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Calcioscommesse: Probabili nuovi arresti importanti

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2017 10:09
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02/08/2012 19:09
 
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Se questa è la credibilità del nostro calcio…

Raccontare quanto successo negli ultimi giorni non è facile: non avrei voluto farlo, nauseato come sono, ma è bene che certe cose si dicano, gridando il proprio schifo per non essere accondiscente nei confronti di un sistema totalmente sbagliato e privo di senso.

Vorrei fossero chiari alcuni concetti e partirei dal principio: “Pippo” Carobbio – diciamocelo senza giri di parole – ha accusato (volontariamente o meno non importa) Antonio Conte di illecito sportivo, non di omessa denuncia. E non è diversamente interpretabile: se un allenatore è a conoscenza di un accordo (anche se commesso da terzi) e lo annuncia alla squadra istruendola – come dice Carobbio – su come comportarsi in campo in modo da favorire il risultato stabilito, compie un illecito sportivo. “Sparato”.

Ciò lo si può evincere anche dalla relazione di Palazzi quando, a pag. 61, dopo i deferimenti ai giocatori per illecito sportivo, si legge: ”la società A.C. Siena, a titolo di responsabilità oggettiva, ai sensi dell’art. 7, commi 2 e 4. e dell’art 4 comma 2 del Codice di Giustizia Sportiva, per gli addebiti mossi al proprio allenatore, ai propri tesserati e ai propri calciatori all’epoca dei fatti sopra indicati..”, il che tradotto significa che appunto inizialmente al tecnico bianconero, per la gara con il Novara, fosse contestato l’illecito, successivamente – evidentemente – trasformato (con tanto di dimenticanza nel correggere il testo) in omessa denuncia. E non è tutto: se si legge a pag. 15 il riepilogo delle contestazioni mosse ai singoli tesserati, per Conte troviamo scritto “citato da Carobbio” e “Novara-Siena”. Niente riferimento alla gara con l’Albinoleffe, anche qui – evidentemente – aggiunta successivamente con tanto di seconda “riunione tecnica”.

Dice: complottismo all’Italiana. Sarà, ma quella del procuratore federale pare proprio una manovra dell’ultima ora per arrivare ad un’accusa più soft, e quindi proprio per questo “patteggiabile”. Secondo alcuni giornalisti (neanche li cito, già sapete), lo avrebbe fatto per favorire la Juventus (è complottismo anche questo, su). E’ veramente così?

Leggendo le carte, e l’ho fatto diverse volte, appare evidente anche ai non esperti in materia come le accuse nei confronti di Conte siano in entrambi i casi in cui è tirato in ballo totalmente prive di riscontri e basate esclusivamente sulle dichiarazioni di un collaboratore di Palazzi, ritenuto tra l’altro a volte credibile, a volte bugiardo. E’ chiaro quindi che il materiale a disposizione a supporto di un’accusa per illecito sarebbe stato davvero troppo poco, persino per la giustizia con sistema accusatorio italiana. Questa deve essere per me la premessa di ogni discorso, perché al di là delle sensazioni personali che ognuno di noi è libero di avere, dobbiamo sempre ricordarci che di provato non c’è nulla, ma non solo: non c’è neanche un solo soggetto che confermi la versione di Carobbio, al contrario smentito da tutti (mi riferisco nello specifico al coinvolgimento di Conte).

Una doppia omessa denuncia, perciò, anche se totalmente illogica e tecnicamente sbagliata (o è illecito sportivo o non è niente), ha permesso non tanto a Conte, quanto proprio a Palazzi di preparare la strada per un patteggiamento che, per chi non lo sapesse, evita il processo ed evita quindi grane al procuratore e a Carobbio.

Certo, sappiamo ormai tutti come funzioni (male) la giustizia sportiva: sarebbe dovuto essere ugualmente Conte, andando a processo, a dover dimostrare la propria innocenza (vergogna senza fine!). Il coltello dalla parte del manico ce l’avrebbe comunque sempre avuto la procura, anche perché statisticamente è difficilissimo uscire vivi da questo tipo di procedimenti senza squalifica (nel primo filone 2012 di Cremona su 61 deferiti solo 4 assolti), ma quello che si rischiava davvero era di vedersi inevitabilmente screditato quel Carobbio che per Palazzi è tutto (e comunque vai a spiegare alla gente che i testimoni di Conte non si sarebbero potuti ascoltare, vai a spiegare che le dichiarazioni giurate non si sarebbero potute accogliere, vai a spiegare che Carobbio non lo si sarebbe potuto controesaminare.. eccetera).

Il patteggiamento, quindi, forniva una exit strategy per tutti: evitare di dover dare tutte queste spiegazioni e risolvere con soddisfazione – evidentemente di tutte le parti – una questione assai spinosa.

Per facilitare tale situazione, il procuratore Palazzi ha pensato ad una richiesta di 7 mesi di squalifica.

Troppo poco, hanno subito iniziato a borbottare i soliti soloni: solo l’anno scorso, l’allenatore del Ravenna Leonardo Rossi venne punito con un anno di squalifica per omessa denuncia, perché per Conte “solo” 7 mesi?

