, laddove fare sfoggio delle capacità di mira di Nathan grazie a un cospicuo numero di armi da recuperare direttamente dai corpi dei nemici.

In altre occasioni, invece, tocca sfruttare le doti atletiche del nostro belloccio per proseguire lungo il percorso, dedicandosi all’arte del free climbing o agganciando il nuovo rampino alle sporgenze sensibili dello scenario. Uncharted, insomma.



PERSONALIZZAMI TUTTO

Il menu di configurazione di Uncharted 4 è uno dei più completi che abbia mai visto, almeno su console. Non solo è possibile ritoccare a piacere la sensibilità della mira e della visuale, ma anche rimappare alcuni tasti e deciderne il comportamento nei Quick Time Event. Gli anglofili saranno felici di sapere che è possibile sostituire completamente l’italiano con l’inglese (ma anche con tedesco, olandese e francese) e c’è perfino un pannello per gestire l’audio al dettaglio, con tanto di settaggio dell’intervallo dinamico e dell’azimut degli altoparlanti, a prescindere dal vostro sistema di amplificazione. Roba da far girare la testa.




Una cosa che ho particolarmente apprezzato è la tendenza a spingere sulla componente stealth, presente certo anche nei precedenti episodi della serie, ma che in Uncharted 4 viene proposta con una chiave di lettura diversa. I nemici possono essere “taggati” come avviene in altri titoli (Far Cry, ad esempio) così che si possa avere percezione della loro posizione anche dietro gli impedimenti visivi; allo stesso modo, sopra la loro testa si trova un indicatore di ingaggio che ci segnala il loro status di allarme nei nostri confronti.

Va da sé che la via dello stealth è assolutamente quella preferibile, almeno in prima battuta, un po’ perché il numero di nemici, a prescindere da un’Intelligenza Artificiale decorosa ma non brillantissima, è spesso soverchiante la sola presenza sulla scena di Nathan e Sam (o Elena e Victor, nei momenti in cui sono della partita), e un po’ perché il level design ci mette a disposizione parecchi strumenti in tal senso, come la possibilità di nascondersi nella vegetazione e di operare quindi le più classiche tattiche di aggiramento.

Non mancano, infine, un paio di occasioni in cui si può guidare direttamente un fuoristrada, che deve essere usato non solo per esplorare al meglio gli scenari, ma anche per risolvere alcuni piccoli puzzle ambientali, per lo più legati alla presenza di un verricello posizionato sul paraurti anteriore della vettura.



E IL MULTIPLAYER?

Sul multiplayer di Uncharted 4 tornerò con un articolo a parte al momento in cui sarà aperto a tutti, e si potranno quindi verificare approfonditamente certe dinamiche che, giocoforza, richiedono ben più ore sul groppone rispetto alle tre messe a disposizione da Naughty Dog prima di spegnere temporaneamente i server. Al momento vi basti sapere che le modalità di gioco sono quattro: due Deathmatch a Squadre, un Capture the Flag e un classico Conquista Territori. Per quel poco che si è visto il teamplay sarà fondamentale, così come l’uso del In-match Store, laddove acquistare al volo magie, armi pesanti e quant’altro servirà per portare alla vittoria la propria squadra.







UN PIRATA TUTTO NERO

Uncharted 4, come detto, porta il genere degli action adventure su un piano mai toccato prima da altri prodotti similari, e tra questi includo anche i tre predecessori. La cosa incredibile è che ciò avviene senza inventare nulla, ma semplicemente portando all’estremo i tropi che ne caratterizzano l’essenza, e se vogliamo addirittura copiando quanto fatto da altre software house.

È comunque nel modo di raccontare la storia e di tratteggiare i suoi protagonisti che Uncharted 4 spolvera il gradino più alto del podio e ci si siede sopra, guardando tutti dall’alto; in questo, nonostante l’approccio necessariamente più scanzonato, ha sicuramente influito l’esperienza accumulata da Naughty Dog nello sviluppo di The Last of Us, da cui Uncharted 4 assorbe la capacità di rendere empatica ogni situazione, trascinando il giocatore “dentro” il mondo di Nathan e non lasciandogli la mano fino al raggiungimento dei titoli di coda.


L’immersione è tale che quando ci si imbatte in qualche piccolo bug è come se venissimo presi a sberle e riportati temporaneamente alla realtà. Durante tutta l’avventura questa cosa mi è capitata tre volte: nella prima Sam, con la sua presenza fisica, ha impedito a Nathan di proseguire lungo un cornicione, costringendomi a ricaricare il checkpoint; nella seconda la lettura di un SMS (la cui comprensione è importante per la risoluzione di un enigma) era inficiata dalla presenza di un testo in inglese, un fatto straniante in un prodotto dove tutto è tradotto e doppiato più che bene; infine, nella terza mi sono ritrovato in una cutscene importante senza audio di alcun tipo, e a poco è servito rilanciare il filmato attivando i sottotitoli, perché anche quelli si erano momentaneamente dati alla macchia. Tre manchevolezze in quindici ore di gioco sono un nonnulla, ma emergono e restano alla mente proprio come contrasto all’odore di perfezione che permea l’intera produzione.

