No Man's Sky: il nostro segno nell'universo - IGN First
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Tuffarsi da soli nell'infinito misterioso.
di Mitch Dyer
L'universo è tutto un pullulare di vita intelligente eppure No Man's Sky è un viaggio incredibilmente solitario. Non per nulla l'avventura sci-fi di Hello Games è tutta incentrata sulla scoperta: isolati nello spazio, alle estremità di quell'universo, tutti sono alla ricerca di un senso, di uno scopo.
Forse è per questo che abbiamo ancora così tante domande su No Man's Sky. Come si può spiegare un gioco che è fatto di possibilità apparentemente infinite? Cosa c'è da capire e da scoprire, di cosa andremo alla ricerca e da cosa fuggiremo? Cosa potremo trovare e fare nostro? In un universo che davvero esplode di vita, perché siamo qui, cosa ci facciamo?
La verità è la fuori.
Nelle vesti di un intrepido esploratore, si comincia No Man's Sky con un equipaggiamento tutt'altro che esaltante, ma comunque efficace. La prima astronave non è rifornita dei giusti strumenti per abbattere un incrociatore o per portarci al centro dell'universo, ma è comunque un punto di partenza per lasciare un segno, per raggranellare un po' di soldi e per visitare nuovi pianeti, come mai ne avevamo visti prima.
Ogni pianeta rappresenta al tempo stesso un'opportunità e un rischio. L'ecologia è il primo modo per fare soldi e scoprendo nuove specie, rastrellando minerali e registrando tutte le scoperte, si avrà accesso addirittura a un vero e proprio esercito e ai giusti potenziamenti per l'astronave. Il commercio è tra gli elementi portanti di No Man's Sky, anche se i più coraggiosi potrebbero tranquillamente dimenticarsi delle sue regole base, abbandonando il "do ut des" e preferendo solo il "des": prendo tutto e non do nulla in cambio.
La vera e propria violenza può essere già di per sé particolarmente redditizia. Ma così facendo si segnala la propria presenza alle Sentinelle, dei veri protettori planetari che si ricorderanno di noi, in maniera piuttosto aggressiva, facendoci capire che quello non è il nostro mondo e che non gli apparteniamo. Provocando continuamente i guardiani si ottiene semplicemente un incremento della loro determinazione nell'annullarci in ogni senso.
Un sistema simile a quello che ci rende dei ricercati in Grand Theft Auto si accompagna alla distruzione portata. Scappare dal pianeta prima di essere maciullati dalle Sentinelle vuol dire portare con sé il bottino... ma cadere di fronte ai loro attacchi equivale a perdere tutto ciò che si sperava di aver guadagnato. Il consiglio, quindi, è di non provocarle troppo e di non fare troppo i guasconi lontani dal Beacon, che permette di "caricare" tutto ciò che si è scoperto nel database dell?Atlas.
Alcuni pianeti, anche se si viene indicati come i loro primi scopritori, hanno una proprio storia, slegata da ciò che si è caricato personalmente sull'Atlas. In No Man's Sky non c'è una narrazione come tradizionalmente intesa, ma sorvolare un'astronave caduta sulla superficie permette comunque di capire quel che può essere successo. Scorgere delle strutture all'orizzonte fa intuire che qualcuno è già stato qui. Rimane da capire dove se ne siano andati ora o se esistano ancora in linea più generale.
Anche quando ci si trova nel profondo dell'immenso universo di No Man's Sky, ogni scoperta aggiunge uno "strato" di nuove domande a quelle già esistenti. Non avere per forza di cose le risposte che si vorrebbero dà vita a uno studio della storia decisamente differente e più interessante di quello solitamente concesso da qualche filmato. Comprensibilmente, vista la natura e le dimensioni di No Man's Sky, ci si potrebbe scoprire come l'unico essere umano ad aver mai messo piede in un dato luogo e ad aver provato a studiarne la sua storia misteriosa. In un certo senso è affascinante la sensazione che quel luogo e la sua storia possano essere solo vostri: quando ci si trova da soli nell'infinito, è uno strano sentimento che aiuta a sentirsi meno abbandonati.
Dietro al sistema di No Man's Sky, che prevede lo studio e il caricamento delle proprie scoperte grazie al Beacon e nel database dell'Atlas, si cela la voglia di sfruttare la crescita dei videogiochi come attività sociale condivisa, il che apre nuove strade alla narrazione in questo senso. Grazie a Twitch o alle opzioni di Share di PlayStation, giocare è diventata sempre più una pratica condivisa appunto, con la possibilità di mostrare in tempo reale le proprie scoperte. Potete trasmettere le vostre partite e comunicare al mondo quello che avete scoperto, lasciando che gli altri giocatori ne facciano tesoro. Nell'universo di No Man's Sky saremo soli, ma potremo decidere di esserlo un po' di meno.
Non stiamo dicendo che No Man's Sky sia pieno di limiti o addirittura vuoto. Scoprite, documentate, uccidete, rubate, commerciate e combattete come volete: tutto contribuisce alla propria crescita. L'economia del gioco vi spingerà a difendervi continuamente quando sarete a piedi, o a saccheggiare un pianeta alla ricerca dei suoi elementi più importanti, o ad affrontare altri commercianti, pirati e altre fazioni nello spazio. In alcune battaglie delle astronavi alleate, gestite dall'intelligenza artificiale, potranno darvi una mano, volando in formazione assieme a voi e provando a far fuori i caccia nemici per tutto il tragitto che avrete deciso in prima persona.
Il vostro viaggio solitario fino al centro dell'universo potrà farvi "guadagnare" amici potentissimi e nemici dello stesso calibro, dipenderà da come affronterete No Man's Sky. Attaccare e depredare le altre navi sarà opzionale, naturalmente, e i pacifisti potrebbero preferire la semplice condivisione delle informazioni in giro per i quattro angoli della galassia. Con un po' di fortuna un altro giocatore, pirata, soldato, scienziato che sia, vi si potrà imbattere, cogliendo il segno che avete lasciato.
Scoprendo così, al di là di ogni dubbio, che non sarà solo nell'universo.