Pochi hanno realmente seguito la vicenda. Brevemente: Rossi fu accusato di illecito sportivo e per lui lo stesso Palazzi chiese 3 anni di squalifica nel 2011. Fu poi la Disciplinare, in primo grado, a derubricare il suo coinvolgimento in Alessandria-Ravenna in omessa denuncia, in quanto pur essendo a conoscenza diretta di un tentativo di accordo, si rifiutò di prenderne parte, mentre si era ancora nella fase ideativa dell’illecito. Fu condannato ad un anno di squalifica (link).

Ma la giustizia sportiva italiana è tale che si potrebbe ribattere citando tranquillamente altri precedenti, assai differenti. Uno lo ricordo a memoria, avendolo trattato in qualche precedente articolo: Luigi Del Neri, l’allenatore prima di Conte sulla panchina della Juventus, venne infatti deferito per lo stesso motivo nel 2004 e per lui la richiesta fu di 6 mesi, non 12. E, sempre in quell’estate, per l’omessa denuncia di Galeone (allora allenatore dell’Ancona) vennero chiesti 7 mesi, per quella del suo vice Maurizio Trombetta 6, così come 6 furono i mesi richiesti per Nelso Ricci, Walter Scapigliati, Stefano Osti e Giuseppe Papadopulo del Siena (link).

5 mesi meno di Rossi, 1 più di Del Neri: la giustizia italiana insomma è tale che chiunque, a seconda dei casi, possa tirare fuori il precedente più conveniente e dare agli eventi l’interpretazione più utile (omessa denuncia o illecito).

Non è una cosa seria, proprio per niente.

Non lo è anche perché poi ci sono altri patteggiamenti accolti che – giorno più giorno meno – non si scostano poi molto: per restare ai “senesi” e a questo procedimento, Faggiano, dirigente, ha infatti patteggiato 4 mesi per omessa denuncia mentre Larrondo, un altro accusato direttamente da Carobbio di aver preso parte ad un illecito (non diversamente interpretabile, se non per motivi politici/di opportunità), si è visto degradare l’accusa (anche qui: due giorni prima esce la relazione dove c’è una versione, poi due giorni dopo cambia in corsa) in omessa denuncia e se l’è cavata con 3 mesi e 20 giorni + 30 mila euro.

Non lo è, ancora di più, perchè (e questo i soloni di cui sopra in pochi lo hanno evidenziato) Carobbio patteggia 4 mesi per una sfilza di illeciti sportivi e finora ha “collezionato” 24 mesi per aver ricevuto denaro, aver preso attivamente parte e addirittura aver organizzato gare truccate. Che è meno di quanto, anche lì basandosi sul nulla (ci torneremo), rischia di vedersi richiesto Leonardo Bonucci, per una sola gara, anche lì senza riscontri e senza prove.

(parentesi: questi procedimenti sportivi si basano sui carteggi delle procure di Bari e Cremona, le quali sono ancora nella fase delle indagini preliminari e quindi, proprio per definizione, lì si raccolgono indizi, semmai)

Il diritto, in tutto ciò, davvero c’entra poco e nulla. Siamo alla contrattazione pura e semplice, come al mercato quando alle bancarelle si tira il prezzo. C’è di tutto, pure i saldi di stagione. E lo stratagemma più utilizzato – questa è la cosa più incredibile – è il patteggiamento senza ammissione, che anche solo a pensarci farebbe ridere (o rabbrividire) tutto il mondo. Tranne l’Italia.

Quello e l’uso di pentiti creduti sulla parola (a volte sì, a volte no) (link) perchè così si velocizza il tutto e non servono riscontri. Una cosa che ovviamente non accade in nessun altro Paese al mondo. Tranne in Italia.

Il resto è cronaca. La Disciplinare come sappiamo ha ritenuta “non congrua” la sanzione pattuita tra Palazzi e i legali di Conte, la Juventus ha chiesto la ricusazioni dei giudici per avere implicitamente anticipato un giudizio (di colpevolezza) nei confronti del proprio assistito, Palazzi si è opposto alla ricusazione (!!!) e – anche questo succede solo in Italia – la stessa Commissione Disciplinare ha deciso per il respingimento della richiesta di ricusazione pendente su di essa (vi suggerisco questo link se volete approfondire gli aspetti legali). Una cosa che, a pensarci, non può essere accettabile. Tranne qui da noi, in Italia.

Purtroppo, per chi come me gradirebbe ogni tanto si accertasse la verità, lo spettacolo offerto è stato (e non è finita) davvero indegno, con gente che – pur di sottrarsi ad un processo senza possibilità di difesa – patteggia. E con Palazzi che incredibilmente dichiara: “Vista la mole di patteggiamenti e collaborazioni, questo ufficio ritiene che tutte le accuse siano da ritenere credibili”. Ovvero visto che tutti patteggiano, allora ho ragione io.

In tutto questo c’è chi dice no. Leonardo Bonucci e Simone Pepe pare infatti vogliano andare a processo e rivendicare la propria innocenza, anche assumendosi grossi rischi. L’unico commento che mi viene da fare è “onore a loro”.

Chi combatte – qualcuno li avvisi – non sarà mai lasciato solo.

L’onore, per qualcuno, è ancora la cosa più importante che ci rimane. C’è ancora speranza.

Buona continuazione di farsa a tutti.



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