Semmai, a voler trovare un difetto “vero”, c’è da dire che ho trovato eccessiva l’insistenza nel reiterare alcune dinamiche di gioco. In alcuni momenti ho avuto la percezione che Naughty Dog mi stesse allungando il brodo, in particolare durante certi passaggi in cui Nathan deve saltare da un appiglio all’altro alla ricerca di una via per proseguire.

Allo stesso modo, alcune sparatorie forzano troppo la mano sul vomitare nemici a ondate, tanto che in un paio di occasioni mi sono ritrovato a chiedermi “ma quando accidenti finiscono?”. Due difettucci, questi, che hanno fatto capolino anche in altri episodi della serie, e sui quali gli habitué di Uncharted sapranno chiudere un occhio senza batter ciglio. Poca roba, insomma, che davvero non può essere presa come elemento determinante per ritoccare al ribasso un giudizio che non può che essere entusiasta, almeno da parte mia.


Giù il cappello. Uncharted 4 è senza alcun dubbio il miglior titolo partorito da Naughty Dog, nonché il videogioco graficamente più sorprendente che mi sia capitato tra le mani in 20 e passa anni di onorata carriera. Al di là dei muscoli, però, quello che sorprende è l’equilibrio perfetto tra narrazione, carisma dei personaggi, action ed esplorazione: tutte cose che già caratterizzano i predecessori, ma che qui sublimano grazie in parte alle novità introdotte (poche ma buone, come dicevo nel corpo della recensione), e in parte alla capacità di Naughty Dog nel pompare al massimo il fattore empatia, non solo nei confronti del protagonista principale. Piccoli difettucci ci sono e sarebbe inutile negarlo, più che alto incarnati in un paio di bug minori e in alcuni momenti eccessivamente prolissi; tuttavia, tenerne troppo conto, nel giudizio finale, sarebbe mortificante nei confronti del 99% del resto, che è invece roba da leccarsi i baffi fino a perdere l’uso della lingua. Brava Naughty Dog… e ora sotto con The Last of Us 2!


9.5

Pro

+ Tecnicamente da mascella a terra.
+ Splendidamente narrato.
+ Ottimo bilanciamento tra action ed esplorazione.
+ Comparto audio eccellente (musiche e doppiaggio compresi).
+ 15 ore per finirlo, almeno altre 10 per raccogliere tutto... e poi c'è il multiplayer. E il Photo Mode, of course.

Contro

- Qualche bug minore.
- Talvolta eccede nell'allungare il brodo.



bistrascio
00giovedì 5 maggio 2016 17:48
Senza parole... E pensare che sono stato il primo del forum a crederci a Uncharted nel 2007 creando il topic apposta......
Mark194
00venerdì 6 maggio 2016 12:39
Ho cercato di non pensarci in tutto questo tempo, ma leggendo queste recensioni mi è salito un hype pazzesco. Spero di riuscire ad averlo già da lunedì, minchia sembro un bambino che vuole la sua prima caramella :abbr: :abbr: :love: :love: :love:
bistrascio
00domenica 8 maggio 2016 08:51
Da stanotte(ore 00.00)in download per chi come me va di digital(55 gb.)..
U.C. 1973
00domenica 8 maggio 2016 09:10
Re: Re:
weILL, 04/05/2016 12.08:


Ti sei perso The Witcher 3 mi sa :P .. Che e' certamente piu' profondo di Uncharted :)





ahaha..con geralt sono a 85 ore di gioco..sono nello skellige :love: :love: :love: ..sono quasi alla fine :cry:
U.C. 1973
00domenica 8 maggio 2016 09:13
speriamo domani lo molli il gs..cmq ci siamo ormai [SM=x4176881] :coppa: :banana:
Thunder105
00domenica 8 maggio 2016 10:26
Re:
bistrascio, 08/05/2016 08.51:

Da stanotte(ore 00.00)in download per chi come me va di digital(55 gb.)..



Io lo avevo prenotato digitale ma poi ho trovato l'offerta di eprice ed ho Annullato il preordine
fabiondo8383
00lunedì 9 maggio 2016 17:50
50 euro spedito è un buon prezzo?
bravetto
00lunedì 9 maggio 2016 18:02
io lo divido sul psn quindi non penso di poter mai trovare un offerta vantaggiosa per il disco fisico
Thunder105
00lunedì 9 maggio 2016 18:10
Re:
bistrascio, 05/05/2016 17.48:

Senza parole... E pensare che sono stato il primo del forum a crederci a Uncharted nel 2007 creando il topic apposta......



Ahbbello io l'ho preso dagli states prima che uscisse in Italia :baci:
bistrascio
00lunedì 9 maggio 2016 18:37
Si thunder ma tu sei un giramondo io no...
NAZUCAO1
00lunedì 9 maggio 2016 20:07
prologo iniziale smascellante.
pazzesco.
anni di videogame per arrivare a questo capolavoro.
bistrascio
00lunedì 9 maggio 2016 20:22
Ma io dico è.....Scaricare 49 gb. di game aspettare la mezzanotte eppoi...Riscaricare 5gb. e aspettare per giocarlo ma vaff...
Thunder105
00martedì 10 maggio 2016 00:25
Re:
bistrascio, 09/05/2016 20.22:

Ma io dico è.....Scaricare 49 gb. di game aspettare la mezzanotte eppoi...Riscaricare 5gb. e aspettare per giocarlo ma vaff...




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